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Alessio Di Clemente: intervista esclusiva

Ballando, ballando dimostro la mia professionalità.
di Alessandra Giannelli

Attore e ballerino

venerdì 13 febbraio 2009 - Televisione

Attore e ballerino
Attore di teatro, ma anche interprete di molte fiction, oggi Alessio Di Clemente è un ballerino provetto nella trasmissione di Milly Carlucci, ma sarà al fianco di Terence Hill nella fiction Doc West, in onda ad aprile. La critica lo definisce un sex symbol, ma lui è pronto a dimostrare che la professionalità è tutto ciò che conta per fare l'attore, che è un mestiere vero.

Quando è nato, in te, il desiderio di fare l'attore?
Avevo cinque anni e non guardavo i cartoni animati, ma solo i film; sono cresciuto con il cinema e devo anche ammettere che qualche film mi ha persino cambiato, mi ha fatto vedere delle cose in cui mi sono riconosciuto e mi hanno aiutato a prendere delle decisioni. Una volta lasciai persino una fidanzatina per un film! Evidentemente, la passione per il cinema già c'era. Qualche anno dopo, ho incontrato per caso una persona che mi ha indirizzato al Centro Sperimentale di cinematografia, sono andato e ho vinto il provino, fummo scelti in sedici su ottocento e ho pensato che, forse, poteva essere una buona idea.

Che cosa hai imparato al Centro Sperimentale?
Ho imparato che questo non è un gioco, ma un mestiere e quindi devi vivere 24 ore al giorno per questo lavoro. Non è una cosa che puoi fare così, in mezzo alle altre, ma tutta la tua vita deve essere legata a questo lavoro. Ho capito che cos'è la professionalità.

Come mai hai accettato la sfida di partecipare a "Ballando con le stelle"? Sei un ballerino?
Mai ballato in vita mia! Milly Carlucci, in passato, mi aveva cercato per altri due programmi televisivi (Notti sul ghiaccio e Uomo e gentiluomo), mi aveva visto in Incantesimo, gli ero piaciuto, poi, quando lo scorso anno, durante la precedente edizione, andai ospite alla trasmissione, mi è piaciuta moltissimo e ho espresso il mio desiderio di partecipare. È andata così.

Questa "avventura televisiva" cosa ti sta dando?
Io vengo dal teatro, dodici anni quasi sempre da protagonista, e questa esperienza mi sta dando la capacità di stare davanti al pubblico facendo un mestiere che, in realtà, non è mio. Questo mi fa crescere tantissimo, mi dà una sicurezza straordinaria perché tu sai che non è ciò che tu sai fare, ma lo fai davanti alle telecamere e davanti al pubblico dal vivo contemporaneamente. È una gran bella scuola!

Ti stai divertendo?
Tantissimo, anche se proviamo otto ore ogni giorno, è un incubo! Perché poi vivi tutta la giornata in funzione di quello, mangi e dormi in funzione di quello... però poi arriva il sabato e ci divertiamo un mondo!

Ci racconti di questa "diatriba" nata tra te e Stefano Bettarini?
Io non sono per niente competitivo, non soffro di invidie e gelosie nei confronti di nessuno e, quindi, questa sfida non me la sarei mai inventata. È nata quando Caroline Smith ha detto che io ero l'uomo "più sensuale". A Stefano, poiché è uno sportivo, ma pensando di essere lui il "gallo del pollaio", gli è scattata la competizione ed ha reagito così, davanti alle telecamere, anche in maniera esuberante e simpatica, e gli autori ne hanno approfittato e hanno creato questa sfida, che trovo molto divertente. Se dovessi dire che sono coinvolto da una sfida con Bettarini, proprio no, non lo sarei comunque, anche se fosse un attore. È solo un divertimento, un divertimento nel divertimento.

