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David Copperfield, la letteratura di Dickens approda su Rai Uno

Dalla penna del grande romanziere un personaggio da non confondere con l'omonimo illusionista.
di Alessandra Giannelli

Dal libro al piccolo schermo

venerdì 24 aprile 2009 - Televisione

Dal libro al piccolo schermo
Da uno dei romanzi più popolari, ma anche più letti, da generazioni di adolescenti, David Copperfield, un film di Ambrogio Lo Giudice, co-prodotto da Rai Fiction e Rizzoli Audiovisivi, in onda, in prima serata su Rai Uno, domenica 26 e lunedì 27 aprile. Ad interpretare il noto personaggio è il bravo Giorgio Pasotti, a fianco a lui, un'altra eccellente protagonista, Maya Sansa, ma anche Gianmarco Tognazzi, nel personaggio del "cattivo" Uriah Heep, Stefano Dionisi, che interpreta Edward Murdstone, Chiara Conti, nel ruolo della madre di Copperfield e Larissa Volpentesta, nei panni di Emily. Un racconto, in realtà, non così letto, ma bensì tramandato oralmente, sostiene il responsabile Rai Fiction Max Gusberti, ma di certo un grande romanzo, anche un successo per la televisione nel 1965 (il celebre sceneggiato, interpretato da Giancarlo Giannini, divenne un cult), che crea una certa continuità, "televisivamente parlando", con la tradizione di riadattare alcune storie famose, come è accaduto con Rebecca-La prima moglie, che dovrebbe essere il "gusto" di Rai Uno.

Il capolavoro di Dickens
Copperfield è il capolavoro di Charles Dickens, quello che lui chiamava "il suo figlio prediletto", per avervi inserito molti elementi biografici (lo stesso autore ha sperimentato la condizione operaia in una fabbrica di lucido per scarpe a dodici anni), sebbene Dickens fosse un personaggio più complesso, rispetto all'ingenuo Copperfield. Nessuno come Dickens ha saputo descrivere la poesia, ma anche l'orrore e il fascino, nella grande metropoli. È il momento in cui la rappresentazione di una realtà, come quella del Capitalismo, nella fase della sua prima accumulazione, era molto viva. Pur scrivendo in una proiezione di ordine borghese, ha saputo rappresentare il conflitto sociale, la miseria, la povertà, la differenza tra le due città (come il titolo di un altro suo romanzo: Racconto di due città). Un'opera, incalza Gusberti, che si presta ad una lettura televisiva, che è stata realizzata con un ritratto d'epoca molto accurato, con dei magnifici costumi, una fotografia cromaticamente ricca per le inquadrature con tagli originali dal regista, che ha saputo guidare un gruppo di attori di elevata qualità come l'interpretazione di Pasotti (il cui personaggio è stato raccontato in maniera precipua, in ogni sua evoluzione e cambiamento (Copperield bambino è interpretato da Christian Frasacco), ma anche quella della Sansa che è stata brillante (l'attrice ha tratto una "linfa di poesia" da un personaggio non semplice: una ragazza che ama per tutta la vita un uomo che si ostina a vederla solo come una sorella); così come la bellezza e la bravura di Chiara Conti, nel disegnare il personaggio della madre: tenera, ma anche fragile nelle scelte; la forza sinistra di Murdstone, interpretato dal bravissimo Dionisi; la novità dell'interpretazione di Patrizio Roversi, nel ruolo di Mr. Micawber, che è uno dei personaggi più proverbiali e fantasiosi inventati da Dickens; ed infine, l'interpretazione che dà Tognazzi, in uno dei ruoli più strepitosi del libro, perché riesce a rendere questo personaggio non in modo caricaturale, ma delineandone i tratti di dolente umanità.

I motivi di un adattamento
Perché un film su David Copperfield? Angelo Rizzoli spiega che fondamentale è il contenuto di questo romanzo, da legare alla figura di Charles Dickens. Un'epoca importante quella in cui fu scritto il romanzo, quella dell'età di sviluppo, quando la società inglese ha creato una serie di riforme di cui Dickens è stato uno dei protagonisti. Riforme come la tutela del lavoro minorile, di quello femminile e il diritto di sciopero, le prime forme di assistenza gratuita ai lavoratori, il progressivo accrescersi del diritto di voto. Dickens è stato il protagonista di questo cambiamento raccontato nei suoi romanzi, in particolare in Copperfield: la storia di un bambino povero e orfano che riesce a liberare se stesso fino a diventare un uomo e sconfiggere i prepotenti, coloro che lo hanno perseguitato, conquistando il diritto ad una vita felice. Stilisticamente parlando, la fiction è più vicina al cinema rispetto al famoso sceneggiato, ha dichiarato Ambrogio Lo Giudice.

Giorgio Pasotti, che esperienza è stata?
Sono molto orgoglioso di aver interpretato un personaggio così importante e lo sono perché è un romanzo importante e ho un illustrissimo predecessore, Giancarlo Giannini. Sono felice per aver fatto, per la prima volta, anche un film per ragazzi, per bambini, cosa che non mi era mai capitata. Credo che questo Copperfield possa far sedere sul divano diverse generazioni e non è un qualcosa, oggi, di così scontato. Ho avuto l'onore di lavorare con attori straordinari come Maya Sansa, con cui ci siamo 'sfiorati' più volte, ma non era mai capitato di lavorare insieme. Oltre ai miei colleghi, avevamo attori della Repubblica Ceca, che Lo Giudice ha scelto in loco, che sono straordinari, che hanno una gavetta alle spalle enorme e che hanno dato un peso specifico al film.

