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Jessica Lange, sessanta volte bellissima

La bionda di King Kong, il gorilla più famoso del cinema, ne ha fatta di strada.
di Paola Monticelli

Un’icona di Hollywood: Da King Kong a Il postino suona sempre due volte
Jessica Lange (Jessica Phyllis Lange) (74 anni) 20 aprile 1949, Cloquet (Minnesota - USA) - Ariete.

lunedì 20 aprile 2009 - Celebrities

Avere sessant'anni e non sentirli. Voltarsi indietro e rivedere una carriera splendida, fatta di tante perle, inanellate una dietro l'altra, scoprendo di essere una di quelle attrici di Hollywood che hanno lasciato il segno. Jessica Lange oggi spegne 60 candeline. Ripensando col sorriso a quando King Kong la prese in ostaggio per posarla sulle Torri Gemelle di New York, nel lontano '76, è evidente che di strada ne ha fatta tanta...
Nata nel Minnesota in una famiglia col vizio del viaggio, per via del lavoro di suo padre, Jessica si iscrisse alla University of Minnesota, indirizzando già il percorso di studi verso l'ambito artistico, sognando di diventare una pittrice. Ma l'incontro con il fotografo Paco Grande (che sposò poi nel 1970) cambiò il suo destino. Anche se per Jessica il momento della svolta fu la notte in cui guardò Les enfants du Paradis, un classico del cinema francese datato 1945 che amò a tal punto da partire per Parigi a studiare recitazione. Con il matrimonio in crisi, dopo due anni di studio in Francia, ripiegò su un'agenzia di modelle per trovare lavoro. Nel 1976, una sua foto finì sulla scrivania di Dino De Laurentiis che, notandone la somiglianza con una certa Marilyn Monroe, la trovò perfetta per il ruolo della bella che fa innamorare la bestia King Kong, nel remake del classico del 1933 che stava per essere girato. Jessica venne così catapultata nell'universo della settima arte. Alcuni critici furono duri con lei, per via di un'interpretazione che risentiva della mancanza di esperienza, ma Jessica capì che la vocazione del cinema era ormai la via maestra. Rinunciò a pellicole che regalavano facile popolarità, ma scelse di fermarsi qualche anno per poter perfezionare la sua arte. La seconda perla si chiama All that jazz – Lo spettacolo continua, film autobiografico del regista Bob Fosse, che racconta la sua vita a passi di danza, tra teatro e cinema, e il suo rapporto con le donne, l'amore e il tema della morte. Il film ricevette 4 Oscar e la Palma d'Oro a Cannes nel 1980.
L'anno successivo un'interpretazione che resterà negli annali del cinema fu quella de Il postino suona sempre due volte, ennesima trasposizione del romanzo di James Cain, ma unica versione che ne riporta i veri contenuti espliciti e bollenti che, fino a quel momento, avevano incontrato la censura. Accanto a Jack Nicholson, Jessica Lange non solo non sfigura, ma soprattutto, non fa rimpiangere le attrici che l'avevano preceduta. La stessa Hollywood fu costretta a fare i conti con questa bionda piena di talento, che aveva dimostrato di non essere solo bellissima: nel 1982 arrivò, infatti, il primo Oscar come attrice non protagonista in Tootsie, film di Sydney Pollack che mise in luce tutto il talento di Dustin Hoffman, attore dilettante sfortunato che raggiunge il successo travestendosi da donna ed è costretto a fare i conti con la parte femminile del suo essere. Che il 1982 fosse un anno d'oro fu dimostrato dal fatto che la Lange era candidata all'Oscar anche per un altro film, Frances, biopic sulla vita dell'attrice ribelle Frances Farmer, in un ruolo che le più grandi attrici di Hollywood sognano almeno una volta nella vita. Ma la fortuna non finì qui perché, proprio su quel set, Jessica Lange trovò il secondo amore della sua vita, il drammaturgo Sam Shepard, al quale è legata tutt'ora.

