Advertisement
David e la stirpe dei Carradine: talenti più che divi

La morte di David Carradine.
di Pino Farinotti

Stirpe dello spettacolo
David Carradine (John Arthur Carradine) 8 dicembre 1936, Los Angeles (California - USA) - 3 Giugno 2009, Bangkok (Tailandia).

venerdì 5 giugno 2009 - Focus

Stirpe dello spettacolo
I Carradine erano una stirpe dello spettacolo. Capostipite John, e poi figli e figliastri, nipoti. Non sono stati una famiglia di divi, alla Barrymore per esempio, ma artisti capaci di tutto. Una cifra che certamente li qualifica era il talento, distribuito in varie forme. Un esempio: il primo, John era stato assunto alla Paramount come scenografo, poi De Mille si accorse che aveva una faccia e gli fece fare l'attore. Ma a valorizzarlo come carattere indispensabile fu John Ford, che non ne fece mai un protagonista ma un modello dolente, ambiguo, cinico, anche cattivo, ma talmente forte da diventare di fatto "protagonista". E siccome era un Carradine, dunque tutto aperto e tutto possibile, ecco che il vecchio John non morì durante una ripresa in location eroica o in letto di villa di Beverly Hills, ma al Fatebenefratelli di Milano dov'era stato invitato per una rassegna. Morì lontano, com'è morto lontano suo figlio David. In queste ore si saranno mossi, prevedibilmente, i fratelli di David, Keith e Robert, attori di buon successo.
Come detto David non è mai stato un divo. Non aveva quel tipo di appeal che tutto sorpassa, che ti fa andare al cinema perché c'è lui. Non apparteneva alla schiera dei suoi coetanei-divi, come Redford, Nicholson, Hoffman, Beatty che prima dell'identità del personaggio imponevano la propria. David ha sempre dovuto essere bravo e diverso. Ha lavorato con impegno, quasi con dolore, esplorando molto. Certo è stato anche protagonista, ma non divo-protagonista, doveva il successo soprattutto all'applicazione. Niente arrivava facilmente.

Talento e capacità di riproporsi
È stato più fortunato di lui Keith, attore forse mano bravo ma di maggior fascino, che ha lasciato almeno un grande segnale, quello dell'ufficiale antagonista di Harvey Keitel ne I duellanti di Ridley Scott.
Quella di David si può chiamarla duttilità, che piacque ad almeno due fra i massimi maestri, Hal Ashby e Bergman. Il regista inglese lo volle in Questa terra è la mia terra, nel ruolo di Woody Gutrie, il cantante ispiratore dei grandi movimenti libertari degli anni sessanta, e modello di Bob Dylan, fra gli altri. Lo svedese lo impiego ne L'uovo del serpente, una storia disperata che preannunciava lo spettro del nazismo nella Germania degli anni venti. Anche il piccolo schermo deve un tributo all'attore, capace di dare corpo e volto alla serie Shane, eroe assoluto del western che era stato portato sul grande schermo da Alan Ladd, al quale in qualche modo la produzione lo fece assomigliare. E capace di rappresentare Kwai Chang Caine, l'eroe silenzioso e mistico di Kung Fu. Una parte che si sarebbe rivelata decisiva negli anni e nei ruoli a venire.
Nell'era recentissima un altro importante autore, Quantin Tarantino, ha ritenuto che David avesse la personalità giusta per il ruolo, davvero di protagonista, di Bill, nei due episodi di Kill Bill. Sì, protagonista a quasi settant'anni. Un'anomalia alla Carradine. Ma la citazione finale è per I cavalieri dalle lunghe ombre, di Walter Hill, dove David e i fratelli Keith e Robert davano corpo e volto agli Younger, i tre fratelli amici di Jessie e Frank James. Tre fratelli a fare tre fratelli. Un'altra bella anomalia alla Carradine.
Talento e capacità di riproporsi.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati