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Tutta la verità: quando a tradire è una donna

Vittoria Puccini protagonista della miniserie targata Rai Uno.
di Alessandra Giannelli

Una passione tinta di giallo
Vittoria Puccini (42 anni) 18 novembre 1981, Firenze (Italia) - Scorpione. Interpreta Paola Pavese nel film di Cinzia Th. Torrini Tutta la verità.

venerdì 9 ottobre 2009 - Televisione

Una passione tinta di giallo
È un'avvocatessa bella e determinata la protagonista di Tutta la verità, la miniserie che andrà in onda domenica 11 e lunedì 12 ottobre su Rai Uno in prima serata (co-produzione Rai Fiction e Cattleya). Ad interpretarla la già apprezzata Vittoria Puccini, cui in molti sono affezionati per Elisa di Rivombrosa, anche se stavolta i panni, e le passioni, sono quelli attuali. Quella dell'avvocato Paola Pavese è la vicenda di una donna, dedita alla famiglia, che viene travolta dalla passione per un chirurgo, Giulio Guidi (Daniele Pecci, non presente alla conferenza per impegni di lavoro fuori Roma), e che si ritrova coinvolta in un'accusa di duplice omicidio. A presentarlo è stato il Direttore di Rai Fiction, Fabrizio Del Noce, che ha fortemente voluto Vittoria Puccini, consapevole del fatto che era poco desiderosa di lavorare nel piccolo schermo (la ritroveremo anche in un altro prodotto Rai: Basaglia), ma che ha accettato volentieri di lavorare a questo film. Una storia realistica, anche comune, che si arricchisce di una parte "gialla", per questo la protagonista mostrerà una doppia capacità interpretativa. Molto fiducioso, si dice Del Noce, per i possibili ascolti perché, anche se promossa in tempo più ridotto (ha, infatti, sostituito lo show di Salemme), la miniserie ha tutte le caratteristiche per poter essere apprezzata dal pubblico, soprattutto per la sua "capacità graffiante" di attirarne l'attenzione. Una genesi lunghissima, partiva da quattro puntate, come hanno spiegato le sceneggiatrici Giulia Calenda e Maddalena Ravagli. Quel che interessava raccontare era l'entrata della passione in un matrimonio d'amore perfetto, anche allietato dalla presenza di un figlio, ma soprattutto il tema della verità, inciso anche nel titolo. In collegamento dall'Argentina, dove sta lavorando per un'altra serie RAI, la regista Cinzia Th Torrini ha confermato la gestazione di una serie che coniuga sentimento e thriller, ritrovandosi, dopo l'esperienza di Elisa, a dirigere la Puccini, e si è detta orgogliosa di aprire la stagione della miniserie della rete nazionale. Ha cercato di entrare nel lato oscuro della donna e crede di esserci riuscita considerati i valori che contiene, anche se è poco consueto parlare dei tradimenti femminili, delle reazioni di una donna, il suo mettersi in gioco in certi casi. L'inizio delle riprese è cominciato a L'Aquila pochi giorni prima del sisma ha aggiunto con una certa emozione la regista.

La caratteristica di questa fiction è uscire dagli schemi buonistici, di cui spesso Rai Uno si fa portavoce, per il suo clima piuttosto torbido, ma anche per le esplicite scene di sesso; avete preventivamente ipotizzato che tipo di accoglienza potrebbe avere da parte del pubblico?
Th Torrini: Credo molto nelle storie vere e, sentendo che stavo raccontando la verità e non finti sentimenti, non penso di aver realizzato una storia 'torbida' perché io non racconto mai la passione come una cosa violenta, al contrario deve essere sempre bella e solare. Quello che per me è angosciante è la violenza. Sono immagini anche un po' artistiche, non semplicemente esplicite.
Da non sottovalutare anche la qualità del cast artistico, che ha permesso alla Puccini di esprimere al meglio la sua capacità recitativa. La protagonista, dopo i consueti ringraziamenti soprattutto a Del Noce per la fiducia mostratale, ha dichiarato di aver creduto da subito in questa fiction. In pausa da un anno e mezzo dopo il film di Rubini (Colpo d'occhio), a colpirla è stata la storia di una donna che ad un certo punto si perde in una passione. Il termine "torbido" a suo dire non è corretto perché non c'è niente di malato in questa vicenda, è semplicemente una donna che, ad un certo punto, per seguire i sensi subisce il fascino del diverso rispetto a quella che è la sua quotidianità. Una donna dalla psicologia abbastanza complessa ed è stata brava la Torrini a tirare fuori questo aspetto. Si troverà ad essere combattuta tra la famiglia, ciò a cui tiene, e un'attrazione da cui non riesce a staccarsi. Questo le ha permesso di lavorare molto sulla sua femminilità, e sul suo lato sensuale, rispetto a personaggi del passato. Filippo Nigro è, invece, il marito della protagonista, Marco D'Elia, e affronta il tema della gelosia, un bel sentimento da raccontare, ma anche naturale da mostrare, essendo lui stesso di simile temperamento. Il suo personaggio, però, di fronte al tradimento svelato, ha una certa dignità nel reagire, cercando di conservare il filo del percorso logico; lui è un commissario ed arriverà a pensare di non conoscere più sua moglie. L'attore spiega di quanto gli sia piaciuto questo personaggio, soprattutto per la sua umanità. La madre di Paola Pavese è Carola Stagnaro, Emma una psicologa, che racconta di una figura anaffettiva, che abbandona la figlia piccola per amore. Attratta da questo personaggio perché, nella sua vita personale, ha avuto modo di vivere l'esatto opposto quando la madre scelse lei per l'amore, l'attrice racconta che la madre, quella della fiction, capirà di aver fatto degli sbagli che tuttavia le permetteranno di riconquistare il rapporto filiale. Un ambizioso avvocato, Umberto Salviati, è il personaggio di Massimo Wertmüller, di cui si mostra particolarmente orgoglioso perché lo considera "sfaccettato" e questo gli ha permesso di trovare maggiori strumenti per recitare.

Sarà messo un bollino alla miniserie, considerati i contenuti?
Del Noce: È una valutazione che è stata fatta e, per questo motivo, sarà messa la farfallina gialla anche rispetto alle scene che ci sono; si tratta di nudi artistici e non di un compiacimento morboso. Non crediamo ci siano le condizioni per la farfallina rossa perché questa serie può andare in onda tranquillamente. L'atteggiamento amoroso tra i protagonisti è visualizzato, ma non c'è il compiacimento della telecamera.

Come si è trovata a lavorare nuovamente con la regista?
Puccini: Lavorare con Cinzia di nuovo è stato veramente bello. C'è una capacità di capirsi che è quasi paranormale. Ci bastava guardarci e sapevamo cosa volevamo dirci. Abbiamo lavorato tanto insieme e abbiamo stabilito un bel rapporto anche al di fuori del set.
Ha avuto problemi ad interpretare le scene di nudo?
Puccini: Ci abbiamo lavorato molto. Non ho avuto problemi ad interpretare certe scene. Andava raccontata la passione ed era necessario mostrarla. Devo confessare che rispetto al passato, mi sono resa conto che la maternità qualcosa ha cambiato e ho avvertito un po' più di pudore, di imbarazzo, che però ho vinto.

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