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Aspettando il sole: intervista al cast

Un film che gioca con i generi del cinema e con le sue piccole grandi stelle.
di Marianna Cappi

Un sole nero
Vanessa Incontrada (45 anni) 24 novembre 1978, Barcellona (Spagna) - Sagittario. Interpreta Kitty Galore nel film di Ago Panini Aspettando il sole.

venerdì 13 febbraio 2009 - Incontri

Un sole nero
Esce il 20 febbraio in cinquanta copie griffate Mikado Aspettando il sole, lungometraggio con cui Ago Panini si affaccia sul grande schermo, dopo aver a lungo frequentato quello piccolo, come regista di spot e videoclip.
Nel bel mezzo di niente, nel tempo di una notte, tre balordi s'imbattono in un blocco di cemento, l'Hotel Bellevue, formicaio di esistenze solitarie e marginali, destinate a venir coinvolte in un unico inarrestabile destino. Un "Four Rooms" nostrano, meno colorato di spettacolo e più intriso di sconsolante umana piccolezza. Ambientato alle soglie del dominio della televisione commerciale, è un film che gioca con i generi del cinema e con le sue piccole grandi stelle, da Raoul Bova a Gabriel Garko, Claudia Gerini e Vanessa Incontrada.
Giuseppe Cederna, per il ruolo del portiere di notte Santino, è stato premiato al 26° festival del cinema italiano di Annecy. Definirebbe la sua recitazione più vicina di quella dei suoi comprimari ad un modello teatrale?
Cederna: In Italia quando si attribuisce ad un attore una recitazione teatrale suona come un'offesa. La verità è che abbiamo accettato tutti quanti questo film perché ad ognuno di noi permetteva di fare un personaggio nuovo, diverso da quelli solitamente frequentati. In teatro l'attore è un pittore che dipinge su una tela grande e deve parlare un po' più forte per farsi sentire, al cinema invece deve saper levare. Io spero di esserci riuscito. Comunque, avrei potuto adottare una recitazione molto più cinematografica se non fosse stato per Santamaria e Venitucci che mi hanno mandato fuori dai gangheri (ride). Sono persino tornato dallo psicanalista.
Come è stato assortito il cast?
Panini: Sono da sempre un appassionato dei film nei quali gli attori vengono utilizzati in modo diverso dal solito, come Jack Lemmon in Missing o Tom Hanks in Era mio padre. Volevo Garko per fare un debole, Vanessa per fare una pornostar, Raoul Bova per fare uno che viene abbandonato. Nel cinema italiano il problema è che ci sono pochi personaggi, pochi attori che fanno sempre lo stesso ruolo, invece qui non è così: Vanessa è Kitty Calore, non è Vanessa Incontrada, è una maschera.

Com'è nato il progetto?
Panini: L'idea è quella che qualunque cosa, vista da lontano, perde di significato mentre occorre entrarci dentro per vederne la vera natura. I due grandi temi del film -l'amore e la morte- avevano bisogno di tante voci, per questo ho voluto fare un film corale.

È un film politico? Perché la scelta dell'anno 1982? È il sol dell'avvenire che si sta aspettando?
Panini: Questo film è come una cipolla, ha diversi strati. Il 1982 è un anno in cui ancora ci si poteva perdere (i telefonini non erano ancora diffusi ovunque), in cui alle 4 di notte in tv ci si poteva ancora imbattere in Detour in televisione, in cui si potevano dire bugie. Oggi non c'è la libertà di non essere perennemente connessi. Il titolo allude all'attesa di un risveglio, del cinema, dell'Italia, delle persone. Mi dicono che non sembra un film italiano e mi dispiace, perché vuol dire che noi non abbiamo più il cinema di genere ma solo il genere "cinema italiano".

