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Scusate il disturbo, la riflessione degli anziani sulla vita

L'inedita coppia Banfi-Toffolo per raccontare di terza età, famiglia, amicizia e immigrazione.
di Alessandra Giannelli

La terza età
Lino Banfi (Pasquale Zagaria) (87 anni) 9 luglio 1936, Andria (Italia) - Cancro. Interpreta Antonio nel film di Luca Manfredi Scusate il disturbo.

venerdì 20 marzo 2009 - Televisione

La terza età
Sentimento e divertimento nel film tv diretto da Luca Manfredi, che ha, come interprete principale, l'attore pugliese Lino Banfi; una co-produzione Grundy Italia-Rai Fiction, prodotta da Roberto Sessa. Una "torta a più strati" secondo Francesco Nardella, responsabile Rai Fiction, che permette, sotto la glassa del divertimento, di raccontare storie anche diverse, con un lieve massimalismo; di affrontare, quindi, tematiche importanti perché la commedia, di questi tempi, riesce a comunicare molto. A più strati come l'attore protagonista che, per la sua storia professionale, ha la possibilità di essere tante cose: commedia, ma anche delicatezza; di essere nonno, ma anche padre, leggero e indisponente, una varietà e una gamma molto ampie. All'inizio, racconta Nardella, con Banfi, si era partiti da un soggetto che riguardava le case di riposo, la questione degli anziani, poi si è discusso, anche con il regista e gli sceneggiatori (Marina Nardella e Luca Manfredi) e la cosa è lievitata ed è diventata una storia più articolata con tanti temi, tra cui quello della terza età, cui se ne aggiunge un ulteriore ovvero quello dell'immigrazione, di cui tutta la produzione è entusiasta poiché riguarda la comunità italiana a Buenos Aires, città location della serie. Una scelta questa che nasce non da subito, ma che poi, per motivi vari di produzione, è stata presa in considerazione ed è risultata vincente, dando valore al film. In Argentina sono rimasti per due mesi e lì il film sarà trasmesso, come in altri paesi dell'America latina. Ciò che offre in più questa mini-serie è anche la riflessione degli anziani sulla vita, che loro osservano, su cui loro fanno pensieri, attraverso la "doppia chiave" di Banfi: far ridere, ma, allo stesso tempo, pensare.

Banfi - Toffolo
Altra considerazione va fatta sulla coppia Banfi e Toffolo, altro protagonista del film. Loro rappresentano due realtà, Sud e Nord, opposte, ma anche divertenti, formando la simpatica coppia Lino-Lino. Luca Manfredi ne ribadisce l'importanza, raccontando che è stato proprio Banfi, quando si doveva scegliere il suo compagno, a dirgli che gli sarebbe piaciuto avere accanto un veneto, ricordandosi di un film di Nino Manfredi, In nome del papa re di Luigi Magni, dove si parlava di un cardinale (appunto Nino Manfredi) che battibeccava con un perpetuo veneto (il bravissimo Carlo Bagno) e, visto che serviva un attore "tenero", che fosse subalterno, ma non ossequioso e che avesse la sua stessa età, alla fine è venuta l'idea di Toffolo che, dopo tanti anni, è tornato sulle scene con un ottimo risultato.
Importante prova per lo stesso Lino Banfi (che ha recitato, in questa occasione, anche in spagnolo) il quale, ultimamente, apprezza il fatto di interpretare personaggi "tosti" come egli ha ammesso (si pensi a Il padre della sposa, film-tv discusso, ma di successo, che trattava il tema dell'omosessualità femminile), perché è bello affrontare argomenti che "significano qualcosa". Banfi spiega di aver insistito per Toffolo (che ha conosciuto nel 1982 nella trasmissione "Risatissima") perché il veneto, per nascita, è difficile che faccia delle cattiverie, per loro va sempre tutto bene, un atteggiamento da contrapporre alla rabbia meridionale. Toffolo, a sua volta, in un ostentato veneto, ribadisce che la colpa di questa "avventura televisiva" è stata proprio di Banfi, ammettendo che da molto tempo non compare in televisione (dove, per far ridere, si deve per forza essere volgari), avendo preferito il teatro, ma anche la vita comune, anche se, ogni tanto, deve "farsi vivo" perché, non comparendo pubblicamente, non é credibile.
Anche la scelta degli altri attori, a detta di Luca Manfredi, è stata a lungo studiata e, alla fine, per il figlio Guido, è stato scelto Blas Roca Rey, un attore adrenalinico, ma anche fragile e Sara D'amario per il personaggio di Cinzia, la nuora. Altri due attori, che entreranno nella seconda parte dello sceneggiato, sono Francesco Acquaroli (Angelo) e Sergio Solli (Ragioniere), che sono un po' il gatto e la volpe.

