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Palermo shooting: così lontano

Si muove da Düsseldorf a Palermo il nuovo road movie di Wim Wenders, riflettendo sul legame tra fotografia e morte.
di Marzia Gandolfi

L'amico americano
Campino (Andreas Frege) (61 anni) 22 giugno 1962, Düsseldorf (Germania) - Cancro. Interpreta Il professor Finn Gilbert nel film di Wim Wenders Palermo Shooting.

martedì 25 novembre 2008 - Approfondimenti

L'amico americano
Ha il volto americano e gli occhi azzurri di Dennis Hopper la morte che "bracca" un fotografo tedesco da Düsseldorf a Palermo per farsi ritrarre più gentile e cortese di quanto gli uomini la immaginino. Un po' Bergman, un po' Antonioni, ai quali il film è dedicato, Palermo Shooting insegue on the road un'ossessione, la filma, la fotografa e la mette in scena. È l'ossessione centrale del cinema di Wenders: quella del volo, del tuffo, del salto nel vuoto.
Questa volta a raccoglierlo e ad accoglierlo lungo l'autostrada, dentro al mare di Palermo o dentro i sogni c'è l'angelo della morte, messaggero e custode della deriva dell'immagine e dell'incoscienza del nostro essere mortali. Si dice che Wenders non sappia raccontare una storia, che finisca irrimediabilmente per perdersi e girare a vuoto. Vero e non manca di farlo anche a Palermo. Il suo celebre fotografo se ne va a zonzo dove capita, finendo per girare in tondo su stesso accompagnato da un i-pod che suona rock, folk e blues. Ventuno brani che costituiscono una colonna sonora autoriale e autorevole, che comprende un De André "indiano" ("Quello che non ho") accanto a un Lou Reed interlocutorio in carne, note e pellicola ("Some Kinda Love").
La struttura dispersiva del film produce allora partiture di visioni in cui vorremmo ancora poter credere, a cui vorremmo potere cedere ma che subiscono il destino dell'immagine fine a se stessa. Palermo shooting sembra l'opera di chi ha perso l'empatia con la realtà. Di Wenders è rimasto il colpo d'occhio, nella forza con cui sa afferrare l'anima del mondo anche solo per un attimo, il resto è una riflessione datata e ripetitiva di tematiche già elaborate, che hanno ormai esaurito il loro contenuto. A restare, ancora, è la pura e semplice fascinazione, è una play list tra amici con ritornelli struggenti e rarefazioni improvvise. Palermo Shooting è puro ascolto. Da ascoltare, appunto, senza guardare.
Fotografando Palermo
Credo che Palermo Shooting sia profondamente diverso da qualunque altra cosa io abbia fatto prima. Ho scelto Palermo perché è un luogo in cui il senso della vita è forte quanto il senso della morte. Quando ho visto l'affresco palermitano "Il trionfo della morte", che la restauratrice di Giovanna Mezzogiorno cerca di salvare dal deperimento, non ho fatto altro che carpire quell'immagine e raccontarla attraverso altre immagini. Palermo e l'affresco mi sono serviti per mettere in scena l'incontro sereno e senza paura tra un fotografo e la morte. Solo a Palermo il protagonista capisce come vivere il presente. La questione del tempo sta diventando centrale nella mia come nella sua vita. E ogni volta che vengo a Palermo per me significa fare un salto in un tempo diverso: il tempo presente. Mi premeva poi recuperare il valore primigenio della fotografia, che è quello di catturare la realtà, contro la dubbia autenticità delle immagini digitali.

Wim Wenders
Immortalità digitale
Nonostante queste premesse nel mio film ho fatto ricorso alle tecnologie digitali, agli effetti digitali. Intendo soprattutto le sequenze dei sogni e dei fantasmi. Detto questo però è importante puntualizzare che anche se faccio un largo uso delle nuove tecnologie, l'importante è che la loro funzione resti quella di guardare e capire la realtà. Mi fa orrore pensare che fra qualche anno nessuno ricorderà più cosa sia un negativo. Credo di non esagerare nel dire che questa è una delle rivoluzioni più radicali del nostro tempo, perché con il digitale è mutato anche il nostro approccio alla morte e alla mortalità. Ormai percepiamo ogni cosa come immortale e abbiamo perso completamente coscienza del nostro essere mortali. Personalmente ho visto la morte due volte da vicino e ho provato una sensazione di attesa. La morte è un punto di vista privilegiato per guardare la propria vita, l'unico che consente di farlo in modo radicale. È questo il messaggio del film: rivedere la propria vita. Spero che le frecce del mio affresco "colpiscano" anche voi.

Wim Wenders
Editing
La versione di Palermo Shooting che uscirà in sala è diversa rispetto alla copia presentata a Cannes. Ci tenevo così tanto a portare il mio film al festival che ho dovuto chiuderlo in fretta. Quando poi lo vidi in sala capii di essere stato precipitoso, dovevo ancora lavorarci e la mia storia non aveva una forma definita. Questo genere di operazioni per me non rappresentano certo un fatto insolito, lo avevo già fatto con Paris,Texas e Il cielo sopra Berlino, avevo tagliato rispettivamente cinque e sette minuti. La versione definitiva di Palermo Shooting invece è più breve di diciotto minuti: c'è meno Palermo, meno voce off e sono rimaste fuori le scene girate con Leoluca Orlando e con Giovanni Sollima.

Wim Wenders

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