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Dottor Clown, Patch Adams all'italiana

In onda il 26 dicembre il film Mediaset di Maurizio Nichetti.
di Désirée Colapietro Petrini

Un concentrato di poesia
Serena Autieri (48 anni) 4 aprile 1976, Napoli (Italia) - Ariete. Interpreta Serena Laurenti nel film di Maurizio Nichetti Dr. Clown.

martedì 16 dicembre 2008 - Approfondimenti

Un concentrato di poesia
Nasce come puntata pilota di quella che potrebbe diventare una serie, il film di casa Mediaset Dottor Clown (in onda il prossimo 26 dicembre) diretto da Maurizio Nichetti ed interpretato da Massimo Ghini e Serena Autieri, al fianco dei quali recitano, oltre a Simona Marchini nei panni di Elvira, una bravissima Angela Finocchiaro, Franco Trevisi, Simona Borioni, Francesco Venditti e Jennifer Poli. Prodotto da Guido De Angelis per DAP Italy srl, il film vede la partecipazione straordinaria di Enzo Garinei che, dall'alto dei suoi 82 anni portati magnificamente, ha detto: "Nella mia carriera ho fatto oltre cento film, ma quel che mi ha reso più contento è stato tornare sul set per questo concentrato di poesia".
Un'affermazione che ha trovato i consensi di tutti, tra cui quelli di Giancarlo Scheri, direttore della Fiction Mediaset che l'ha definita "una favola moderna".
La storia è quella del Dottor Laurenti (Massimo Ghini), un medico primario che, dopo essere investito ed essere finito in sala rianimazione, si risveglia ridendo all'improvviso in presenza del Colonnello Verzetti (Enzo Garinei) e del giovane infermiere Lorenzo (Francesco Venditti) e, da cinico e distaccato medico che era, si trasforma in un uomo nuovo, attento ai bisogni dei pazienti, affettuoso con la ex moglie Sara (Serena Autieri) e con il figlioletto Giacomo (Cristian Circi), dai quali si era allontanato per dedicarsi principalmente a donne e carriera. La sua visione del mondo, ora completamente stravolta, attenta alla comicoterapia e non più al potere, lascia a bocca aperta tutte le persone che gli sono state fino a quel momento vicine, dai familiari ai colleghi delle corsie ospedaliere, tra cui la caposala Barbara (Angela Finocchiaro).

Massimo Ghini è il dottor Clown
Pur scontrandosi con quello che viene additato come l'unico personaggio cattivo del film, il direttore sanitario Argentieri (Franco Trevisi), il Dottor Laurenti, che ha riscoperto l'attenzione al malato più che alla malattia, va avanti per la sua strada. "Questo film ha il sapore di una favola pur trattando temi importanti", ha detto Ghini, raccontando di aver visto questi medici in azione in occasione di una sua personale esperienza al Bambin Gesù di Roma e di esserne stato "perversamente attratto. Quel che mi ha spinto a farlo, però, è stata l'idea della second life, che mi ha permesso di lavorare sul viaggio di un uomo inizialmente mosso da interessi materiali ma poi completamente diverso". "Questo film non vuole essere una velata denuncia alla sanità e a chi fa questo mestiere", ha però tenuto a precisare il regista. "E' vero, può capitare, a volte, di imbattersi in un medico cinico e freddo. Spesso rimanere distaccati è l'unico modo di trattare certe emergenze. È però importante che il malato si senta sempre considerato come persona e non come una cartella clinica. Il nostro messaggio quindi è un altro: se passando per un corridoio senti suonare un campanello, chiunque deve pensare che, prima ancora di un bicchiere d'acqua, il paziente ha bisogno di uno sguardo, una carezza, un'attenzione o un sorriso".

Parla il regista
Quando due anni fa mi proposero di girare un film per la tv, accolsi l'idea con gioia", ha proseguito Nichetti. "Quel che mi spaventò, in un secondo momento, fu sapere di dover raccontare dei clown dottori. Finché mi sono ricordato del 'Controdolore', manifesto futurista di Aldo Palazzeschi che aveva condizionato la scelta della mia tesi alla facoltà di Architettura. Molto prima di Patch Adams, infatti, aveva teorizzato di portare i clown in corsia. Come si porta un sorriso negli ospedali? Non è semplicemente entrare in una corsia con un naso rosso. Un argomento delicatissimo e molto impegnativo. Avevamo 100 minuti per raccontarlo e ho deciso di farlo non solo attraverso l'ansia di un pronto soccorso ma anche analizzando i mille piccoli gesti che possono attenuare gli inevitabili disagi umani. I malati hanno bisogno di medicine, non di clown. Questo è vero. Ma è anche vero che bisogna pensare alla volontà del paziente di guarire. A volte, fingendosi sciocchi, riusciamo a suscitare una reazione. Si tratta di piccole e banali strategie da mettere in atto utili però ad alleviare l'animo".
Realizzato con l'amichevole partecipazione delle Associazioni Soccorso Clown, Magicaburla, Ridere per Vivere e Andrea Tudisco, Dottor Clown è un film indirizzato a tutta la famiglia, proprio perché l'attività dei clown è in grado di portare momenti di svago a grandi e piccini. E se nelle case degli italiani questo vale per una notte, non dimentichiamo che, negli ospedali, sarà così per sempre.

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