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The Wrestler: la quadratura del cerchio

Vincitore del Leone d'oro a Venezia, arriva in sala e sul ring l'eroe in disarmo di Mickey Rourke.
di Marzia Gandolfi

Two, three, four
Mickey Rourke (Philip Andre Rourke Jr.) (67 anni) 16 settembre 1956, Schenectady (New York - USA) - Vergine. Interpreta Randy 'The Ram' Robinson nel film di Darren Aronofsky The Wrestler.

mercoledì 4 marzo 2009 - Incontri

Two, three, four
Dopo aver girato la storia di un uomo che insegue l'immortalità e scopre la mortalità, Darren Aronofsky, il newyorker di origine ebraica, trasforma un combattimento posticcio come il wrestling in una pratica sacra. Recuperato il one man crash Mickey Rourke, lott-attore bello e selvaggio degli anni Ottanta, Aronofsky gira la parabola classica e malinconica di un eroe del New Jersey che combatte per essere. Randy "The Ram" è un wrestler professionista in disarmo e un padre dalle troppe occasioni fallite, ha il volto spappolato e il corpo segnato da una non rassegnata stanchezza, l'anima inquieta e i capelli ossigenati. Randy è un "vecchio" lottatore e la sua età fictionale coincide con l'età dell'attore che lo interpreta. L'immagine del wrestler che mette in scena la finzione di una violenza estrema diventa emblematica della posizione di Rourke davanti all'immagine (dis)incarnata che lo rappresenta sullo schermo. Dopo essersi sfasciato la faccia e la carriera, dopo sette anni di combattimenti sul ring e quattro plastiche facciali, dopo la collera e il malore esploso contro tutto e tutti, Mickey Rourke rialza la testa come un "ariete" e festeggia idealmente la sua seconda giovinezza cinematografica. A un soffio dall'Oscar, accordato alla silhouette esile di Sean Penn, l'ex "Johnny il bello" è ripartito alla conquista della Hollywood perduta, rientrando nel giro delle grandi produzioni. Gli occhi dell'industria e dei giovani cinefili sono di nuovo puntati su di lui e la sua filmografia torna a popolarsi di film e ruoli di primo piano, dopo il lungo purgatorio delle piccole parti dello scorso decennio. Sputtanata la carriera in un perverso gioco di autodistruzione e ritrovata con il roccioso e iracondo Marv di Sin City, Rourke diventa l'eroe ruvido di una ballata di Bruce Springsteen, il corpo e l'anima di un wrestler di Asbury Park, che realizza la quadratura del cerchio, assimilando il ring (l'attore) al quadrato (il personaggio). L'interprete è stato scelto per rendere più (in)credibile l'aspirazione artistica e il patimento fisico (e spirituale) del personaggio. Sul ring/altare si consuma il Sacrificio della carne, di un campione scordato (dal mondo) e arrestato in un fermo-immagine, di un ribelle cinematografico in volo sul nero dello schermo. Aronofsky ancora una volta estromette il tempo e come un arbitro fischia un intervallo metafisico che inchioda l'atleta, spegne le voci, ferma il cuore e canta Bruce. Two, three, four.

Dalla boxe al wrestling
Mickey Rourke: Non sono mai stato un fan del wrestling, anzi sinceramente prima di girare il film di Darren Aronofsky avevo davvero poco considerazione per questo sport, insomma andiamo si trattava di uomini di oltre centro chili che si scaraventano a turno su un tappeto. E poi io venivo dalla boxe, mi ero dedicato a questa disciplina, ero salito sul ring a dare e prendere pugni e avevo perciò un atteggiamento spocchioso. Poi quando iniziai ad allenarmi per preparare il mio personaggio andai in una scuola di wrestling e in quella palestra dopo circa due mesi finalmente capii la dedizione e il sacrificio di questi atleti e feci ammenda.

Dal quadrato allo schermo
Mickey Rourke: Per tornare a fare film ho dovuto mio malgrado abbandonare la boxe. Sono sceso dal ring senza aver mai perso un incontro, ne ho registrato otto, sei vittorie e due pareggi. Praticando questa disciplina non avrei mai ottenuto parti importanti e di rilievo nelle produzioni, per cui nel tempo in cui sono stato El Marielito, era questo il mio nome di battaglia, ho lavorato esclusivamente in produzioni indipendenti. Per le assicurazioni se pratichi la boxe è come se facessi uso di droghe o avessi problemi con l'alcol, appartieni alla categoria che loro definiscono Alto Rischio. Non è stato facile riconquistare la fiducia dei registi e poi trovare i personaggi giusti per me, quelli che avrei potuto interpretare al meglio, cucendomeli addosso. Quando ormai stavo navigando in una carriera di soli B-movie, Darren mi ha offerto un grande ruolo, quello di Randy, un personaggio così simile a me. Mi è stato persino permesso di scrivere i miei dialoghi e di lavorare in piena libertà alla costruzione di un eroe che aveva perso la bellezza e la tempra di un tempo.

Una ballata per Ram
Mickey Rourke: Io e Bruce (Springsteen) ci siamo conosciuti diversi anni fa nel New Jersey. Bruce è sempre stato un buono amico e mi sono pentito di non averlo cercato nei momenti più bui della mia vita. Abbiamo però continuato a scriverci lettere e in un periodo difficile per lui, erano morti da poco Danny Federici, tastierista e pilastro della E-Street Band e Terry Magovern, assistente e road manager di Springsteen, ha trovato la forza di comporre "The Wrestler", una ballata ruvida e straordinaria che mi ha poi regalato. Con la sua arte ha saputo creare un lottatore eroico e un combattente malinconico giunto alla fine dei suoi giorni.

Il lott-attore
Mickey Rourke: Non so dire se sono stato migliore come un pugile o come attore, sono "mestieri" troppo distanti che richiedono però entrambi un lungo training. Quando ci si prepara per combattere sul ring o per recitare sul set bisogna essere e rimanere concentrati e questa è una cosa che ho imparato con gli anni, invecchiavo e diventavo più saggio. Da giovane troppe volte sono stato indisciplinato e arrogante, facevo sempre di testa mia e non ho mai ascoltato o anche solo seguito i consigli dei coach. E nella boxe la vittoria te la guadagni durante gli allenamenti. Non si vince sul quadrato senza metodo, misura e disciplina. Adesso che ho ripreso a recitare, boxare mi manca tantissimo ma ho dovuto mio malgrado ripiegare sul cinema perché sul ring rischiavo la pelle. Il mio ultimo esame neurologico era drammatico, la mia faccia era spappolata dai pugni che ho cominciato troppo presto a incassare. Non avevo scelta.

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