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Lasciami entrare: il senso di Eli per il sangue

Storia di una bambina vampiro immersa nel paesaggio innevato svedese.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Vampiri al passo coi tempi
Lina Leandersson - Bilancia. Interpreta Eli nel film di Tomas Alfredson Lasciami entrare.

mercoledì 10 dicembre 2008 - Incontri

Vampiri al passo coi tempi In un periodo in cui le storie sui vampiri sembrano essere tornate prepotentemente in voga esce Lasciami entrare, un soft horror romantico ambientato nel 1982 nella periferia di Stoccolma che ha come protagonista una bambina vampiro. Tratto dal romanzo omonimo dello svedese John Ajvide Lindqvist, l'adattamento cinematografico del connazionale Tomas Alfredson ha già vinto il Premio del pubblico al Tribeca Film Festival di New York ed è stato segnalato da Danny Boyle come uno dei migliori film dell'anno. "Quando quattro anni fa abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto" ha rivelato Alfredson all'incontro che si è tenuto a Roma, "nessuno parlava di vampiri. È un curioso sincronismo che adesso siano usciti ben due film che hanno come protagonisti figure vampiriche al passo coi tempi".

Svezia, 1982
Tomas Alfredson: Il film è ambientato nel 1982 perché anche il libro lo è. John Ajvide Lindqvist non è solo autore del romanzo ma ha anche firmato la sceneggiatura ed è rimasto il più fedele possibile alla trama. I fatti narrati nel libro corrispondono a quanto successo realmente a John quando aveva dodici anni, fatta eccezione per la parte dei vampiri. "Lasciami entrare" è in pratica un romanzo autobiografico. In genere è molto più facile raccontare le storie non propriamente realistiche usando il passato remoto ma in questo caso era anche necessario ai fini della narrazione perché negli anni '80 la Svezia era un paese completamente diverso da come è oggi, era un posto molto silenzioso dove la gente parlava poco.

Silenzi e paesaggi silenti
Tomas Alfredson: Gli svedesi sono molto abili a comunicare in silenzio. Anche non rispondere a una domanda, in Svezia, può essere una risposta. A livello cinematografico il silenzio può essere riempito di così tante cose, persino di confusione. In questo caso serviva a descrivere la sensazione di essere soli in una società che non ci protegge, necessaria per sottolineare la condizione di Oskar (il bambino che si innamora di Eli, Ndr). L'ambientazione invernale era altresì fondamentale in quanto sono dell'idea che più si è specifici e più si è universali. In Svezia l'inverno è il periodo più lungo dell'anno che ci costringe a convivere nell'oscurità per mesi. E il buio, oltre a fornire l'ambientazione giusta per un film sui vampiri, è impressionante e può essere un fattore di grande fascino per il pubblico.

Licenze vampiriche
Tomas Alfredson: Devo ammettere che prima di iniziare a lavorare a questo film non ero affatto familiare con il mito del vampiro. Non ne sapevo nulla. Avrò visto si e no due film sui vampiri quando ero piccolo. John è stato di grandissimo aiuto e ha colmato tantissime lacune che avevo, anche durante le riprese, spiegandomi come agiscono o non agiscono i vampiri. L'invito a entrare, ad esempio, appartiene a una vecchissima credenza che è stata utilizzata pochissimo nella letteratura e nel cinema. Invece l'odio dei gatti per i vampiri è una licenza che si è preso l'autore del libro che ha voluto inserire la figura di un vicino di casa, di quando era bambino, che possedeva quaranta o cinquanta gatti.

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