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70 candeline per il Padrino Coppola

Francis Ford Coppola compie 70 anni.
di Paola Monticelli

Mi sento come un diciottenne
Francis Ford Coppola Altri nomi: (Thomas Colchart / Francis Coppola / Dad / Francis ) (85 anni) 7 aprile 1939, Detroit (Michigan - USA) - Ariete.

martedì 7 aprile 2009 - Celebrities

Mi sento come un diciottenne
A chi gli ha chiesto di raccontare il suo rapporto con l'età e gli anni che passano, Francis Ford Coppola ha risposto: "Ho attraversato tante fasi nella mia vita. Ho avuto la fortuna di fare un lavoro affascinante, ma anche la gioia di godermi una famiglia e un lungo matrimonio. Ho visto i miei figli crescere e diventare artisti. E adesso, alla mia età, ormai libero dal bisogno di guadagnare, ho l'opportunità di tornare con lo spirito a quando ero giovane e inseguire la carriera che sognavo allora. Sì, mi sento come un diciottenne". E invece questo maestro del cinema di anni ne ha settanta. E promette di regalarci, con l'entusiasmo di un ragazzino, ancora altri grandi capolavori, arricchendo di nuove perle una collana di titoli che hanno fatto la storia di Hollywood, dalla metà degli anni Sessanta ad oggi.
Di origini italiane (i suoi nonni erano di Bernalda, provincia di Matera) è nato a Detroit, ma cresciuto in un quartiere italo-americano di New York, in una famiglia nata sotto il segno dell'arte. Il padre Carmine un musicista jazz, primo flauto dell'Orchestra Sinfonica di Detroit, la madre Italia Pennino aspirante attrice, la sorella Talia Shire è la famosa Adriana urlata da Rocky Balboa e suo fratello, professore di Letteratura, è il padre dell'attore Nicolas Cage, solo per citarne alcuni. La parola "successo" sembrava già una sorta di anagramma del suo cognome. Nel 1960 Coppola si laureò in teatro alla Hofstra University, per poi studiare cinematografia alla UCLA, e diventare subito dopo l'assistente di Roger Corman, emblema dei B-movies americani. E' proprio con lui che prende dimestichezza con i ferri del mestiere, imparando a montare, a curare i dialoghi, a scrivere le sceneggiature e a dirigere. Così nel 1963 è pronto per l'esordio con il lungometraggio Terrore alla tredicesima ora che gli vale l'arruolamento nella fila della Seven Arts come sceneggiatore. E, proprio come sceneggiatore, Francis si porta a casa il primo Oscar per Patton, generale d'acciaio. Correva l'anno 1971. L'anno successivo la svolta: il capo della Paramount gli affida un vero e proprio tesoro, un soggetto tratto dal libro di Mario Puzo "Il Padrino". Il film diventa il gangster movie più amato di tutti i tempi e mostra un Francis Coppola, solo trentaduenne, ma già geniale e pronto al rischio: fa pressioni sulla produzione per alzare il budget della pellicola, rischia il licenziamento per la scelta degli attori (soprattutto per Marlon Brando e Al Pacino), mostrando fin da allora una certa insofferenza per le regole della produzione hollywoodiana. Preoccupato prima dell'uscita del film, ricorda :"Per me Il Padrino era un progetto facile, mentre per gli Studios era troppo lungo e cupo e per loro avevo usato male un attore come Marlon Brando. Lo feci vedere a Robert Towne, che mi disse che era straordinario e che Al Pacino era stupendo. Ma per me il film non era andato, pensavo "ho tre figli da mantenere, come farò adesso?" E invece l'epopea della famiglia mafiosa dei Corleone vince tre Oscar, proiettando il suo regista nell'olimpo dei cineasti. La stessa dorata sorte tocca a Il Padrino – Parte II nel 1974, che diventa il primo sequel della storia del cinema a riuscire nell'impresa. Intanto Francis è un'artista che non può esaurire la sua vena creativa solamente nella regia, così fonda una casa di produzione, l'American Zoetrope, rivelandosi come uno dei maggiori talent-scout della settima arte. Titoli come American Graffiti dell'amico George Lucas, Kagemusha – L'ombra del guerriero di Akira Kurosawa, il Frankenstein di Mary Shelley con la "creatura" De Niro, Il giardino delle vergini suicide della figlia Sofia e Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton sono venuti alla luce anche grazie a lui.

Eterna giovinezza al maestro Coppola!
A distanza di sette anni dal Padrino, Francis ritorna sul grande schermo con un'imponente produzione che è considerata l'ultimo tassello della New Hollywood anni '70: Apocalypse Now. Liberamente tratto dal romanzo "Cuore di tenebra" di Conrad, ha tutte le caratteristiche del grande evento: una realizzazione lunga quattro anni, tifoni che ne bloccarono le riprese più volte, crisi nervose della troupe e addirittura un tentativo di suicidio per il regista (mai confermato), ne crearono facilmente il mito. Molto apprezzato dalla critica, meno dal pubblico, come dichiarò lo stesso Coppola: "Si è sempre consapevoli che quando si fa un film ci vuole tempo per far decidere al pubblico se l'opera piace o no. Apocalypse piace adesso e non quando è uscito; molti dei capolavori migliori hanno bisogno di tempo per diventare tali e non ci si deve preoccupare dell'immediato". Il film fu premiato con la Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1979, anche se in una versione non ancora definitiva. Una produzione mastodontica come quella di Apocalypse Now, che portò quasi alla bancarotta la casa di produzione Zoetrope, lasciò spazio negli anni '80 a pellicole con minori pretese commerciali ma degne di nota come Un sogno lungo un giorno, I ragazzi della 56ª strada, Rusty il selvaggio, Peggy Sue si è sposata, Tucker – Un uomo e il suo sogno; la motivazione è semplice per Coppola "quando si è all'apice della carriera tutti vogliono realizzare progetti che vadano a contribuire alla letteratura del nostro settore, nessuno vuole sentirsi un regista intrattenitore". Torna a due prodotti commerciali, per risanare le casse produttive, scopo più o meno dichiarato, nel 1990 con l'ultima puntata della saga corleonese Il Padrino – Parte Terza e nel 1992 con Bram Stoker's Dracula, un cast d'eccezione che ha i volti di Anthony Hopkins, Gary Oldman, Keanu Reeves e Winona Ryder per una sfilza di applausi che sanno di Oscar. Una lontananza dal set lunga diversi anni ha fatto pensare ai titoli di coda su una carriera lunga e impeccabile, ma Coppola ammette "ho cercato di ritrovarmi come scrittore più che come regista, in modo da tornare al cinema con una veste nuova". Il ritorno, datato 2007, si chiama, quasi ironicamente, Un'altra giovinezza, dove un intenso Tim Roth è il precursore di un ben più famoso Benjamin Button.
Francis Ford Coppola, amante della sua Italia tanto da sognare di aprire una scuola di sceneggiatura e di cinema nella natia Bernalda, viticoltore appassionato del suo Rubiconde, padre esemplare di una famiglia che Hollywood non dimenticherà tanto facilmente, cacciatore di talenti vivaci, padrino di attori che abbiamo imparato a venerare, per il suo compleanno si fa (e ci fa) un regalo: una nuova pellicola dal titolo Tetro da aggiungere al suo carnet, che resterà oscura ancora per poco, fin quando a Cannes vedrà la luce e, sicuramente, i nostri applausi. Eterna giovinezza al maestro Coppola!

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