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La donna di nessuno: giochi di potere

Tratto dal racconto di Clara Dupont – Monod "Histoire d'une prostituée", esce in sala l'opera prima di Vincenzo Marano.
di Marzia Gandolfi

Melodramma morale
Hélène De Fougerolles (Hélène Rigoine de Fougerolles) (51 anni) 25 febbraio 1973, Vannes (Francia) - Pesci. Interpreta Jeanne nel film di Vincenzo Marano La donna di nessuno.

martedì 16 giugno 2009 - Incontri

Melodramma morale
Il misterioso omicidio di una giovane prostituta incontra, scontra e innamora un giudice fedifrago, una giornalista impicciona e una squillo di lusso. Al confine del genere, La donna di nessuno, del debuttante (al cinema) Vincenzo Marano, permette di guardare al melodramma da una posizione di distacco critico. Il regista romano, trapiantato in Francia, lascia convivere accanto ai "crimini" quotidiani della borghesia un forte senso melodrammatico, aggiungendo al genere il sapore dell'ambiguità. La sua opera cinematografica prima si muove allora sul terreno della riflessione morale che non ha nulla da sentenziare ma solo qualcosa da mostrare. Sullo sfondo di una Parigi contenuta e implicita, si muove un uomo condiviso da due donne (e da due amori) e si svolge una vicenda di desideri intensi quanto inespressi e inesprimibili. A Roma per presentare il loro film, Vincenzo Marano e Anna Galiena ci raccontano il mestiere del cinema: essere autori, essere attori.

Trasposizioni
Vincenzo Marano: L'idea del film nasce senza dubbio dal racconto di Clara Dupont-Monod "Histoire d'une prostituée", ispirato a sua volta alla storia vera di una giovane donna dell'est intervistata dalla scrittrice. Il libro mi è stato proposto da una delle mie attrici, Candice Hugo, profondamente colpita dal personaggio di Sarah al punto da comprare i diritti di "Histoire d'une prostituée" e di volerla interpretare. La donna di nessuno è un film sull'abuso del potere, sull'arroganza della giustizia che troppe volte finiscono per tenere in scarsa considerazione i sentimenti del prossimo.
Produrre in Francia
Vincenzo Marano: Non è mai facile fare un film e non lo è nemmeno in Francia. Nonostante io abbia maturato una grande esperienza come direttore della fotografia e come regista di numerose serie televisive francesi, il salto alla regia cinematografica è stato piuttosto complesso. Intanto resto sempre un italiano e dunque uno straniero, inoltre in Francia c'è un problema di coabitazione enorme tra cinema e televisione. Sono comunque riuscito a portare a termine il mio film nel 2007 e a presentarlo in Francia lo scorso anno con un bilancio che definirei positivo. Al momento dell'uscita il film fu soffocato dal clamoroso successo della commedia francese Giù al nord ma nonostante tutto ha avuto un discreto successo di pubblico e si è guadagnato il diritto di esistere in Francia, in Italia e negli altri paesi in cui è stato venduto.
Fotografando Parigi
Vincenzo Marano: Non è semplice fotografare o riprendere Parigi, si rischia sempre di ottenere quell'effetto tipico e antipatico da cartolina, per questa ragione ho deciso di entrare nel cuore della città, nei suoi meandri, di guardarla dall'interno, attraverso gli occhi di chi la abita ogni giorno. Parigi è di chi ci vive, Parigi è al servizio dei miei personaggi, sono loro per me il centro del film, non mi interessava appoggiarmi alla città.

Al servizio dell'autore
Anna Galiena: Sono contenta di aver partecipato al "primo" film (cinematografico) di Vincenzo Marano, che è un autore generoso e appassionato. Lavorare con lui è stata un'esperienza davvero felice, il set ogni giorno era elettrico e tutto poteva essere messo in discussione creativamente. Vincenzo mi è piaciuto fin dal primo incontro, adoro gli autori che hanno in testa una loro precisa visione del mondo, desidero lavorare e sperimentarmi coi debuttanti come Marco Carniti o con registi più maturi, penso a Giuseppe Ferrara. Conta poco l'esperienza, conta molto invece il mondo interiore di un'artista. Quando riesco a scorgere almeno un riflesso di quel mondo allora come attrice ho voglia di esserci.

Davanti e dietro la macchina da presa
Anna Galiena: Ho diversi progetti per il futuro, progetti cinematografici, televisivi, teatrali. Ho seriamente intenzione di ripetere la felice esperienza di "Protagoniste" su Sky e poi coltivo il sogno della regia anche se ho ancora troppa paura di realizzarlo. Da anni ormai ho una storia in testa, sempre la stessa, letta in un libro regalatomi da un amico regista. Non so però se saprò trovare dentro di me la forza necessaria a rischiare, fare un film è una cosa complicatissima, troppe cose da pensare, troppe cose da gestire, probabilmente ci riuscirei soltanto se trovassi un produttore che mi stimolasse e mi spingesse a saltare. Potrei cominciare dalla regia teatrale, sì, forse inizierei dal teatro.

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