Chi è che all'estero ha voglia di tornare al paese di origine?
L ino Banfi: Io, girando in Argentina, ho visto questa grande comunità dove si parla o il pugliese strettissimo o lo spagnolo, ma l'italiano non se lo ricordano. In molti di loro c'è la vergogna di tornare perché non si sono realizzati. Alcuni vivono in un'immensa favelas, simile a quella di Rio de Janeiro, ci sono otto mila famiglie italiane che non danno più notizie e non vogliono che si sappia che sono italiani perché, appunto, non vogliono tornare 'sconfitti' e sono rimasti a fare i poveri. Altri stanno benissimo, nonostante le ultime vicissitudini, e tornano a fare il loro mese di vacanze in Puglia. Mi ricordo un prete che, durante una funzione, ha cominciato a parlare di me ai fedeli come di un grande attore italiano e, avvicinandosi, ha esclamato 'poca puttena', facendo la mia imitazione a dimostrazione che lui era di Barletta. Alcuni sono felicissimi di incontrarci.

Quali temi tocca questo film?
L ino Banfi: Prima di tutto, la tristezza dell'immigrazione, ma anche il senso dell'amicizia perché, tra i due Lino nasce un grande affetto. Per star vicino a Toffolo, vado con lui nella casa di riposo, pur non avendone bisogno e io sono quello che combina più casini di tutti e capiscono che non ho bisogno di stare lì. Ecco perché, come si diceva prima, questo film ha tre, quattro sfaccettature; ognuno si può identificare in ognuno di questi argomenti.

Un altro tema è quello della paternità, a lei è mai successo di darsi da fare per i suoi figli, anche se aveva raggiunto una certa serenità?
L ino Banfi: È proprio perché ho raggiunto il benessere, la notorietà, che voglio sentirmi la famiglia vicino. Per l'origine, ma anche per abitudine, io racconto sempre tutto ai miei figli, c'è una riunione di famiglia per ogni iniziativa che ho e, quindi, si vivono insieme sia le cose felici sia quelle meno, come in tutte le famiglie. Ho fatto nascere mia figlia Rosanna, ma ho assistito anche ai suoi parti cesarei, aiutando il chirurgo, ecco perché con lei c'è un rapporto stupendo. Tutti sono fondamentali, io li riunisco e chiedo loro pareri, anche sui personaggi che mi propongono. Più ci sarà successo e benessere, più la mia famiglia parteciperà a tutto!.

I suoi progetti la vedono più all'estero che in Italia?
L ino Banfi: Ho fatto un film in Germania, tratto da un libro di un giornalista (l'equivalente di un redattore del Corriere in Italia) che ha avuto un successo enorme. Io ho recitato interamente in tedesco, anche se pensavo che mi avrebbero doppiato e ciò mi fa ridere. Per la realizzazione del film hanno pensato a me, dopo avermi visto in molte serie, e sono venuti a propormi la parte. Il film uscirà in 800 copie e si intitola Maria, non gli piace. Loro dicono che sarà un successo e già stanno parlando di un altro film. Non so se ripeterò l'avventura di parlare in tedesco.

Il secondo film in Germania sarà un seguito del primo?
L ino Banfi: L'autore ha scritto un altro libro di cui vogliono fare il film in America; io ho avuto contatti con la Fox, i responsabili sono venuti a Roma a conoscermi. Anche qui un altro dilemma, io non parlo inglese, e mi rispondono "sorry' come se fossi malato. Sono molto incuriositi perché pare che io, con questo film, lanci un linguaggio nuovo.

Toffolo, lei che è del Nord, si è trovato, a livello familiare, con delle diversità caratteriali?
L ino Toffolo: Facendo questo mestiere, muovendosi, la testa diviene più 'generica'. Questo contatto con Banfi è stato interessante, un'affinità che mi era successa solo con Mastroianni, abbiamo recitato anche senza provare. E poi Lino non è un 'regionale'. Il regionalismo sta sparendo sempre di più, anche perché la televisione sta omologando l'Italia.

Blas Roca Rey, ci descrive il suo personaggio?
È molto divertente, è uno che prova ad essere lo 'specchio' di questi tempi, che a me non piace, cioè un tipo arrivista, arrampicatore e non gli riesce tanto bene e questo lo rende più umano e simpatico perché poi vedrete che lui accetterà quello che è, recuperando il rapporto con il padre. Come accade sempre, nella buona commedia, si alternano momenti drammatici con quelli comici, senza ombra di volgarità. Per me è stata una grande gioia quella di lavorare con i due Lino, che conosco fin da piccolo.

Sara D'Amario, lei è la "responsabile" della fuga del suocero (Lino Banfi)? Alla povera Cinzia possiamo addossare tutte le colpe, in questa storia è un parafulmine. Posso dire che, dopo le scene in cui lo maltrattavo, appena Luca dava lo 'stop' io andavo da Lino e mi scusavo, dicendogli che non era nulla di personale, che mi avevano 'scritta' così. Il suocero 'fugge' perché lei entra con una certa spavalderia a casa sua e denigrando qualsiasi cosa le capiti a tiro. E' detestabile e non si comporta bene con nessuno. Ha un marito goffo, se vogliamo darle una scusante, ma non so quanto possa essere valida perché lei ne combina di tutti i colori, compreso il fatto di essere cattiva anche con il figlio. Il tentativo che abbiamo fatto è stato quello di smorzare i toni dell'odio, rendendola più commedia. Il film-tv andrà in onda domenica 22 e lunedì 23, alle ore 21.10, su Rai Uno.

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