Besson durante le riprese di Leon Dopo un incidente avvenuto durante un'immersione all'età di 17 anni, Luc Besson decise che il suo futuro sarebbe stato nel cinema, dato che non poteva più immergersi e lavorare con i delfini. La decisione presa, poco dopo l'incidente, avvenne dopo aver realizzato il suo amore per la scrittura e le immagini, Besson decise quindi di provare a visitare un set, dove lavorava il fratello di un amico. L'esperienza fu per il giovane entusiasmante "Così sono andato sul set e la prima cosa che mi ricordo è che c'era questo grande camion parcheggiato fuori e poi c'erano dei cavi che sembravano ombelicali. Potevi trovare il set seguendo questi cavi ed era una cosa come –wow- e seguendoli sono arrivato in una stanza, che era piena di luce e mi sono innamorato. In quel periodo stavo vivendo in una piccola città a 60 km da Parigi, così il giorno dopo sono tornato a casa per vedere mia mamma e le ho detto che avrei cominciato a fare film e avrei interrotto la scuola e l'ho salutata. E l'ho fatto! Pochissimo tempo dopo ho fatto un corto ed era, molto brutto. L'ho fatto perché volevo provare che potevo fare qualcosa".
Besson decise quindi di fare l'assistente, prima come terzo, poi come secondo fino ad arrivare alla posizione di primo, "La cosa divertente è che più andavo lontano, più pensavo che ci avrei messo più tempo per diventare un regista. Perché più sai, più vedi. Dopo due anni ho pensato – Mi ci vorranno dieci anni per diventare un regista-". Ma la confidenza per girare un film arrivò a Besson due anni dopo e così girò Le dernier combat.

Besson durante le riprese di Giovanna d'Arco Durante la sua carriera, Besson ha scritto 38 sceneggiature e prodotto 94 film ma ha solamente diretto una dozzina di pellicole. Nel 1998 il regista aveva dichiarato che non avrebbe diretto più di una decina di film e che si sarebbe poi dedicato alla produzione. "Ci sono solo pochi registi che ho veramente amato e che hanno fatto cinque, sei grandi film, ma che stanno ancora continuando a dirigere e sono triste. Vorrei dirgli –Fermatevi, per piacere-. Uno vede tutto in natura, cresci ed hai tante cose da dire. E poi un giorno cominci a ridire sempre le stesse cose, così penso sia naturale e elegante ad un certo punto dire -L'ho gia detto...e arrivederci-". Il regista, con i suoi film, ha lasciato un segno sul cinema d'azione degli anni novanta, con pellicole come Leon e Nikita, ed ha poi fondato nei primi anni del 2000, una casa di produzione, la EuropaCorp con cui ha prodotto 64 film in 6 anni, quasi una decina all'anno: alcuni sono film francesi, altri provengono dalla Danimarca, Italia, Spagna e fra questi ci sono film come The Transporter e Danny the Dog.

B esson sta crescendo diversi registi di film di genere che fanno film basati sulle sue sceneggiature e con i quali, grazie alla sua esperienza come regista, non litiga mai. "Provo sempre a portare la mia esperienza, ma sono sempre molto attento a rispettare il loro mondo e a come vogliono fare il film". Besson non si trova quasi mai sui set, a meno che i registi non lo chiamino in cerca di aiuto "Qualche volta, perché succede, sono stanchi ed hanno una grande scena con tre telecamere e dicono –Luc, puoi venire domani? Sono esausto, puoi aiutarmi?-" ma Besson non pensa di sparire completamente dal mondo cinematografico "Io amo scrivere, amo produrre. Non scomparirò del tutto. È solo che il lavoro di regista è così esigente che non puoi fare tutto nella tua vita, e non faccio film piccoli, sempre così.. Io scrivo, dirigo, tengo la cinepresa, sono in sala di montaggio, faccio tutto fino alla fine".