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Scarso pubblico per La prima Linea

Le ragioni non sono nel film, ma nell'argomento.
di Pino Farinotti

Storia di terrorismo
Giovanna Mezzogiorno (49 anni) 9 novembre 1974, Roma (Italia) - Scorpione. Interpreta Susanna Ronconi nel film di Renato De Maria La prima linea.

lunedì 30 novembre 2009 - Focus

Storia di terrorismo
Nel precedente week end La prima linea di Renato De Maria, la storia del terrorista Sergio Segio secondo il libro Miccia corta firmato dallo stesso Segio, si è inserito all'ottavo posto del box office con un incasso di 307mila euro. Insomma, un insuccesso. Il titolo, nelle premesse, sembrava avere delle potenzialità, a cominciare dalla qualità filmica, e con protagonisti certamente importanti. Scamarcio e Mezzogiorno sono infatti i due attori italiani di maggior gradimento. De Maria non è Stone, non è Moretti e nemmeno Sorrentino, ma sa raccontare correttamente.
Una breve citazione meritano gli antagonisti del film italiano. La classifica ha certo una sua logica: prevalgono le opzioni più naturali del cinema: evasione, felicità, qualità, spettacolo. Vince New Moon, la saga giovanile già culto (€ 6.600mila – evasione). A seguire 2012 (2.800mila – spettacolo); Gli abbracci spezzati, di Almodovar (800mila- qualità); Planet 51, animazione (770mila- felicità); Nemico pubblico (580mila- spettacolo); L'uomo che fissa le capre (470mila-evasione); UP, animazione (350mila- felicità). Ed ecco La prima linea (...tristezza).

Problema
Ma il problema non è il film, è l'argomento. Alla fine il pubblico non è stato al gioco. Il pubblico non ha più voglia. Non ha più voglia di vecchie storie; di cronaca sorpassata che comunque altri media propongono e ripropongono; di lemmi come pubblico ministero e procure; di violenza, di concetti e di chiacchiere sulla violenza; di un pericolo mortale che sempre incomberebbe dall'alto; di insicurezze perché ti trovi dove un proiettile magari passerà di lì; di gente che già ti angosciò a suo tempo e che ti viene imposta, gente come Segio; di un sistema di autori che ti spiega le tue idee cercando di correggertele perchè tutto è politica (degli autori). Il pubblico non ha più voglia. Rilevo un fenomeno, sì un fenomeno, interessante, un precedente che mi sembra davvero significativo, la promozione. Il gruppo del film, attori, regista, produttore, ha compiuto l'intero tour promozionale nelle emittenti. Speciali nei Tg, ospitate nei talk, in tutte le reti in tutte le fasce d'orario. Sono stati dunque toccati tutti i target: giovane, adulto, colto, incolto. Operazione chirurgica senza dubbio. Ed ecco il fenomeno: ad ogni partecipazione, invece di aggiungersi, cadeva un pezzo di pubblico. L'argomento veniva spiegato: gli anni di piombo, lo scontento giovanile e generale, l'idea rivoluzionaria di cambiare il mondo con tutti i mezzi; lo squarcio sociale, il "sistema contro" e "contro il sistema." La passione di sparare alla gente era semplicemente un dettaglio marginale.

Cinema
Poi Scamarcio e Mezzogiorno, insomma, il cinema, hanno fatto ciò che dovevano. L'ho detto sopra, hanno rappresentato correttamente. Tuttavia i due modelli (e il cinema stesso) non sono stati sufficientemente garanti. Il pubblico non ha seguito le loro indicazioni. I sentimenti in gioco erano molti, compreso quello dei parenti delle vittime. Le polemiche non sono mancate. E il terrorista... emendato non ha gradito la rappresentazione. A parer suo non emergeva il vero spirito rivoluzionario di quel gruppo, appariva ambigua l'idea di cambiare il mondo, idea tutto sommato nobile.
Del resto La prima linea è un perfetto film italiano del correntone prevalente, fa parte del solito cinema drammatico e deprimente dal quale non arriva mai una buona notizia. E ormai l'utenza ha capito che il trucco dell'esempio orribile a fin di bene non incanta più. È questa la buona notizia. Un segnale di inversione di tendenza. "Io, pubblico, mi fido della mia memoria e del mio sentimento. Non lo delego più a nessuno. Non mi faccio più incantare. Sono stufo di queste riproposte lontane, morte e sepolte. E sono stufo della politica nei film."

Compito
Ribadisco che il cinema è fedele al proprio compito di rappresentare tutto, senza limiti, e ribadisco quanto ho già scritto recentemente: non ho simpatia per Segio e vorrei che non gli venisse offerto nessun pulpito. E sono certo di interpretare il sentimento comune. Mi rifaccio, certo arbitrariamente, a una didascalia conosciuta e benemerita "per non dimenticare". E la capovolgo: "per dimenticare". Dimenticare quelle storie e quella gente. Il pubblico ha dato un bel segnale. Spero si estenda ad altri "esempi orribili", reality, talk dei week end eccetera, sappiamo. Quando programmi come Il grande fratello e Uomini e donne cominceranno a perdere audience, vorrà dire che l'indicazione virtuosa del week end sarà arrivata. E sarà un'altra buona notizia.
Chiudo con una citazione un po' enfatica, ma di moda in questi giorni. Mi piace omologare le piattaforme media al ritratto di Dorian Gray. Il racconto è conosciuto, il volto dei media è quello della fase finale del ritratto. Una parte di pubblico se n'è accorta da tempo. Adesso tocca agli altri.

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