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5x1: Giuseppe Tornatore, un regista "semplice"

Dall'Oscar di Nuovo cinema paradiso a La sconosciuta.
di Stefano Cocci

Con Baarìa il regista torna a "scavare" immagini della sua Sicilia
Giuseppe Tornatore Altri nomi: (Peppuccio Tornatore) (67 anni) 27 maggio 1956, Bagheria (Italia) - Gemelli. Regista del film Baarìa.

martedì 22 settembre 2009 - Celebrities

Con Baarìa il regista torna a "scavare" immagini della sua Sicilia
Ha fatto il proiezionista, come il bambino di Nuovo cinema paradiso e i personaggi dei suoi film echeggiano di un'adolescenza semplice, passata guadagnandosi i primi soldi per comprare un Super8, un apparecchio per il montaggio e un proiettore. Giuseppe Tornatore è una delle voci più sincere del cinema italiano e internazionale. La sua storia è quella di tanti emigrati della terra di Sicilia, nel cui destino pulsa la forza di raccontare. Quello di Tornatore è di un regista che ha nel potere della parola e dell'immagine gli strumenti per narrare i propri ricordi di infanzia. Così, ha spesso dichiarato di dover star lontano: "amo la Sicilia, ma per esprimere tutto il mio amore ne devo stare lontano. Quando ci torno, ritrovo tutte le contraddizioni, ritorna tutta la mia rabbia, l'impotenza...". È lontano dalla sua terra che il ragazzino di Bagheria – Baarìa in siciliano, come il titolo del suo ultimo film, un altro viaggio nelle memorie – dà il meglio e riesce a emozionare con le storie di un'epoca che non c'è più.

Nuovo Cinema Paradiso
Uno dei film italiani più belli degli ultimi venti anni con 25 minuti diventati leggenda, ovvero quella parte tagliata dopo le reazioni non proprio entusiastiche alle prime proiezioni nelle sale. Premiato con l'Oscar per il miglior film straniero e al Festival di Cannes, Nuovo cinema paradiso è la storia di un ritorno a casa, probabilmente il sogno più evidente di un regista del profondo sud costretto ad "emigrare" al nord per coltivare la propria passione e farne la sua professione. Una professione fatta di sogni e tante immagini che viaggiano nell'immaginazione, proprio come I pompieri di Viggiù proiettato sui muri delle case.

L'uomo delle stelle
Tornatore torna a scavare nel rapporto tra il cinema, i sogni e il loro potere. Il suo protagonista vive ingannando la gente, vendendo l'illusione del successo, la fama, il denaro. Oggi come allora, uomini e donne sono disposti a tutto – o quasi – pur di ottenerli... e cosa sono quindi mille e cinquecento lire di rimborso spese? Castellitto è il perfetto italiano medio, ben disposto verso l'imbroglio e che vive di mezzucci. Tornatore ha trovato il suo Mastroianni anche se il cinema dell'età dell'oro è lontano: tutto si è trasformato in un'illusione, un inganno, un imbroglio.

La sconosciuta
Scippa una battuta direttamente a Magnolia di Paul Thomas Anderson – che a sua volta l'aveva tratta dalla Bibbia: "Pensavo di avere chiuso i conti con il mio passato, ma il passato non aveva chiuso i conti con me". Tra suspense e scene forti, il film di Tornatore si snoda proprio intorno al rapporto con il passato e le sue ferite, le più profonde. Il regista siciliano scava nei dolori e nell'oscurità dove si nascondono i demoni di un'immigrata dell'est europeo in una città italiana di fantasia, Velarchi. La scoperta del film è un crudele Placido, come non lo avevamo mai visto prima, e una sorprendete Ksenia Rappoport, attrice teatrale russa che prima di ottenere la parte non parlava una parola di italiano.

Malena
Se è vero, e così sembra, che nel cinema di Tornatore c'è tanto della sua infanzia, della sua gioventù e di quelle immagini che lo hanno segnato in positivo ma anche in senso negativo, solletica la curiosità immaginare quale figura del suo passato possa aver ispirato Malena. Una Bellucci torrida come non l'abbiamo mai vista, ma di una sensualità mai volgare o esposta in vetrina e soprattutto spesso in silenzio, percorre le vicende della Seconda Guerra Mondiale quando, dietro ai grandi drammi dell'Uomo, si celano le colpe della bellezza e di una donna che l'incarna, finendo per pagare per tutti.

La leggenda del pianista sull'oceano
Un monologo teatrale diventato un libro cult per il pubblico di Alessandro Baricco. Un film diventato un kolossal, uno dei pochi casi in questo nostro paese in cui "piccolo è bello" anche se invece spesso è un sinonimo di "vorrei ma non posso". A Roma da Testaccio, per mesi si è intravista, la sagoma del Virginian dominare il profilo della città. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento è il più grande jazzista della storia, in quell'universo parallelo pensato e immaginato da Baricco, un uomo che suonava la sua felicità su di una tastiera che non era infinita e che rifiuta di sbarcare dalla sua nave: "Quello che non vidi era dove finiva tutto quello", perché la Terra è una "nave troppo grande per me, una musica che non so suonare".

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