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Questo piccolo grande amore: a un passo dal cuore

Il giorno di San Valentino, esce in 500 copie il "piccolo grande amore" di Riccardo Donna e di Claudio Baglioni.
di Marzia Gandolfi

Con tutto l'amore che posso (cantare)
Emanuele Bosi (39 anni) 15 aprile 1985, Roma (Italia) - Ariete. Interpreta Andrea nel film di Riccardo Donna Questo piccolo grande amore.

lunedì 9 febbraio 2009 - Incontri

Con tutto l'amore che posso (cantare)
Adattando l'omonimo album di Claudio Baglioni, Riccardo Donna e Ivan Cotroneo mettono in immagini il "piccolo grande amore" di Giulia e Andrea, giovani e innamorati nella Roma degli anni Settanta. Lui studente di architettura cresciuto a Centocelle, lei liceale borghese coccolata nel cuore della capitale, si incontrano a un passo dal cuore e da Piazza del Popolo. La voce narrante e "cantante" è quella di Claudio Baglioni, che ripercorre la sua biografia e la sua discografia dentro un film che intreccia relazione amorosa, musica e dialoghi di brani di canzoni. Nel mondo felicemente onirico e d'evasione degli innamorati in divisa militare e maglietta fina, irromperà però la realtà e la difficoltà di diventare grandi quando si avrebbe soltanto voglia di "mari, giochi, fate e baci a labbra salate". A Roma per presentare il loro film, regista e sceneggiatore confessano l'insostenibile leggerezza del primo amore, invitando gli spettatori a (ri)ascoltare i testi di Baglioni, a lasciarsi trasportare dal già noto e dal ritornello che viene alle labbra. Magari storpiato ma mai dimenticato.

Q.P.G.A.
Riccardo Donna: Il mio film rappresenta un quarto del Q.P.G.A., un progetto multimediale che prevede un libro scritto da Claudio Baglioni ed edito da Mondadori, un suo album che riprenderà le quindici canzoni storiche di "Questo piccolo grande amore" e molte altre sorprese. Diciamo però che il film in questione è stato l'evento scatenante, due anni fa Matteo Levi e Giannandrea Pecorelli chiesero i diritti a Claudio sui testi delle sue canzoni del 1972. Questo piccolo grande amore racconta per immagini l'album omonimo di Baglioni, i testi descrivono una storia d'amore universale che non appartiene soltanto agli anni Settanta. La collaborazione con Claudio è stata importante e da parte nostra abbiamo cercato di rimanere fedeli alle sue canzoni e ai suoi ricordi. Il film si avvia da una manifestazione in Piazza del Popolo perché era mia intenzione contestualizzare subito la storia, successivamente però l'amore tra Giulia e Andrea prende il sopravvento sugli anni della contestazione, rendendo il film davvero universale e fruibile ad ogni età.

Da Piazza del Popolo a Porta Portese
Riccardo Donna: Per creare gli elementi grafici del film sono partito proprio dall'album di Claudio, che contiene dei disegni prossimi a fumetti. Anche dal punto di vista estetico volevo aderire a quel disco storico. Contiguità che ho cercato naturalmente coi testi e coi luoghi citati da Baglioni. Roma era importante e fondamentale perché l'album di Claudio è dedicato ai suoi quartieri, alle sue piazze e ai suoi mercati. La difficoltà vera è stata quella di riuscire a ricreare la Roma degli anni Settanta, impresa praticamente impossibile. Abbiamo girato circondati da milioni di persone vocianti, che ci hanno costretti a doppiare successivamente alcune sequenze, per non parlare della scena girata in Piazza del Popolo alla presenza di centinaia di turisti giapponesi. Alla fine però siamo sopravvissuti a tutto (e a tutti) e ci siamo naturalmente divertiti.

Sceneggiando Baglioni
Ivan Cotroneo: I testi delle canzoni di Claudio Baglioni hanno rappresentato il tessuto narrativo della storia. Con l'aiuto prezioso di Claudio ho raccontato l'inizio e la fine di un "piccolo grande amore", una fine non drammatica ma certamente struggente. L'atto finale di un amore porta sempre con sé il ricordo di qualcosa che non torna più ma che è comunque stato e che è un'apertura alla vita e agli amori nuovi che verranno. Ho scritto un film su una separazione così come l'aveva concepita Claudio Baglioni nel 1972. L'amore è un enorme contenitore in cui tutto può entrare e che permette, con toni comici o drammatici, di parlare di tutto e di intervenire nella vita sociale e politica. Quando ho riascoltato il disco di Claudio ho capito subito che nei suoi testi il soggetto era già definito, avevo un inizio, uno sviluppo e una fine, dovevo soltanto preoccuparmi di aggiungere il personaggio femminile, la ragazza che avrebbe indossato la sua "maglietta fina". Claudio ha contribuito ulteriormente inserendo nella sceneggiatura ricordi personali e biografici. Una sera si è presentato nel mio studio con le basi e ha cantato le sue canzoni, la sua voce ha riempito improvvisamente la stanza, emozionandomi. È stato un privilegio potere assistere alla sua performance.

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