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Fast & Furious, a volte ritornano

L'incontro con Vin Diesel e Michelle Rodriguez in attesa dell'uscita del quarto capitolo della celebre serie cinematografica.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

The Fast and The Furious, otto anni dopo
Vin Diesel (Mark Vincent) (56 anni) 18 luglio 1967, New York City (New York - USA) - Cancro. Interpreta Dominic Toretto nel film di Justin Lin Fast & Furious - Solo parti originali.

giovedì 26 marzo 2009 - Incontri

The Fast and The Furious, otto anni dopo
Allacciatevi le cinture di sicurezza: il prossimo 17 aprile in 380 sale italiane si udranno i rombi del quarto capitolo di Fast & Furious. A otto anni da The Fast and The Furious e dopo la parentesi di Tokyo Drift – che vedeva Dom Toretto in un cameo a bordo della sua auto truccata – Vin Diesel e soci tornano sul grande schermo protagonisti di un'avventura che dalla Repubblica Dominicana, passando per Los Angeles, li porterà nel deserto messicano sulle tracce di un pericolosissimo Signore della droga. In attesa che il film esca sugli schermi abbiamo incontrato Vin Diesel e Michelle Rodriguez.

Siete consci del fatto che in Italia il tuning, la passione per le auto truccate, è esploso dopo l'uscita di The Fast and The Furious?
Vin Diesel: Siamo molto orgogliosi di aver dato vita a questo fenomeno, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. Quando nel 2000 abbiamo realizzato il primo episodio della serie Fast & Furious eravamo consapevoli del fatto che si stesse sfruttando un mercato sotterraneo, poco conosciuto e frequentato. La nostra è stata una presa di posizione piuttosto netta perché all'epoca le auto truccate erano costosissime, oggi invece si può trasformare un'auto comunissima in una Lamborghini!
Michelle Rodriguez: Quello che mi piace della professione di attrice è che si può dare voce a fenomeni sotterranei e ad attività non dichiarate, illegali, di cui fanno parte quelle che chiamerei le tribù contemporanee. Attraverso il cinema gli attori – e di conseguenza il pubblico – possono avvicinarsi a mondi sconosciuti.

Come è stato ritrovarsi sul set?
Vin: Devo dire che è bello tornare a lavorare con le persone che erano lì con me quando ho fatto il mio ingresso a Hollywood. Michelle rappresenta il mio primo amore, in termini cinematografici. Prima di The Fast and The Furious non avevo ancora avuto l'opportunità di rappresentare l'amore in un film perché avevo avuto solo ruoli marginali. Mi piaceva l'idea di tornare a lavorare insieme e portare avanti una storia fra due persone che si amano profondamente.
Michelle: Otto anni fa The Fast and The Furious ha rappresentato per tutti noi il primo film importante – è stato il trampolino di lancio per molti di noi – e ritrovarci dopo così tanto tempo è stato come tornare in seno alla famiglia. Perché, proprio come nel film, siamo innanzitutto amici. Siamo legati da un affetto profondo.

Perché c'è voluto così tanto per realizzare un sequel che vi vedesse di nuovo protagonisti? Vin: Perché aspettavamo una storia che potesse essere un'estensione del film originale, che mantenesse quell'integrità e che approcciasse il sequel alla maniera di Francis Ford Coppola. Quando si pensa a Fast & Furious si pensa automaticamente alle automobili, alle belle donne, alle corse, ma spesso si dimentica che alla base del film c'è la profonda amicizia tra un gruppo di persone che andava assolutamente messa in luce. La sceneggiatura di Chris Morgan soddisfaceva tutti questi criteri. Quando mi chiesero di fare un cameo in The Fast and the Furious: Tokyo Drift, i miei manager non volevano che accettassi, ma gli studios mi hanno convinto dicendomi che se lo avrei fatto avrei potuto produrre il quarto sequel. E così è stato.
Richard Riddick, Xander Cage, Dominic Toretto... a volte ritornano?
Vin: Come dicevo prima, non mi interessa fare un sequel se non mi soddisfa la storia. Ci sono voluti cinque anni per tornare al personaggio di Riddick e otto per rivestire gli abiti di Toretto. Probabilmente il terzo episodio di xXx lo dirigerà Rob Cohen ed è possibile che torni a lavorare con lui. La verità è che Hollywood non è mai riuscita a comprarmi. Non faccio un sequel solo perché lo desiderano loro. Quando decido lo faccio con il cuore. Non sono disposto a scendere a compromessi perché per me il cinema è sacro e come tale va rispettato.

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