Santi, fanti e divi
Era un giovane attore fatale, emigrato pugliese da Castellaneta e approdato in California per inseguire un sogno spettacolare. Aveva sguardi languidamente ardenti per sedurre e innamorare fanciulle dentro il costume e il ruolo di uno sceicco arabo o di un nobile romano, di un aviatore o di un gaucho. Era Rudy Valentino, attore impostosi per caso o per fortuna tra un valzer e un tango, tra dive e donne bellissime. Un fenomeno di costume e di fanatica esaltazione mistico-collettiva nell'America populista e maschilista degli anni Venti. Celebre e celebrato, amante e amato, non è lui il Valentino a cui gli innamorati sono devoti dal 273 d.c., è piuttosto il vescovo santo (lui sì) e martire di Terni. Come insegna Giacosa, librettista di Puccini, è bene scherzare coi fanti e lasciare stare i santi, eppure, osservata la quiete del contemporaneo cinema sentimentale, bisognerebbe forse votarsi al divo Valentino, i cui peccati e la cui santificazione si compirono in vita e a un passo da Hollywood. Che crediate al santo o al divo, il quattordici febbraio innamoratevi al cinema ed esponetevi alla vertigine delle grandi passioni, dei piccoli e grandi amori, di un marito di troppo, dello shopping esasperato, di un'amica "in guerra", senza evitare i deragliamenti sentimentali sulla Revolutionary road o la furia di un desiderio agli antipodi.

Baci rubati
Un mandriano senza altro nome e una lady inglese, un ragazzino di borgata e una liceale borghese, una moglie e un marito da sposare e un altro da cui divorziare, due amiche a un passo dall'altare e dalla guerra, una donna invaghita dello shopping. Sono queste e molte altre ancora le commedie che riempiranno i vostri occhi in sala nelle loro declinazioni sentimentali, sofisticate o romantiche. Se siete sopravvissuti alle lacrime di Nicole Kidman e all'amore struggente di Australia, se avete attraversato indenni la Revolutionary road di Mendes, a San Valentino concedetevi il lieto fine ed emozioni rappacificate. I love shopping, Questo piccolo grande amore, Un marito di troppo, Nick & Norah sono commedie dalla ricetta classica e sicura come amore e fantasia, levigate e amabili come possono renderle la bionda Uma Thurman o la mora Anne Hathaway, fluide nell'articolare i conflitti di cuore. Sul fronte italiano debuttano invece Emanuele Bosi e Mary Petruolo, in corsa verso la "prima volta" e dentro una traiettoria amorosa senza un attimo di tregua, fra eroismi e flussi emotivi che si smorzano di fronte alle delusioni. Sono i giovani e trepidanti protagonisti del "piccolo grande amore" di Riccardo Donna, che colgono l'attimo fuggente teneramente intrecciati nel fervore dell'imprinting amoroso. La voce e i testi di Claudio Baglioni accompagnano idealmente i film degli innamorati, costruendo la cartografia di un territorio sconosciuto e la geografia del comportamento amoroso, sottolineando le esplorazioni coraggiose degli amanti, gli errori, le codardie, i tradimenti, i riscatti e le intuizioni. A San Valentino è forse più facile descrivere l'amore, facendo scivolare leggera la macchina da presa sulle cose del mondo, pronta a infiammarsi a ogni accenno d'emozione. Basta mettere in scena le azioni che riproducono la vita così come è stata vissuta ed ecco che il suo senso viene alla luce, per una magica alchimia della pellicola.