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Film nelle sale: Un orco in crisi d'identità

L'ultimo capitolo di Shrek, Urlo e le altre proposte della settimana.
di Nicoletta Dose

L'ultimo degli orchi

venerdì 27 agosto 2010 - News

L'ultimo degli orchi
Un weekend così ricco di proposte cinematografiche non lo vedevamo da un bel po'. Ci avviciniamo alla fine dell'estate e, come accade ogni anno, la stagione dei grandi film comincia a depositare le sue fondamenta. Sarà difficile trovare nel proprio cinema fidato – per quanto sia un multisala – tutte le uscite previste: sono decisamente troppe, impossibile pensare di vederle tutte. Così è aperta la caccia al film migliori. Alcuni, come Shrek e vissero felici e contenti o Nightmare hanno già invaso le sale mercoledì, e, vista la pubblicità e la popolarità dei protagonisti, non avranno problemi a farsi notare. Altri invece fanno capolino oggi, muovendosi più timidamente, affidandosi alla buona sorte e al passaparola tra gli spettatori. Per curiosare in questa galleria varia di film, cominciamo proprio dal famoso orco verde della DreamWorks. Famoso sì, ma non nella finzione. Questa volta infatti il simpatico babau di Molto Molto Lontano decide di ritornare ai bei vecchi tempi, dove le responsabilità lasciavano spazio ad una spensieratezza adolescenziale. Grazie alla magia di quello che diventerà suo nemico, viene catapultato in un mondo dove nessuno lo riconosce, né Fiona, né Ciuchino, né il gatto. Per salvarsi, dovrà conquistare il cuore di Fiona in 24 ore. Tante conferme, ma anche tante novità in questo quarto episodio citazionista (di altri e di se stesso) che va incontro ai piccoli, ma soprattutto ai grandi.

Il killer che ritorna…
Mostri buoni e mostri cattivi. Il Freddy Krueger protagonista dell'horror Nightmare appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Nell'aspetto e nella ferocia assomiglia al personaggio del film diretto da Wes Craven nel 1984, ma le ambientazioni di questa nuova versione della storia, portata sullo schermo da Samuel Bayer, sono molto diverse. Ad essere vittima di un assassino notturno sono sempre giovani ragazzi di una cittadina americana, ma con ben altri interessi, meno timidi, più sfacciati. Resta uguale anche la tensione e la suspense che il film crea negli spettatori, alla quale si aggiunge la cura delle immagini, firma del regista prima autore di videoclip musicali. Se cercate le emozioni forti e volete sfidare gli spiriti della notte, questo è il film che fa per voi. Con un avvertimento, non giocate a 'trovare le differenze' con l'originale. Lasciate questo sfizio ai cinefili e godetevi semplicemente il film.

La privacy dell’assassino
In tempi di mala giustizia, anche un cittadino qualunque può trasformarsi in assassino. In Giustizia privata accade proprio questo: un padre di famiglia rimasto senza figlioletta né moglie, uccise da una banda di ladri, decide di vendicarsi da solo delle ingiustizie subite. L'avvocato che lo difende patteggia con gli assassini, dando credito al senso di vuoto dell'uomo e trasformandolo in un calcolatore e feroce giustiziere che ad un certo punto non distinguerà più il limite tra bene e male. Il cast del film di F. Gary Gray gira attorno ai due attori principali, Gerard Butler nei panni della vittima/carnefice e Jamie Foxx in quelli dell'avvocato 'traditore'. Due volti che riempiono lo schermo anche solo con uno sguardo. E anche se la storia vi sembrerà così esagerata da apparire ridicola, guardate bene negli occhi i due protagonisti: lì si nasconde l'anima del film, la convinzione di raccontare una storia che, traballando tra giustizia e ingiustizia, riesca in qualche modo a definirne i contorni per dimostrare quanto sia importante che i due mondi rimangano ben distinti.

