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Un uomo solo, il libro

Una storia di solitudine scritta con uno stile scabro, inventivo e che ha ispirato Tom Ford.
di Fabio Secchi Frau

La recensione ***

martedì 19 gennaio 2010 - Libri

La recensione ***
Suona strano, ma l'uomo solo del romanzo, non è a tutti gli effetti un uomo solo, in virtù dell'esistenza, nel titolo inglese ("A single man"), di un gioco di parole con il termine "single" nel senso di "celibe". Ed è da questo, seppur insignificante, nodo linguistico che si può partire nella lettura del piccolo libro dell'inglese Christopher Isherwood, di cui probabilmente poco si sa e poco si saprà (ma si spera sempre che qualcosa accada e che la curiosità dello spettatore che va a vedere il film di Tom Ford abbia la meglio). Un'opera bellissima e ispirata, che trae molte lezioni da una certa letteratura d'autore, anche non necessariamente britannica e quindi non nazionale, ma che sa cogliere quel minimalismo che va di moda nel nostro corrente. Semplice e scabro, il libro non racconta eventi epocali e non affronta il respiro colossale della storia. No, fa un viaggio ancora più difficile: si avventura nelle memorie d'amore di un professore britannico omosessuale, che insegna in California e che è recentemente rimasto solo dopo la morte del suo compagno. Isherwood parte proprio da quel punto, il punto in cui tutto sembra essere già scritto, vissuto. Quando, cioè, il protagonista dell'opera comprende che si può essere non solo clandestini o nomadi in una terra cui non si appartiene, ma persino nella propria vita, offesa e macchiata dallo squallore dell'esistenza umana che va alla ricerca della felicità. Ma ciò che si potrebbe scrivere di questo libro è sempre riduttivo se non si scorre dentro la memoria del protagonista. Una storia che parte dalla fine senza che i lettori lo sappiano e che procede per illuminazioni e sbuffi, avanti e indietro, in un disordine-ordine dentro la vita di questo uomo. Isherwood fa un ritratto bellissimo e giusto, aspro e toccante, poco presuntuoso e molto sofisticato di una vita delicata ed essenziale.

In sintesi
Jim non esiste più. Ed è questa la cruda, fredda e fastidiosa realtà contro la quale il duro professore britannico e omosessuale, George Falconer continua a sbattere. Mai più il suo corpo, la sua pelle, la sua rassicurante presenza. Solo. Solo in una nazione che non è la sua: l'America, la California, Los Angeles, l'università nella quale insegna. Solo ovunque. In una giornata qualsiasi, come dare un nuovo senso alla propria vita? Un'apnea nella nuda quotidianità, ma anche nella profondità di un'anima di mezza età che vuole svegliarsi dal torpore della solitudine aggrappandosi ai ricordi, a chi e a cosa ruota intorno a lui, all'idea dell'incombente morte e alla sua ancora viva voglia d'amare.

L'autore
Christopher Isherwood nasce il 26 agosto 1904 a Wybersley Hall e muore a Santa Monica il 4 gennaio 1986. Figlio di proprietari terrieri, studia al Corpus Christi College di Cambridge e poi alla University of Cambridge. Omosessuale e desideroso di vivere con libertà la propria identità, si trasferisce a Berlino dove scrive "Mr. Norris se ne va" e una serie di racconti pubblicati sotto il titolo di "Addio a Berlino", che ispirò il film Cabaret. Dopo aver visitato la Cina, nel 1939 si stabilisce in California, dove si converte all'Induismo e scrive altri romanzi e saggi religiosi e filosofici. Ottenuta la cittadinanza statunitense nel 1946, pubblica nel 1964 il romanzo "A Single Man", dedicandolo all'amico Gore Vidal, dal quale è stato tratto il film omonimo con Colin Firth e Julianne Moore e diretto da Tom Ford.

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