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Non sottovalutate G.I. Joe, contiene autentiche perle digitali

Nel film di Stephen Sommers la lotta fra bene e male.
di Gabriele Niola

Distruggere Parigi a colpi di effetti speciali

martedì 8 settembre 2009 - Making Of

Distruggere Parigi a colpi di effetti speciali
Potrà anche annoiarvi o suonarvi già visto ma G.I. Joe - La nascita dei Cobra è uno dei film tecnologicamente più importanti della stagione (in attesa di Avatar ovviamente!). Progettazione di interi ambienti virtuali, creazione di interi velivoli e di leggi della fisica ad hoc che ne regolino il movimento perché risulti coerente e non fasullo, sono infatti solo la parte più semplice di un lavoro che va molto oltre.
L'occhio più attento nota che in una scena un aereo (finto) atterra in un hangar (finto) davanti ad alcuni attori (veri), un trucco facile che si fa con il più classico dei green screen, solo che, senza stacchi di montaggio, da quell'aereo (finto) scendono altri attori (veri). E questo nasta a rendere quella scena una cosa mai vista prima. Come mai visto prima è il crollo così minuziosamente ripreso di una costruzione come la torre Eiffel ad opera di uno sciame (digitale) di termiti nanotecnologiche rigorosamente programmate per comportarsi come i veri sciami nel bel mezzo di un inseguimento attraverso le strade (reali) di Parigi fatto da un numero impressionante di mezzi veri e fasulli. Se vi sembra poco...

Come si demolisce la Torre Eiffel
A supervisionare, progettare e coordinare i diversi sforzi tra studi di effetti digitali utili per la realizzazione delle sequenze più complesse di G.I. Joe - La nascita dei Cobra è stato chiamato Boyd Shermis, il quale racconta come la complessità di alcune scene e in particolare di quella di Parigi (tra inseguimenti e torri che crollano) ha richiesto un lavoro mai fatto in precedenza.
Per la torre Eiffel in particolare è stato necessario pianificare su due livelli: il primo è quello delle milioni di termiti nanotecnologiche che dovevano comportarsi come fossero senzienti e coordinate senza che i programmatori dovessero dare ad ognuna le istruzioni su come muoversi, mentre il secondo è quello della dinamica della caduta della torre e dei suoi diversi pezzi.
Il compito di realizzare le termiti futuristiche è stato dato alla Prime Focus, la quale ha pensato di programmare ogni punto digitale rappresentante una termite per sapere cosa fanno anche le altre, preoccupandosi poi di dare allo sciame nel suo complesso un disegno che lo facesse sembrare tridimensionale. Ognuna delle nanotermiti doveva avere memoria non solo dei propri movimenti ma anche di quelli delle altre in modo da non passare nuovamente a mangiare una parte di torre che già è stata mangiata e soprattutto non lasciando nulla intatto lungo il percorso. Per arrivare a questo è stato necessario intendere la torre stessa non per quello che è (un disegno digitale bidimensionale) ma come fosse un oggetto in tre dimensioni, così da poter dare allo sciame l'illusione del movimento anche in profondità.
Ogni pezzo mangiato se rosicchiato dalla parte che lo connette al resto della torre doveva essere in grado di staccarsi e cadere autonomamente, sempre per evitare che i programmatori disegnassero e decidessero la caduta di ogni singola parte (procedura che avrebbe impedito di essere molto dettagliati e di avere così molti detriti che si staccano come nella realtà). Questo porta poi al cedimento della struttura portante, che è completamente un altro paio di maniche. La costruzione infatti perde una gamba ma non cade subito, sono le vibrazioni a farla cedere (come accadrebbe se succedesse sul serio), a questo punto grande importanza la riveste il modo in cui si muove la torre zoppa prima di rovinare al suolo, un ondeggiamento raggiunto grazie a diversi esperimenti con modellini dettagliatissimi.

A zonzo per Parigi in esoscheletro
Una delle trovate più azzeccate del film è l'esoscheletro, cioè il fatto che una persona normale possa indossare una specie di armatura tecnologica che gli consentirà di correre, saltare e fare tutto quello che fa un uomo ma con una potenza e una velocità da supereroe. I G.I. Joe lo usano nella medesima sequenza parigina in cui crolla la torre Eiffel.
Il problema in quel caso era che gli uomini con esoscheletro dovevano muoversi in maniera accelerata ma comunque sembrare umani, poiché non si tratta di personaggi digitali ma di persone normali i cui movimenti sono potenziati. Per usare le parole di Boyd Shermis: "Dovevano correre come motociclette senza sembrare idioti".
Incaricato di occuparsi di questa parte è stato lo studio Digital Domain, il quale ha anche gestito la distruzione degli elementi che interferiscono con l'inseguimento. Si è trattato di una fusione di tutte le tecniche di ritocco digitale esistenti (poiché molte scene sono state realmente girate anche se in interni) più una serie di inquadrature totalmente digitali, nelle quali cioè nulla è reale.
Reali invece erano gli esoscheletri. Ne sono stati costruiti almeno sei, ognuno con un grado diverso di "danneggiamento" in modo che potessero essere impiegati nel corso della scena a mano a mano che i danni si accumulavano, solo che che questi esoscheletri arrivavano fino alla vita, da quel punto in giù è tutto digitale. Ovviamente per fare si che non si notassero differenze tra la parte di armatura reale e quella digitale è stato impiegato pesantemente il motion capture dei due attori in corsa, anche perché non essendo sempre visibile il loro volto gli spettatori devono essere lo stesso in grado di distinguere in ogni momento chi è il personaggio in quadrato.
Ad ogni modo a detta di chi ci ha lavorato, la parte dei movimenti che è importante catturare per dare realismo alle evoluzioni da parkour che compiono i personaggi è l'atteraggio. Lì si vede l'umanità del movimento.

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