Una fiaba classica dal look fiammingo
D esperaux è il topo animato che con le sue avventure segna l'ingresso della Universal nel mondo dei cartoni animati. Un topo per iniziare tutto, come un'altra più storica casa di produzione.
Ma il topo Universal è molto particolare, e introduce interessanti novità. Non somiglia ai divertenti animali parlanti della Dreamworks e nemmeno alle romantiche figure Pixar, ha uno stile tutto suo per un film molto ambizioso che cerca una forma particolare per una storia particolare.
"In un medium che dà a tutti noi infinite e inedite possibilità artistiche sembra che tutti siano bloccati nella medesima visione. Noi invece volevamo dare l'idea che una troupe fosse entrata in una fiaba creata dai maestri della pittura fiamminga e avesse piantato una macchina da presa per riprendere quel che accade", così il direttore della fotografie spiega una delle tante ardite scelte visive di una favola dall'impianto molto canonico che riporta al cinema in forma moderna quell'ottica spietata sul mondo che solo le favole classiche hanno.
Arrivare ad una simile sintesi non è stato certo facile, specialmente senza esperienza alle spalle (la Universal fino ad ora aveva animato solo personaggi digitali per film reali). Le soluzioni approntate dunque sono state oltre che interessanti soprattutto innovative e determinanti anche per i prossimi progetti della concorrenza.

Di necessità virtù: un nuovo modo di fare economia senza rinunciare alla qualità
Sono stati davvero audaci alla Universal a partire con un film simile. Difficilissimo da realizzare per quanto è pieno di ambienti diversi, oggetti in scena e diverse texture (cioè diverse superfici) da rendere realistiche e necessariamente riprendere da vicino (data la dimensione minuta dei topi). L'idea ovviamente era di andare in economia e per quanto possibile riutiilizzare il medesimo lavoro per risolvere diversi problemi.
Una delle idee più interessanti in questo senso è stata ad esempio quella di usare la variazione di grandezza dei diversi mondi (quello degli umani, quello dei topi e quello dei ratti) come una risorsa. Ad esempio il tessuto e il disegno della trama del cuoio che riveste un libro degli umani è lo stesso tessuto disegnato che è usato come poggiaschiena per le piccole sedie nel mondo dei topi. Sono infatti poi le differenze di scala a rendere le due trame diverse a vedersi.
Intelligenza e volontà di fare un prodotto serio. Le Avventure Del Topino Despereaux lascia che ad ogni importante elemento della storia corrisponda una scelta sul modo in cui mostrarlo rifiutando però nettamente una visione eccessivamente pittorica. Se si escludono alcune immagini che sono palesemente costruite come un dipinto per il resto il film non vuole infatti avere quella patina di perfezione formale che rischierebbe di appesantirlo levando spontaneità alle inquadrature.

Tutto viene dalla luce
Un altro elemento al quale necessariamente è stata data molta attenzione è la luce. E' da come le scene sono illuminate infatti che arriva molto del look fiammingo, da come la luce fioca o forte si rifrange sugli oggetti: "Per arrivare a questo in ogni momento ci siamo chiesti come arrivasse questa luce, da quale fonte e con quale intensità. E se si trattava della luce del giorno bisognava stabilire che tempo ci fosse. Il meteo è fondamentale per la trama, si passa da grande sole a tempo spesso grigio, cosa che non ha reso il lavoro più facile".
Ecco un altro esempio di fatti ed elementi del racconto che trovano un corrispettivo nel modo in cui sono mostrati. Nella storia quando cala la depressione sul reame dove vivono i protagonisti, anche il cielo diventa costantemente nuvolo e grigio e questo si deve notare in ogni scena. I toni dei colori necessariamente cambiano e riflettono una situazione di clausura ancor più buia.
Per gli interni invece il mondo dei topi è stato disegnato utilizzando luce riflessa, cioè quella degli ambienti degli uomini che appunto di riflesso illumina il mondo nascosto dei topolini. Mentre quello dei ratti, ancora più sotterraneo, è come una metropoli di notte. Cose simili richiedono competenze di fotografia pura impossibili per dei normali animatori. Ecco dunque entrare in scena Brad Blackbourn, un uomo con le idee molto chiare su cosa fare e in che maniera per rendere il film unico.

Un direttore della fotografia al timone. Mai più senza
La lamentela principale dei reliazzatori di Despereaux è che da quando la computer grafica è entrata nell'animazione tutti i cartoni sembrano colorati alla stessa maniera: "E' come se ogni film in live action avesse la stessa fotografia di Il mago di Oz, Lawrence d'Arabia o 2001: Odissea nello spazio". A dirlo è proprio il direttore della fotografia del film, Brad Blackbourn, il quale punta il riflettore su un tema all'ordine del giorno nel mondo dell'animazione digitale: quello della fotografia di un cartone.
Gli ultimi lavori Dreamworks e Pixar non a caso hanno avuto personalità davvero illustri (come ad esempio Roger Deakins per Wall-e) arruolate come consulenti per la fotografia. Professionisti in grado di dare pareri ed aiutare a creare quel look unico per ogni inquadratura del film a cui fa riferimento anche Blackbourn e che sicuramente è presente in un'opera così particoalre come Le Avventure Del Topino Despereaux.
Quale utilità si può avere da tutto ciò lo si capisce da queste altre parole di Blackbourn: "Avevamo sviluppato il film per uno schermo dalle dimensioni di 1.85 ma poi ho pensato che per raccontare la storia di un piccolo topo che si avventura in un grande mondo fosse più adatta una dimensione più epica e quindi lo Scope. Fatti i dovuti test capimmo che per le inquadrature degli umani era meglio lasciare il formato invariato e semplicemente adattare le inquadrature tagliandole mentre per gli altri momenti un allargamento sarebbe stata la soluzione più adatta".