Dopo pellicole minori, ma non per questo di inferiore bellezza, come Country e Sweet Dreams, e lo splendido Far North diretto dal suo compagno, Jessica lavorò con un altro maestro del cinema, Martin Scorsese. Il suo Cape fear – Il promontorio della paura, è il primo remake del regista, che ci regala la famosissima interpretazione di De Niro nei panni di un sadico stupratore che terrorizza a fuoco lento la famiglia del suo avvocato difensore. Il 1994 fu l'anno del bis dell'ambita statuetta: Jessica Lange si aggiudicò l'Oscar per Blue Sky, diretto da Tony Richardson, nella versione moglie infedele, bizzarra, capricciosa ed esibizionista di un ufficiale che si ritrova alle prese con esperimenti nucleari. In quegli anni Jessica scoprì anche Broadway, lanciandosi in una nuova sfida teatrale con "Un tram che si chiama desiderio", ma i critici, ancora una volta, non riuscirono a rinunciare al gusto del pregiudizio sugli hollywoodiani che si misurano col teatro. Jessica si prese la sua rivincita nei teatri del vecchio continente: fu un successo a Londra nei panni di Blanche Dubois. Sempre qui, negli anni successivi, fu la stella di "Lungo viaggio verso la notte" e "Lo zoo di vetro". La seconda metà degli anni Novanta fu una fase buia, cinematograficamente parlando. Ma questo dimostra una delle peculiarità più importanti di Jessica Lange: non piegarsi mai alle regole del successo. La bellissima attrice del Minnesota non ha mai ceduto al fascino di un blockbuster che dà visibilità e copertine, nemmeno quando aveva ventisette anni ed aveva esordito con un film popolarissimo come King Kong; molte attrici di oggi avrebbero approfittato del momento, ma lei rifiutò pellicole facili e scelse lo studio.

La rinascita non poteva che avvenire con un altro mostro sacro del cinema: il visionario dark Tim Burton che la scelse per Big Fish – Le storie di una vita incredibile. Nel film Jessica è la moglie del protagonista, quel Edward Bloom che sfugge la vita reale, rifugiandosi nella fantasia più sfrenata. Il capolavoro burtoniano la riportò agli antichi splendori e seguirono diverse pellicole tra cui Masked and Anonymous nel 2003, per la sceneggiatura di Bob Dylan, Broken Flowers accanto a Bill Murray nel 2005 e Sybil di Joseph Sargent nel 2007. Gli ultimi due lavori sono Quel che resta di mio marito, commedia alla Thelma e Louise in cui la sempre bellissima Jessica Lange, a bordo una Cadillac Bonneville, intraprende un viaggio insieme a due fedelissime amiche per riportare le ceneri del marito all'odiosa figliastra e Chèri, un dramma in costume intenso quanto Le relazioni pericolose dove ritroviamo Jessica nella veste di produttrice.
Jessica Lange a sessant'anni suonati è l'emblema dell'antidiva. Lontana dal clamore di una vita da star, lontana da Hollywood e gelosa della sua vita privata, da custodire come uno scrigno prezioso, dice: "Ho deciso di trasferirmi in Minnesota perchè volevo dare ai miei figli un senso di stabilità e perchè desideravo che mia madre trascorresse gli ultimi anni della sua vita insieme a tutti noi. Adoro stare vicino al Mississipi, ascoltare i suoni della natura. Ma quando torno a Hollywood lo faccio sempre con piacere, tanto so che è per poco... " Ma lei che ha vissuto sulla sua pelle 60 anni di quel mondo dorato di Hollywood, crede sia cambiato? "In meglio o in peggio? Viviamo in una società dominata dai giovani qui in America e questo si riflette in tutte le aree: nel cinema, nella musica... è un peccato, ma è vero. In teatro è diverso, c'è un'enorme biblioteca di ruoli per donne dai 40 anni in su e ogni tanto arriva anche qualche film, certo nel cinema la concorrenza è più dura perché quelle parti sono sempre di meno. Devo dire che se devo paragonare il numero di copioni che prendevo in considerazione quando avevo 30 anni e ora, ovviamente allora erano molti di più. Eppure mi chiedo: i copioni che offrono oggi ad attrici trentenni sono ugualmente interessanti di quelli che ricevevo io allora? Non mi sembra. Allora era un periodo d'oro. Solo ogni tanto adesso arriva qualcosa di speciale e di diverso e poi credo che ci siano delle porte aperte per me oggi che non lo erano prima, ruoli in teatro scritti per donne fantastiche della mia età".
E' proprio vero... Jessica Lange è una donna fantastica. Ancora bellissima, come se 60 primavere non fossero passate. Tanti auguri!

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