Come vi siete "connessi" al vostro personaggio?
Incontrada: Facevo teatro a Napoli, Ago è venuto e abbiamo passato un giorno intero a parlare di Kitty. Mi sono lasciata guidare da lui, ho dato il mio cuore ad un personaggio che lui aveva ben scolpito in mente. Ho avuto solo 4 giorni di riprese a disposizione e ho lavorato sulle emozioni, non sullo studio. Io faccio così.

Santamaria: Il mio personaggio è tutto quello che io non vorrei essere. Uno di quelli che, quando ero piccolo, si sentivano qualcuno perché impennavano con la moto. Quando il portiere gli dice che è "banale", lo ferisce nell'intimo, perché in fondo sa che è vero. All'inizio volevo dargli un accento diverso da quello romano, che è il mio, ma poi ho deciso di lasciarglielo e di caricarlo. È uno che vuole dimostrare di essere qualcosa ma è tutto il contrario. È stato molto interessante lavorare come attore in questo film, perché molto è stato fatto nelle prove sul personaggio, noi attori abbiamo partecipato creativamente, cambiato i testi. Non tutti lo fanno. Ho lavorato con registi, come Avati o Faenza, che non amano fare le prove e non chiedono all'attore cosa ne pensa del personaggio. Muccino, invece, fa molte prove. Sono modi diversi di lavorare.

Garko: Io credo che ogni attore si dovrebbe poter aggiustare un po' il testo su se stesso. Non ho voluto fare il piemontese perché ci ho messo talmente tanto tempo a togliermi di bocca quell'accento che non potevo rischiare di riappropriarmene. Ho fatto il siciliano e ci ho aggiunto la zeppola. All'inizio non ero convinto di fare questo film, non c'erano soldi, c'era poco tempo, ma non appena ho letto la sceneggiatura e ho parlato con Ago non ho più avuto dubbi. Era dal tempo delle Fate Ignoranti che non mi capitava un personaggio così diverso dal mio solito.

Fortuna: Ago ha ragione, nel cinema italiano sono sempre i soliti attori a fare sempre i soliti personaggi, ma non perché manchino le idee. Ci tengo a precisarlo. Io faccio tanti film, nei quali recito parti molto diverse, ma poi i film non escono o, se escono, non se ne accorge nessuno perché magari c'è Spiderman in 800 copie o Brizzi in 700 o Verdone in 800. Nella mia "stanza" è stato bello cercare di costruire un set porno e mostrare che è un mestiere, con esseri umani che interagiscono e persino s'innamorano.

Ravello: Io sono la spalla di un volpino, che per il film ha guadagnato più di me. Eppure il mio personaggio è scandalosamente plausibile e reale. Purtroppo ho fatto tre giorni di prove con un volpino dall'alito tremendo. Spero sia morto.

Da quanto tempo sognavi di fare il cinema?
Panini: La prima stesura di Aspettando il sole risale a nove anni fa, al 2000. Il sogno di fare il cinema è il sogno più vecchio che ho. Da bambino passavo le estati a Santa Margherita Ligure con mio nonno ma, per non scottarmi al sole, visto che ho la pelle molto chiara, passavo i pomeriggi al cinema. Ne ho visti tanti. I videoclip e la pubblicità sono stati e sono la mia università e lì non puoi sbagliare, non puoi sforare. Ho fatto Aspettando il sole con la stessa équipe tecnica con cui faccio pubblicità, perché con loro lavoro al meglio. Non capisco chi si vergogna di fare la pubblicità nel 2009, quando è chiaro a tutti che ogni cosa è finanziata dalla pubblicità, anche i film e i concerti.

Cosa rappresentano le termiti nel film?
Panini:Secondo me rappresentano tutto quello a cui non facciamo attenzione e che ci manderà in malora. L'innalzamento del clima, lo scioglimento dei ghiacci...non ci penso, perché sono cose lontanissime dalla mia stanza, ma se il nostro pianeta morirà sarà probabilmente per l'innalzamento del clima. Ci sono piccole cose che possono scatenare conseguenze gigantesche. È questo che dice il film.

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