Maya Sansa, ci parli del tuo incontro con la letteratura classica?
Io l'ho letto Copperfield ed è stata una delle ragioni per cui, quando mi è stato proposto questo ruolo, non me lo sono lasciata sfuggire. A tutti noi, con vicende più o meno divertenti, è capitato di incontrare persone che pensavano che stessimo lavorando sulla biografia del mago e mi sembra questa una grande opportunità di ricordare che è esistito, ed esiste tuttora, questo bellissimo romanzo. Chissà, forse questa fiction stimolerà di nuovo i genitori a leggere il romanzo ai figli, i figli stessi a leggerlo, gli insegnanti a proporlo o parlarne. La televisione può servire anche a questo, riproponendo grandi classici.

Pasotti, lei come ha vissuto il suo personaggio?
È ovvio che dare qualcosa di nuovo ad un personaggio come Copperfield non era facile, però mi sono lasciato guidare molto da quel binario che Lo Giudice aveva costruito per me, abbiamo parlato spesso di quale chiave adottare per interpretarlo. David Coperfield è attuale e, come fece Giannini, che lo rese vitale anche con tempi comici, abbiamo cercato un certo distacco dal personaggio "british" di quel tempo. Quello che abbiamo cercato di fare è stato di renderlo un po' più nostro, comprensibile agli occhi, allo spirito, anche di noi italiani".

Larissa Volpentesta, dopo I Viceré, un altro film in costume?
Si, un bel film in costume. A me piacciono molto questi film, soprattutto i vestiti perché mi fanno sentire, ogni volta, un po' principessa. Un personaggio un po' simile a quello de I Viceré, di nuovo una ragazza che si lascia abbindolare da un uomo facoltoso con l'illusione di vivere una vita più agiata, ma viene abbandonata perché sono troppe le differenze che li dividono e lei proverà a cercare un riscatto, a far capire a tutti che lei non è un 'oggetto'. Un personaggio un po' difficile perché è molto diverso da me, ma tanta è stata la gioia nel poterlo interpretare.

Stefano Dionisi, non pensi che ormai solo per la tv si possano fare bei film, anche in costume, mentre al cinema c'è solo l' "oggi"?
La televisione alcune volte permette di fare film più complessi da un punto di vista produttivo e il divertimento è maggiore quando si fa un film in costume. Il mio personaggio è quello che fa scattare tutta la trama del film: il patrigno va nella casa di David Copperfield, se ne prende possesso, così come della sua eredità, lo obbliga a studiare e non più a lavorare, c'è un aspetto sadico di quest'uomo. Poi lo vedremo nella seconda parte solo per constatare la vittoria di Copperfield, che riavrà sia la donna che ama sia le sue proprietà.

Chiara Conti, ci parli della mamma Clara?
Clara è una mamma bambina, che gioca, ha un rapporto fisico con il figlio, di amore e di divertimento. Si spaventa e ride con lui, forse aveva un tipo di rapporto che non era ammesso, c'era più rigidità all'epoca, meno contatto fisico, bisognava mantenere un certo contegno.

Maya Sansa, il tuo personaggio può dirsi anche moderno?
Si, anche se ho visto che questa modernità all'inizio (in altri adattamenti televisivi o cinematografici), veniva sacrificata per mettere in evidenza questo suo lato angelico, paziente, di sorella, di confidente. Invece, la cosa che mi è piaciuta molto è il lavoro che abbiamo fatto con tutti di tirare fuori, in questa Agnes, la modernità che esiste nel romanzo. La grinta di Agnes è molto profonda, lei non si arrende, sotto sotto continua a credere in questa possibilità di conquistare David; insomma, la stimo molto. Il motivo per cui sono stata felice di far parte del progetto è stato principalmente per il romanzo più che per Agnes, ma interpretarla è stata una bella sorpresa.

Pasotti, lei come ha vissuto il suo personaggio?
È ovvio che dare qualcosa di nuovo ad un personaggio come Copperfield non era facile, però mi sono lasciato guidare molto da quel binario che Lo Giudice aveva costruito per me, abbiamo parlato spesso di quale chiave adottare per interpretarlo. David Coperfield è attuale e, come fece Giannini, che lo rese vitale anche con tempi comici, abbiamo cercato un certo distacco dal personaggio "british" di quel tempo. Quello che abbiamo cercato di fare è stato di renderlo un po' più nostro, comprensibile agli occhi, allo spirito, anche di noi italiani".

Cosa insegna questo romanzo?
G iorgio Pasotti: Per dire un'altra cosa retorica, è bello fare questi progetti perché si riscoprono certi ideali. Copperfield potrebbe anche somigliare ad un ragazzo attuale. Oggi, come allora, per raggiungere un obiettivo bisogna lavorare molto. Forse, nel mondo dello spettacolo, ci sono delle 'scorciatoie' però, in linea di massima, bisogna studiare, sacrificarsi e, come per Copperfield se questo porta ad affrontare difficoltà bisogna essere determinati. Questo personaggio, come prima cosa, insegna a credere in se stessi, in un progetto. Copperfield è anche una bellissima favola con personaggi meravigliosi, per interpretare i quali il regista ha scelto bei volti, bei fisici, che ricordano le storie che mi leggeva mia madre da piccoli. È bello pensare che questa fiction possa essere vista dai bambini, per farli ancora sognare.

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