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Gomorra: perché no

L'esclusione di Gomorra dalla corsa agli Oscar.
di Pino Farinotti

La gara non inizia nemmeno
Matteo Garrone (55 anni) 15 ottobre 1968, Roma (Italia) - Bilancia. Regista del film Gomorra.

giovedì 15 gennaio 2009 - Focus

La gara non inizia nemmeno
Dunque Gomorra è stato estromesso dalla gara degli Oscar. L'altro giorno, ospite a Uno mattina avevo dichiarato, anche con perentorietà, che il film italiano avrebbe vinto l'Oscar. Nel contesto di un pezzo su Moretti, lunedì, avevo ribadito la mia convinzione: "...e dico che Gomorra probabilmente vincerà l'Oscar. Trattasi infatti di storia ben attrezzata in quel senso: un'Italia rappresentata secondo codici graditi in California e dovunque, camorra, famiglie, violenza, Napoli, mafia eccetera, si sa. Una sorta di Oscar 'etnico' dunque. Ci sarebbe da augurarsi che non arrivasse..."
Non ho visto tutti i film usciti dalla penultima selezione – sono 9, ne rimarranno 5- tuttavia ho tutte le informazioni. The Necessities of Life (Canada), storia di dolore, un cacciatore costretto in sanatorio per la tubercolosi; Revanche (Austria), amore disperato fra un prostituta che cerca di redimersi e l'autista del suo sfruttatore. La classe di Cantet è uno dei titoli che si distinguono, racconta del senso del dovere e dell'onestà di un insegnante in un contesto difficile. In prima fila anche La banda Baader Meinhof, tedesco, diretto da Uli Edel, storia conosciuta e ardente. Un altro titolo già popolare, con merito, è Valzer con Bashir, film d'animazione israeliano. Un'opera di quella matrice non può non portare quella storica, infinita tragedia. Departures è un film giapponese di piccoli sentimenti: un musicista fallito diventa amico di un becchino. Tear This Heart out narra del Messico degli anni Trenta, tentativo epico. Del veterano svedese Jan Troell è Everlasting Moments: nella Svezia di inizio '900 una ragazza vince una macchina fotografica che le cambia la vita. In Le 3 scimmie, turco, un autista si autoaccusa per proteggere il padrone, uomo importante: la politica, la morale, il denaro...

Un film doveroso
Cerchiamo di capire, Gomorra perché no. La qualità di Gomorra – la radice letteraria, l'estetica, il linguaggio, le istantanee e le indicazioni- è alta. Vale certamente i migliori titoli stranieri selezionati. Si è ormai detto più volte dell'ottimo segnale venuto da Cannes, esteso anche al 'gemello' Il divo. C'era un tempo, quando c'erano i giganti, in cui vincevamo gli Oscar senza discussione. Partecipava De Sica (4 Oscar) e vinceva, partecipava Fellini (5 Oscar) e vinceva. Davvero scarsa dialettica in giuria. Quante parole servivano per dare la statuetta e Sciuscià, a Ladri di biciclette, a La strada, a 8 e mezzo? Nell'era recente valevano molte, forse troppe, variabili: il momento, la politica, la cronaca, l'ambiente, l'astuzia, i rapporti, il denaro. Forse l''etnia napoletana' è risultata lontana, magari ingombrante e sorpassata. La giuria che decide è molto larga e articolata. Non è squisitamente critica, vale anche l'emozione, non solo il linguaggio, l'indicazione sociale e geografica. Qualcuno avrà certamente pensato "... ancora questi italiani, camorra, mafia... uffa ... Quei bravi ragazzi, don Corleone, sì, li abbiamo visti volentieri, allora..." A conferma dell'assunto c'è stata la sorpresa manifestata, con intensità discreta, dai critici di alcune testate importanti. Critici e pubblico, anzi, critici e addetti, il segnale di differenza è un po' più sottile, vale la pena di ragionarci.
Gomorra è intenso, doloroso, anche ingombrante. Estraggo una definizione attuale e pesante che mi sembra appropriata, "piombo fuso". E può essere che molti, davvero non ne abbiano più voglia. Il film di Garrone lo vedi una volta, stai attento quando ne parlano (e ne hanno davvero parlato...), ti fai toccare per sentimento e ragione, dici anche la tua perché devi avere un'opinione in merito, ma non so se lo rivedi altre volte. Come capita a titoli come A qualcuno piace caldo, Amarcord, Il grande Lebowski o La vita è bella. Questi sono amici fidati, per tutti, la sera, in famiglia. Gomorra è... 'doveroso'. Lo hai visto una volta, appunto, può bastare. Certo la partita non è chiusa. Adesso comincia quella importante almeno quanto gli Oscar. Quella col pubblico. Vedremo, gli americani.

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