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Parigi ricorda la leggenda di Brigitte Bardot

Viaggio tra bellezze anni '50 della Storia del Cinema.
di Pino Farinotti

Effetto nostalgia
Brigitte Bardot (89 anni) 28 settembre 1934, Parigi (Francia) - Bilancia.

lunedì 31 agosto 2009 - Focus

Effetto nostalgia
La nostalgia è davvero di moda. Me ne sono molto occupato di recente, scrivendo del canale Fox Retro per esempio, e poi, approfonditamente, degli anni Cinquanta nella mia Storia 'poconormale'. Un richiamo e un credito davvero importanti, che certamente faranno testo, arriveranno a partire del 29 settembre da Parigi, dove si inaugurerà, in un contesto più articolato, una mostra su Brigitte Bardot. Brigitte davvero significa nostalgia, profonda, quasi struggente. La mostra si chiama "Les années d'insouciance" (Gli anni di spensieratezza).
Per molti anni, a partire da quei magnifici Cinquanta, Brigitte ha rappresentato molto, moltissimo, dovunque, trasversalmente, nel pubblico e nel privato. È stata semplicemente la Francia. In questo senso porto subito un segnale concreto e ufficiale: la Marianne, la donna che incarna la repubblica francese nei suoi valori, liberté, égalité, fraternité. L'icona è identificata col celebre dipinto di Delacroix, un volto anonimo con cappello frigio, anzi, era identificata, perché dal 1969, alla Marianne, ha dato corpo e volto Brigitte Bardot. Brigitte: la Francia appunto.

Leggenda
Il termine leggenda dunque, riferito alla Bardot non è improprio, è appropriato e più che legittimo. Cominciò tutto nel 1956 quando Roger Vadim, regista e marito di Brigitte, la diresse in Et Dieu crea la femme, criminalmente tradotto da noi in Piace a troppi. L'attrice aveva alle spalle una serie di performance poco importanti, fu quel film a farla... cominciare. Del resto è naturale che Vadim sapesse come usarla, conoscesse le corde da toccare. E le toccò. E così Brigitte Bardot divenne B. B., simbolo sessuale di Francia e d'Europa.

Marilyn
In un altro cinema, a Hollywood, c'era un'altra bionda importante, Marilyn. L'americana era più grande della francese di otto anni ed era più avanti nel suo percorso, era nella stagione migliore. Del '56 è Fermata d'autobus, il titolo perfetto per la Monroe, che la rappresenta anche in alcune delle sue vicende personali. Marilyn è simbolo sessuale a sua volta e come se lo è, ma è diversa. E' una fantasia, un disegno quasi estremo, ideale di "sesso americano", senza ambiguità, con qual grande sedere e quelle grandi tette. Naturalmente anche a Brigitte non manca niente, è a sua volta un magnifico disegno di femmina, ma ci applica quella cifra francese di dolce morbosità, persino di imbarazzo di chi deve, anche dallo schermo, rapportarsi a lei.

Abito rosso
Un magnifico denominatore comune, chissà se voluto da Vadim, è l'abito rosso. Marilyn lo indossa in Niagara nobilitandolo mentre cammina verso il centro del ballo, conscia che in quei fotogrammi il suo strepitoso attributo sta per far parte della storia del cinema e di quella dell'erotismo. Invece in Piace a troppi Brigitte indossa il rosso, ballando, senza enfasi, con naturalezza e ingenuità, entrambe finte naturalmente, ma perfette per definire quell' ambiguità da lei inventata in quel momento. Con quelle labbra poi, da adolescente imbronciata, altro precedente tutto suo, che farà testo e diventerà ispirazione, nei decenni a venire, di molte dive e divette, soccorse dalla chirurgia estetica. Anche noi abbiamo qualcuno che sa indossare praticamente lo stesso vestito. È Sophia. Ne La riffa, uno degli episodi di Boccaccio '70, diretto da De Sica, la Loren è la titolare di un tirassegno, e sarà il premio di una lotteria segreta. È perfetta per quell'abito, italiana eccessiva e di provincia, sensuale senza ambiguità. Certo, anche a Sophia (esattamente coetanea di Brigitte) non mancava nulla. Le tre star rappresentavano dunque un modello sessuale diverso. Anche se l'italiana, pure acquisita dalla Paramount, non riuscì ed essere un simbolo universale, venne "adattata" a Hollywood, la sua identità sarebbe sempre rimasta quella "etnica" attribuitale da De Sica, la pizzaiola dell'Oro di Napoli, o la "Ciociara" oppure la madre di famiglia trasgressiva della Giornata particolare di Scola.

Fedele
Negli anni sessanta B.B. venne adottata anche dagli americani. Hollywood le dedicò un film, Dear Brigitte (Erasmo il lentigginoso l'inverosimile titolo italiano). Brigitte fa se stessa. Si innamora di lei, vedendola su un giornale, un bambino di dieci anni e suo padre, James Stewart, decide di aderire al sogno del figlio portandolo a Parigi a conoscere la Bardot. Brigitte andò ben oltre il simbolo sessuale e l'estetica. E tutto partì proprio dal film diretto da Vadim. Era la storia di una ragazza che aveva un marito e qualche amante e nessuno aveva niente da ridire. Pensare a B.B. borghesemente risolta come sposa felice ed eternamente fedele era un assurdo sessuale evidente persino agli adolescenti che si curavano i foruncoli pensando a lei. La missione di B.B. sarebbe stata dispensare felicità, soprattutto sessuale, a quanti più possibile. Giusto, sacrosanto e accreditato. Qualsiasi risentimento morale sarebbe stato inopportuno. E così le donne belle che tradivano i mariti si sentirono incolpevoli, legittimate dalla loro amica Brigitte. Nel privato è stata fedele a se stessa: un lunga schiera di mariti e di amanti, una vita "naturale", trasversale, diversa, mai allineata e mai "corretta", soprattutto mai politicamente corretta. E' stata più importante come personaggio che come attrice. Si è impegnata, e si impegna a favore degli animali. "Politicamente non corretta" significa, ancora una volta non allinearsi alla cultura dominante, soprattutto quella francese. B.B. si è esposta alla sua maniera, contro i gay e gli stranieri. Venendo da una personalità come la sua il pronunciamento è stato rilevato e attaccato, con denunce da parte di vari gruppi gay e islamici. Ancora una volta, a modo suo, la Bardot non si era allineata e non aveva voluto mediare.

Scollata
Qualche anno fa ero in una commissione al festival di Venezia. In una cena ufficiale mi incrociai con Sophia Loren, c'era anche Stanley Donen, il maestro-genio (Cantando sotto la pioggia, 7 spose per 7 fratelli) che l'aveva diretta in Arabesque, quarant'anni prima. Donen le disse: "... Sophia, sei esattamente come allora, e guarda me, sono un vecchietto." In effetti per Sophia, sempre profondamente scollata, senza una ruga, il tempo non passa, sappiamo. Ospite di una famiglia di amici veneziani, estranea al Festival, c'era Brigitte Bardot. Naturale, rilassata, rugosa e devastata. Una settantenne, come Sophia appunto, ma vera. Una volta ancora non ha voluto allinearsi.

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