Amore perfetto o amore liquidato?
I battiti del cuore dedicati all'amore non vengono mai dimenticati al cinema. Mercoledì sono usciti infatti due film rivolti al sentimento più prezioso in circolazione. Entrambi ambientati in Italia, uno, Letters to Juliet, è diretto dall'americano Gary Winick, l'altro, Amore liquido è di Marco Luca Cattaneo. Ci sono tante differenze tra i due film, di stile e contenuti, ma ce n'è una che dobbiamo segnalare: mentre il primo esce in più di 130 sale cinematografiche, l'altro dovrà accontentarsi di un'unica proiezione romana. Popolarità del cast e qualità della distribuzione dettano le regole del mercato ma quelle dell'amore no. Così ai romani spetta la scelta: meglio il romanticismo di Amanda Seyfried, alle prese con la ricostruzione dell'amore tra Franco Nero e Vanessa Redgrave o quello più realistico e conturbante di uno spazzino che vede nell'innamoramento l'occasione di riscatto sociale? Tutti gli altri possono contare sull'allegria e la leggerezza scanzonata della commedia Indovina chi sposa Sally? con la dolce Sally Hawkins che, dopo aver incarnato la gioiosa protagonista di Happy Go Lucky, si veste di bianco e tenta di portare all'altare un matrimonio combinato. Le cose non andranno come previsto, soprattutto quando la neo coppia si scontrerà con altri due novelli sposi nella stessa sala da pranzo. Condivideranno il banchetto e non solo.

La violenza della Storia
Gli eventi storici, a volte, invadono la vita delle persone, cambiandole profondamente senza possibilità di ritorno. Può capitare che l'impresa di due scalatori venga sfruttata, contro la loro volontà, dalla propaganda nazista. Oppure può succedere che un attentato terroristico porti via la figlia ad una madre, costringendola a fare i conti con la Storia. Il primo soggetto è quello di North Face di Philipp Stölzl, visto di recente a Locarno, un folgorante esordio che colpisce per la drammaticità della vicenda che racconta, purtroppo tragicamente vera. Il secondo è di London River di Rachid Bouchareb, film vicino alla cifra stilistica dell'autore inglese Ken Loach, che si concentra sulla perdita di un affetto, in questo caso occasione, oltre che costrizione spirituale, per conoscere lati nascosti della vita della persona scomparsa. La violenza delle azioni, fisiche o spirituali che siano, scombussolano gli equilibri, anche quelli ben solidificati.

Parole urlate contro i benpensanti
Il più grande cantore americano della poesia 'urlata' è Allen Ginsberg. Il titolo del film che Rob Epstein e Jeffrey Friedman dedicano alla sua imponente figura, Urlo, ci conduce proprio al poema d'esordio dell'autore, datato 1955, la stessa opera che diventerà il manifesto poetico della Beat Generation. Versi, rime e giochi di parole non vanno molto di moda di recente. Un biopic sulla vita di un poeta è un progetto velleitario che sa di andare incontro anche a quel pubblico che non apprezza la letteratura come dovrebbe. Urlo garantisce, con la presenza del divo in ascesa James Franco, la qualità di un attore bravo e versatile, e l'attrattiva per gli spettatori più distratti. Loro e tutti quelli che andranno a vedere il film dovranno abbandonarsi alla bellezza della poesia e riflettere sulle potenzialità politico-sociali che le strofe nascondono dietro assonanze e allitterazioni. Il processo a Ginsberg mette in luce pregiudizi non ancora debellati.

Vacanze permanenti
Viaggi che aiutano a ritrovare se stessi? Siamo ancora in tempo per fare una vacanza virtuale verso luoghi meravigliosi, lontani dallo stress della città e dalla frenesia del lavoro. L'occasione ce la offre la commedia La Polinesia è sotto casa di Saverio Smeriglio e Andrea Goroni, che ci racconta di un ragazzo votato all'ambizione e all'imprenditoria che decide di abbandonare tutto, compresa la facoltosa fidanzata, per raggiungere le onde delle spiagge polinesiane. Un'altra partenza dettata dalla voglia di staccare dalla quotidianità per lasciare spazio alla creatività, è quella rappresentata dal film Per Sofia, debutto alla regia di Ilaria Paganelli. Qui troviamo un musicista in un piccolo paesino della Sardegna, dove troverà l'ispirazione per comporre e un'ossessione femminile come vicina di casa.

Affetti e dissapori
In questo weekend ricchissimo e vario, spiccano infine due film dedicati alla potenza conoscitrice degli affetti. L'eleganza di François Ozon è confermata da Il rifugio, dove una donna tossicodipendente perde il fidanzato proprio quando scopre di essere incinta. Rifugiatasi da sola lontano da tutto e tutti, la raggiungerà il fratello del fidanzato scomparso, per ritrovare un senso da poco perduto. Un figlio incompreso dal padre di successo è invece il protagonista de La strategia degli affetti, bel titolo per l'opera seconda del regista Dodo Fiori. Un film italiano che analizza i silenzi delle famiglie borghesi, dove l'apparenza lucida e brillante nasconde spesso incomprensioni e rancori.

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