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Watchmen: l'apocalisse dei supereroi arriva anche al cinema

Prosegue il discorso cinematografico di Il cavaliere oscuro.
di Gabriele Niola

Dal fumetto al film
Jeffrey Dean Morgan (58 anni) 22 aprile 1966, Seattle (Washington - USA) - Toro. Interpreta Il comico nel film di Zack Snyder Watchmen.

lunedì 2 marzo 2009 - Approfondimenti

Dal fumetto al film
Nell'epoca di Il cavaliere oscuro il regista di 300 gira l'adattamento di Watchmen. Questa è la definizione più corretta che illustra la natura del nuovo film di Zack Snyder e come abbia compiuto un lavoro mostruoso per adattare al linguaggio del cinema le sensazioni e quindi il senso stesso del fumetto di Alan Moore senza rinunciare a se stesso e alle proprie idee da regista.
In questo senso Watchmen non è più solo il fumetto di Moore ma il film di Snyder che lo legge per noi, ci sono i colori di Snyder, il sangue (digitale) di Snyder, le sue accelerazioni seguite da ralenti e tutta una serie di marchi di fabbrica attraverso i quali il regista cerca di spiegare con immagini quello che il fumetto spiega sulla carta stampata.
Le musiche d'epoca utilizzate come nei film "nostalgia" per ricordare gli anni d'oro dei supereroi, l'uso dei flashback, quello moderato degli effetti speciali e solo quando sono indispensabili (mentre di ritocchi digitali il film è pieno) e infine l'idea di un film dal ritmo rilassato e dalla durata di due ore e mezza sono solo alcune delle armi con le quali Snyder cerca di operare la traduzione.
Ma più in là ancora Watchmen (il film) tenta un salto avanti in più rispetto a Watchmen (il fumetto) per parlare del proprio mezzo, cioè per inserirsi nella linea evolutiva dei supereroi sullo schermo e non per usurpare quella dei supereroi sulla carta. Così nel finale del film (che comunque è il medesimo del fumetto, stiano tranquilli i fan!) viene introdotta una piccola variazione che non è possibile non ricondurre a Il cavaliere oscuro per come consenta una lettura della storia e del ruolo dell'eroe in tutto e per tutto simile a quella del film di Nolan.

Impossibile adattare i miei fumetti
È stata la storia che ha spostato in avanti la frontiera dei fumetti sui supereroi verso un limite che non è poi stato nemmeno eguagliato. Watchmen ha ridefinito il senso non solo di raccontare storie sui supereroi ma anche di leggerle: la serietà, l'intelligenza, la plausibilità e la passionalità profuse nell'opera fondamentale di Alan Moore l'hanno resa una delle 100 migliori opere letterarie per il Times e nessuno che l'abbia letta ha poi potuto leggere allo stesso modo un altro albo di supereroi. Potrà essere la stessa cosa per il cinema supereroistico? Probabilmente no, e non perchè il film Watchmen non sia all'altezza del fumetto ma perchè non è un fumetto, è un'altra cosa che, pur raccontando la medesima storia, cerca di fare qualcosa di diverso.
Lo spiegò bene lo stesso Alan Moore, autore oltre che di Watchmen anche di altre perle, quando nel 2001 uscì From Hell (sempre da un suo fumetto) dichiarando al Los Angeles Times: "Oggi sembra che tutti credano che se una cosa funziona come opera letteraria allora funzionerà ancora meglio come film, come videogame, come fumetto... Io nei fumetti che scrivo cerco di fare qualcosa che non possa essere ripetuta dalla televisione, dai film o dall'intrattenimento interattivo".
Chi ha ragione? L'autore dell'opera originale, colui che l'ha concepita e strutturata da zero, oppure l'autore del film, colui che ha deciso di fare l'adattamento avendo in testa una ragione per farlo e un'idea su come farlo?

Film migliore del fumetto?
Manca la storia parallela a fumetti di pirati e cadaveri che il bambino di colore legge durante tutto lo svolgersi degli eventi, manca il continuo contrappunto dei media insistenti e trapananti come un sottofondo e mancano gli ampi flashback sulla storia degli eroi mascherati degli anni '40, tutte cose che per ragione di opportunità e per necessità di brevità Snyder ha deciso di omettere dal suo Watchmen, andando al cuore della faccenda, scegliendo di raccontare l'essenziale visto che tale essenziale già è sufficientemente ampio e complesso.
Parlare di aderenza del fumetto al film sembra avere poco senso, ma in realtà è forse più valido per ciò che appunto non c'è. Nel film davvero c'è quasi tutto l'essenziale di Watchmen comprese molte immagini che sono prese pari pari (come è giusto nel caso di idee particolarmente efficaci), in più c'è un ragionamento sul modo in cui si raccontano le cose al cinema rispetto a come le si racconta sulla carta che in un certo senso migliora alcuni aspetti della storia.
Lo si vede nel modo in cui sono montate le molte sequenze con grande presenza musicale (che in un film rigorosamente ricalcato su un fumetto non potrebbero esistere), da quanto siano fondamentali e quante cose importanti raccontino in maniera filmica. Ma ancora di più lo si vede nel modo in cui il film riesce a chiudere e tirare le fila della storia meglio del fumetto.
Sarebbe stupido affermare la superiorità dell'uno sull'altro, perchè uno è l'originale parto del proprio autore e l'altro un adattamento che persegue altre finalità pur sulla stessa strada, eppure non è difficile capire come l'esigenza di asciugare, andare all'essenza e raccontare in maniera chiara abbia fatto sì che il finale del film sia dotato di un pragmatismo e riesca ad andare dritto al punto meglio di quello del fumetto che invece sembra morire lentamente girando su se stesso.

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