Appunto, la giuria del programma ti ha definito l'uomo "più verace, sensuale e passionale di questa edizione", che cosa ne pensi?
È vero che sono l'uomo più verace e cioè che "io sono io". Anche sabato quando Ivan Zazzaroni mi ha detto che, finalmente, sono uscito dal personaggio, io l'ho ripreso dicendogli che io sono vero, affronto tutto in modo onesto e faccio vedere quello che sono, mi metto in gara. Sabato ho capito che dovevo "buttarmi" in un'altra direzione e l'ho fatto, non è che sono uscito da un personaggio, semplicemente, ho affrontato la situazione da un'angolazione diversa. Per quanto riguarda il "sensuale" e il "passionale", è una cosa che ho sempre saputo, fin da ragazzino, e lo dico senza fare il finto modesto; le donne hanno sempre dimostrato che, in qualche maniera, perdevano un po' la testa. Io non credo di essere particolarmente bello, evidentemente è una dote che ho, qualcosa nel mio comportamento che è molto maschile. Se ti dovessi dire che è una cosa che m'interessa molto, al di là del mio lavoro e della possibilità di avere di un certo successo, ti direi di no, ma comunque non mi dispiace.

Prossimamente sarai al fianco di Terence Hill nella fiction "Doc West", qual è il personaggio che interpreti?
Sono il cattivo, il pistolero quello che, alla fine, si sfida con lui e mi sono divertito tantissimo a girarlo (in Nuovo Messico). È stata un'esperienza grandiosa con tutta la troupe americana, e con attori, oltre a Terence Hill, come Ornella Muti e Paul Sorvino (padre di Mira) e mi ha fatto crescere tantissimo perché, quando lavori con quella gente, o sei un super professionista o fai brutte figure. La metà della nostra troupe, infatti, ha lavorato con i fratelli Coen in Non è un paese per vecchi! Lì hai il riscontro e, molto probabilmente, anche dai consensi che ho ricevuto, la sfida l'ho vinta. Andrà in onda, in due episodi, i primi di aprile su Canale 5.

Tu hai fatto molto teatro, pensi di continuare?
La mia vita è sempre stata il teatro ed è come casa mia, però penso che, fare Incantesimo due anni, ha dato una svolta alla mia carriera e, quando tu stai dieci ore al giorno davanti alla telecamera, impari tanto perché la telecamera richiede un altro linguaggio. Il teatro è stato, però, fondamentale per la costruzione della mia carriera, ma fare la fiction ti completa, sicuramente.

Teatro e televisione, a quando il cinema?
Per essere uno che è uscito dal Centro Sperimentale fa un po' ridere non fare cinema, ma io ho fatto una scelta precisa perché, appena uscito da lì, mi sono chiesto "sai recitare?" (ed io per recitare non intendo stare davanti alla macchina da presa) e mi sono risposto di no, allora ho detto che dovevo andare nell'unico posto dove hai un riscontro che è il teatro e mi sono messo in quella scia. Visto che mi appassionava e che mi riusciva bene, sono rimasto coinvolto in quei dodici anni di lavoro, che mi hanno permesso di fare esperienze meravigliose anche all'estero (Francia, Scozia, Austria). Adesso, però, penso che sia giunto il momento e ho anche dei progetti, ma che non svelo ancora.

Quindi, altri progetti in vista?
Si, molti ed interessanti, ma non ne parlo ancora...Finché non si firma non si parla!

Tua moglie Ylenia ti consiglia nel tuo lavoro?
L'ho conosciuta in teatro perché lei lavorava per Telelombardia e aveva scritto un pezzo per lo spettacolo che stavo facendo al Manzoni di Milano, poi è un'appassionata di teatro, scrive, etc.. Un attore non può avere una moglie che capisca, segua e sia appassionata di quello che fai.

Che persona è Alessio, nella vita di tutti i giorni?
Quello con cui parli. Sono uno che commette l'errore di essere quello che è, sono trasparente. Alessio è una persona vera, con tutti i suoi difetti, che sono un milione...sono passionale, anche impulsivo, ma sono vero. Non faccio mai, io sono e questo, credo, sia l'unico pregio che ho!

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