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Il curioso caso di Benjamin Button: gli effetti speciali

Sei anni di ricerca per un risultato mai visto prima.
di Gabriele Niola

Il giovane e il vecchio Brad Pitt a confronto
Brad Pitt (William Bradley Pitt) (60 anni) 18 dicembre 1963, Shawnee (Oklahoma - USA) - Sagittario. Interpreta Benjamin Button nel film di David Fincher Il curioso caso di Benjamin Button.

mercoledì 11 febbraio 2009 - Making Of

Il giovane e il vecchio Brad Pitt a confronto
Un film di effetti speciali? Più di quanto non si sia mai visto! Ci sono voluti circa 6 anni perchè il progetto di portare su schermo Il curioso caso di Benjamin Button prendesse il via. 6 anni perchè la Digital Domain riuscisse a realizzare e sviluppare la tecnologia necessaria ad invecchiare Brad Pitt senza che questo risultasse snaturato nelle sue espressioni o nei suoi movimenti. E quando il 22 Febbraio l'Academy conferirà, come sembra scontato, l'Oscar per i migliori effetti speciali al team che ha lavorato sul film di David Fincher sarà riconosciuto uno dei lavori più innovativi degli ultimi anni.
L'idea e la tecnologia grazie alla quale è stato possibile portare su schermo personaggi credibilmente vecchi e giovani è stata la forza trainante del film, quella attorno alla quale è stata presa ogni altra decisione influenzando pesantemente il respiro generale dell'opera. Eppure non si tratta solo di un'incredibile innovazione in termini tecnici (una curiosa commistione di strumenti nuovi e strumenti vecchi utilizzati in maniera nuova) ma soprattutto un vero lavoro artistico, responsabile della creazione di un essere ibrido: un giovane vecchio non appartenente a nessuna delle due categorie eppure estremamente credibile. Un pupazzo digitale, un essere come non se ne sono mai visti dotato di espressioni vere, verissime. Quelle di Brad Pitt.

Brad Pitt invecchia
Innanzitutto l'invecchiamento. Invecchiare Brad Pitt è stata la cosa più importante nella lavorazione di Il curioso caso di Benjamin Button, quella che ha richiesto più lavoro. Lui è il protagonista della storia e non solo era chiaro che avrebbe avuto tutti gli occhi addosso ma aveva anche il compito di rendere credibile tutto il racconto.
Una parte dell'invecchiamento è realizzato con gli effetti speciali e una parte (quella più vicina alla sua vera età) è semplice trucco. In totale si può dire che ci sono 52 minuti di Brad Pitt digitale, da quando è a tavola e gli cade il cucchiaino a quando finisce la sequenza sul rimorchiatore. 52 minuti per realizzare i quali è stata necessaria una tecnologia senza precedenti che Digital Domain ha sviluppato in circa 6 anni, utilizzando i molti lavori nel campo delle pubblicità come campo di sperimentazione.
Alla fine il sistema utilizzato è un'idea originale della compagnia che prende il nome di Emotion e consiste in un uso combinato e innovativo di tecnologie nate per altri scopi. Si tratta di creare un database di tute le microespressioni catturate dal volto di Brad Pitt e associarle ai fotogrammi chiave dell'animazione delle componenti aggiunte in digitale. E proprio la cattura dei movimenti facciali di Brad Pitt, cioè le microespressioni, non è avvenuta come al solito tramite i molti sensori sparsi sul volto che caratterizzano il motion capture bensì con una polvere che sparsa sul volto lo copre interamente non lasciando spazi non rilevabili. Questo ha dato una ricchezza e una complessità ai movimenti catturati che non si erano mai visti prima.
Ma come nei casi migliori di effetti speciali non si è cercato il realismo al 100%. Benjamin Button non è un vecchio ma un giovane che sembra vecchio dunque in qualche maniera doveva sembrare "strano" o comunque "giovanile". È stato proprio David Fincher ad insistere perchè avesse quella testa fuori scala che lo facesse sembrare più strano di qualsiasi altro essere umano.

Brad Pitt ringiovanisce
Ma se invecchiare Brad Pitt è sicuramente la cosa che più ha richiesto lavoro e che più salta agli occhi nel film, lo stesso non si tratta dell'unico grande sforzo digitale della produzione. Anche il contrario, cioè ringiovanire i due attori, non è stato semplice. E per motivi completamente diversi.
A detta della stessa compagnia incaricata del ringiovanimento trovare delle rughe da eliminare nella pelle perfetta di Cate Blanchett è stato difficile e questo ha posto il grande problema di come ringiovanire il suo personaggio. Su cosa intervenire per farla sembrare più giovane?
Si è dovuto ricorrere alle nozioni sulle perfette proporzioni anatomiche, allo studio dei muscoli facciali e di come rispondano in maniera diversa ai diversi momenti dell'età di un essere umano. Ma se in fondo per Cate Blanchett si trattava semplicemente di trovare un qualsiasi modo affinchè lo spettatore avesse l'impressione di trovarsi davanti ad una persona più giovane di quello che è per Brad Pitt il processo è stato ancora più complicato.
Oltre che ringiovanirlo bisognava anche riportarlo ad un'immagine che è già nelle teste degli spettatori. A differenza di Cate Blanchett infatti l'immagine di Brad Pitt da giovane è molto nota, specialmente da Thelma & Louise in poi. In più la prima volta in cui lo si vede veramente giovane è una scena che doveva avere un effetto molto forte perchè al pari della protagonista non vediamo quel personaggio da molto tempo e il salto d'età doveva essere impressionante.
Per arrivare a tale risultato oltre a rimuovere ogni tipo di ruga si è deciso di lavorare sulle palpebre. Tutto il lavoro di rimozione delle rughe e di "scultura" delle palpebre sul volto di Pitt ha dato vita ad occhi la cui forma forse non è mai appartenuta all'attore ma che decisamente lo riportano ai suoi vent'anni.

Non ci sono solo gli attori
Non c'è stato però solo il lavoro sugli attori per Il curioso caso di Benjamin Button. Nella sua vita infatti il protagonista passa attraverso tali e tante avventure in momenti temporali completamente diversi che compagnie dvierse si sono dovute occupare di lavorare sugli scenari, i blue screen e le aggiunte digitali in tantissime scene. Molte per esempio sono state quelle ambientate in mare, per le quali ci si è appoggiati ad Asylum, studio di effettistica che aveva lavorato su Master and Commander. Una garanzia.
Il problema in quel caso è che la nave è stata sostanzialmente ripresa da ferma e nel film doveva sembrare che navigasse in mare in tutte le direzioni, in tutte le condizioni climatiche e in tutti i diversi momenti del giorno.
Allo stesso modo la Asylum si è occupata anche del sottomarino che si vede per alcuni momenti, un oggetto che in realtà nemmeno esisteva e che è stato creato dal nulla. Così per le complesse scene che vedono in campo le due imbarcazioni si è deciso di lavorare come se si trattasse di un'unica lunga sequenza invece che tante inquadrature separate ognuna bisognosa di un ritocco digitale.
Realizzare infatti una battaglia completa tra navi invece che a spezzoni ha dato modo allo studio di calibrare le velocità delle barche, il botta e risposta, le posizioni, i movimenti ecc. ecc. Tutte cose che se sbagliate, nonostante il montaggio avrebbero creato una stonatura nell'effetto finale.

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