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RomaFictionFest: Arriva la ABC

Il più popolare network americano porta i suoi protagonisti e un'importante anteprima.
di Edoardo Becattini

I re dei serial
Dana Delany (68 anni) 13 marzo 1956, New York City (New York - USA) - Pesci. Interpreta Megan Hunt nel film di Nelson McCormick Body of Proof.

lunedì 5 luglio 2010 - Televisione

I re dei serial
Il RomaFictionFest non fa in tempo a spiegare il suo tappeto arancione che già i primi grandi ospiti iniziano a percorrerlo, accecati dal sole della capitale e dalla visione della cupola di San Pietro. Il primo giorno della kermesse dedicata alla narrazione televisiva dedica subito il suo sguardo più interessante alle nuove forme della serialità grazie alla presenza di Barry Jossen, vice-presidente del network americano più famoso, la ABC (American Broadcasting Company). Venuto a Roma per aprire al pubblico uno spiraglio su quel meccanismo a orologeria che crea una serie televisiva, Jossen ha portato con sé un parterre de rois di protagonisti di alcune delle serie di punta della compagnia: Simon Mirren, autore di Criminal Minds, Kevin McKidd, il dr. Owen Hunt di Grey's Anatomy, Matthew Gray Gubler, alias Spencer Reid in Criminal Minds, Stana Katic, la detective Kate Beckett di Castle, e il mitico Naveen Andrews- Sayid di Lost.
Barry Jossen: Siamo orgogliosi di ospitare a Roma lo screening di una serie incentrata su un nuovo bellissimo personaggio interpretato da Dana Delany, una delle protagoniste di Desperate Housewives. In Body of Proof, Dana è un medico legale che collabora con la polizia per risolvere i casi più intriganti. Eravamo alla ricerca di una protagonista forte e carismatica, per questo abbiamo effettuato i casting nella stagione più competitiva, così da essere sicuri di trovare quella giusta. Quando la scelta è caduta su Dana, ho parlato col produttore di Desperate Housewives, Marc Cherry per contrattare sulla presenza di Dana nella serie. È stato molto gentile e comprensivo e ci ha "prestato" Dana riducendole gli impegni così da poter girare l'intero episodio pilota.
Simon Mirren: Girando per Roma, ho scoperto che Criminal Minds è estremamente popolare in Italia, e la cosa mi ha fatto molto piacere. Sono nato e sono cresciuto artisticamente in Inghilterra con la BBC, ma quando ho deciso di trasferirmi a lavorare negli Stati Uniti per la ABC il mio approccio non è cambiato. La scrittura è un procedimento universale, teso a cercare la miglior storia possibile e a impegnarsi duramente per renderla bella e appassionante.

Parlano gli attori
Naveen Andrews: Non sono autorizzato a rispondere a domande su Lost, perciò dirò solamente che non ho visto l'ultima puntata... La verità è che ho amato questa serie fin dall'inizio. Il personaggio di Sayid era una grande sfida: io sono di origini indiane ma ho sempre vissuto a Londra e dovevo interpretare un personaggio che parlava con un misto di accenti fra il siriano, l'egiziano e l'iracheno. Lost è stata un'avventura meravigliosa, tant'è che da quando ho cominciato a lavorare in America mi sono trasferito a Los Angeles e devo dire che Londra non mi manca per niente. Mi sento una persona molto fortunata: faccio questo lavoro solo perché quando avevo diciassette anni, non sapevo cosa fare e ho tentato di entrare in una scuola di recitazione per avere un sussidio. Contro ogni previsione, sono entrato e adesso, a quarant'anni, mi rendo conto che non potrei fare nessun altro lavoro.
Kevin McKidd: È bellissimo trovarsi di nuovo a Roma. Ho vissuto qua per due anni e mezzo quando giravo Rome a Cinecittà con la HBO e quel periodo mi è rimasto dentro anche successivamente. Adoro lavorare in Grey's Anatomy anche se non è stato facile entrare in una serie quando era già all'apice del suo successo. Per il mio personaggio, ho fatto moltissime ricerche per comprendere i disturbi e le patologie di cui soffrono i soldati tornati dall'Iraq. Penso sia una serie scritta in modo meraviglioso, un modo che va oltre i gusti del pubblico esclusivamente femminile.
Stana Katic: Sono tante le serie poliziesche della tv, ma penso che Castle abbia una grande forza ulteriore nell'alchimia fra i due protagonisti. Credo non ci sia niente di più bello e affascinante di quel gioco mentale che si instaura fra un uomo e una donna, una tensione sensuale che emerge dalle piccole schermaglie, dai conflitti delle sensibilità, dall'incrocio degli umorismi...
Matthew Gray Gubler: Credo che il mio personaggio in Criminal Minds stia crescendo col passare del tempo, che si stia facendo sempre più maturo e sicuro di sé, tanto che potrebbe presto riuscire ad abbattere porte con un pugno. Oltre a recitare, amo anche dirigere. La produzione è stata così gentile da concedermi di dirigere un episodio, e spero di farne altri anche nel futuro. Trovo che la regia e la recitazione siano sistemi complementari, che vanno di pari passo e non devono escludersi l'uno con l'altro.

Cosa può dirci sul futuro della ABC?
Barry Jossen: Ci sono serie che hanno successo e serie che ne hanno meno. La sfortuna di prodotti come Flash Forward non ci ha fatto cambiare linea direttiva. Non possiamo sapere da dove arriveranno i successi, per noi l'importante è sempre mettere uno sforzo immenso in ogni show, perché crediamo solo nelle grandi idee e vogliamo promuorle con il massimo impegno. Se posso permettermi di fare a mia volta un flash forward, il futuro della ABC sarà un grande successo, perché siamo i migliori.

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