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Festival di Locarno. Viaggio nel mondo dei Manga

Manga Impact: terza parte.
di Bettina Villani

La chiusura

martedì 18 agosto 2009 - News

La chiusura
Il festival è finito da alcuni giorni.
L'ultima settimana di Manga Impact è stata intensa e ricca come i giorni precedenti. La programmazione è passata attraverso film e serie che hanno fatto la storia presente e passata dell'animazione. Tra cui non posso dimenticare: Evangelion: 1.0. You are (Not) Alone che è uscito sugli schermi giapponesi nel 2007 - seguito nel 2008 da Evangelion: 2.0. You Can (Not) Advance; Mind Game (2004) tratto dal manga di Robin Nishi e scritto e diretto da Masaaki Yuasa; Barefoot Gen (Mori Masaki,1987) e Summer War (Mamuro Hosoda, 2009).
Ed è proprio su questi due ultimi lungometraggi, così diversi e lontani nel tempo, che vorrei soffermarmi. Summer Wars non è tra i film raccolti in Manga Impact, ma è stato presentato tra i film in concorso. Mamuro Hosoda, regista di questo incantevole anime è già noto ai più per aver curato la regia di: Superflat First Love, film che Takashi Murakami produsse in collaborazione con Louis Vuitton e di La ragazza che saltava nel tempo, che vinse numerosi premi tra cui il Japan Academy Prize come migliore film d'animazione 2007. Summer Wars è uscito il primo Agosto sugli schermi Giapponesi e in anteprima europea alla 62° edizione del festival del Cinema di Locarno. Hosoda non ha abbandonato il cast e la casa di produzione - sempre Madhouse - che lo avevano reso celebre con il precedente lungometraggio. Ritroviamo all'opera: Satoko Okudera per la sceneggiatura; per il character design Yoshiyuki Sadamoto e Tastuzuo Nishida. La vicenda si svolge a metà tra la realtà e il mondo virtuale di Oz, sorta di immenso Social Network dotato di una tecnologia così avanzata da permettere agli utenti di svolgere, at-traverso di esso, anche importanti procedure bancarie e burocratiche; in buona sostanza, una sorta di Second Life in cui puoi anche pagare le bollette del tuo telefono vero...Gli utenti accedono ad Oz attraverso un Avatar che li rappresenta e che contiene tutte le informazioni relative alla persona reale. La realtà virtuale di Oz è graficamente molto simile al mondo creato da Hosoda e Murakami per Superflat first Love, così da distanziarsi anche visivamente dal mondo reale; ed è forse per accentuare questa separazione che Hosoda decide di affidare la rappresentazione delle due realtà a due diversi character designer infatti Sadamoto si occuperà solamente del mondo di Oz. Protagonista assoluto del film è la famiglia, in particolar modo la famiglia moderna e la famiglia tradizionale che nella vicenda si incarnano nei due protagonisti Kenji - liceale che nel tempo libero lavora alla manutenzione di Oz - e Nastuki - compagna di scuola di Kenji di qualche anno più grande. Quest'ultima inviterà il nostro ad accompagnarla a Nagano in occasione del compleanno della nonna ormai novantenne. Una volta giunti a casa della famiglia di lei, non solo si scopre che si tratta della celeberrima famiglia Takeda, della cui disfatta sappiamo tutto grazie a Kurosawa Akira e al suo bellissimo Kagemusha (1980), ma che Nastuki pretende che Kenji finga di essere il suo fidanzato per rendere felice la vecchia nonna. Senza entrare nello specifico della trama: il clan Takeda si impegnerà, anche con l'aiuto del giovane Kenji a sconfiggere una potentissima A.I. infiltrata in Oz. A confronto sono: la famiglia tradizionale che grazie alla forza che deriva dall'unione dell'im-pegno collettivo riesce a salvare il mondo dalla distruzione; e la famiglia moderna che guarda con nostalgia ad un mondo ed a una tradizione ormai scomparse. Il film di Hosoda mi ha conquistata per le raffinate scelte registiche e stilistiche che hanno reso possibile non solo la coesistenza, ma addirittura la collaborazione tra universi dia-metralmente opposti: la realtà virtuale di Oz, e la realtà della vita di tutti i giorni; la famiglia tradizionale e quella contemporanea e così via, sottolineando come solo attraverso l'impegno di tutti si possano raggiungere risultati straordinari.
Barefoot Gen
Per quanto riguarda Barefoot Gen, invece, si apre una parentesi diversa. Il lungometraggio animato è tratto dal manga, parzialmente autobiografico, di Keiji Nakazawa, sopravvissuto alla bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 Agosto del 1945. Il Manga è stato pubblicato su diverse riviste in un periodo compreso tra il 1973 e il 1985. Dallo stesso manga sono stati tratti anche tre film diretti da Tengo Yamada tra il 1976 e il 1980 e due film d'animazione diretti entrambi da Maasaki Mori nel 1983 e nel 1986. Il manga, così come i due film di Mori di cui sopra, sono ambientati nel 1945 ad Hiroshima dove il protagonista, un bambino di sei anni, vive con la sua famiglia. Più ancora che in Una tomba per le lucciole, la guerra è mostrata realisticamente in tutta la sua cruda assurdità di cui sono soprattutto i bambini a farne le spese. Il film inizialmente si focalizza sulla famiglia di Gen, che tra mille difficoltà, cerca di sopravvivere. Le difficoltà per loro sono anche maggiori rispetto al resto della popolazione poiché il padre di Gen rifiuta la propaganda militare - sostiene infatti che la guerra serva solo ad aumentare la ricchezza dei nobili a discapito della popolazione - ed è quindi trattato dalla comunità come un traditore che non merita nessun aiuto (aspetto che nel manga viene perfino più ampiamente sviluppato). Il giorno che la bomba cade dal cielo tutta Hiroshima è spazzata via da un flash di luce bianca. Della famiglia di Gen si salveranno solo lui e la madre che darà alla luce una bambina in una realtà da incubo. Questo film rientra in un progetto più vasto per non dimenticare che, proprio come sostiene il padre di Gen, in guerra pagano gli innocenti per gli interessi economici di pochi.

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