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Resolution 819, un film di finzione con il valore di un documentario

Giacomo Battiato ha presentato il suo nuovo film al Festival di Roma.
di Gabriele Niola

Un film "necessario" di "impegno civile"
Giacomo Battiato (80 anni) 18 ottobre 1943, Verona (Italia) - Bilancia. Regista del film Resolution 819.

mercoledì 29 ottobre 2008 - Incontri

Un film "necessario" di "impegno civile"
Una storia vera, un film di finzione per raccontarla. A partire da testimonianze, indagini sul luogo e pubblicazioni in materia Giacomo Battiato ha realizzato Resolution 819 con l'idea di indagare fatti vicini nel tempo ma già lontani nella memoria, colpa dei media, dice il regista, ma anche del fatto che le notizie "erano poche e facevano tutte parte del grande calderone dei Balcani di cui si capisce molto poco e che è sempre in guerra. A questo si è aggiunto il fatto che siamo molto ignoranti riguardo la realtà balcana, le nazioni, le divisioni e le religioni".
Ecco perchè Resolution 819 è stato un film "necessario [...] di impegno civile" che doveva essere fatto. Non a caso ha voluto collaborare fin da subito il maestro Ennio Morricone che per l'occasione ha composto 22 brani, molti più di quelli che potevano essere utilizzati: "gli ultimi due li ho composti dopo la visione del film, con un nodo alla gola".

I morti, le indagini, i caschi blu
Sono molti gli elementi nel fuoco del film, quasi tutti ruotanti attorno alla presenza dell'ONU sul luogo e alle indagini sui morti. L'idea infatti prende le mosse dalla testimonianza di Jacques Calvez, il vero poliziotto coinvolto nelle indagini in Serbia, incontrato dal regista.
"Quando l'ho conosciuto ho scoperto sia l'orrore della disumanità dell'accaduto ma anche l'umanità di questo personaggio" ha detto il regista Giacomo Battiato "un comandante dell'antibanditismo a Nizza, un uomo di successo di 34 anni, che per un senso profondo di giustizia parte come volontario e viene mandato in bosnia dove passa 6 anni di inferno indagando, 6 anni che lo hanno segnato per sempre".
Allo stesso modo, racconta Benoit Magimel (l'attore che interpreta il personaggio ispirato al detective Calvez), non era facile nemmeno capire davvero quale fosse il dramma di quest'uomo: "Ho trovato molti elementi e materiale per ispirarmi e cercare di capire cosa ha vissuto in questi anni ma soprattutto mi interessava capire che conseguenze tutto ciò abbia lasciato in quest'uomo: una persona che si è molto spesa per questa causa ed è rimasta sola. Questo mi affascina sempre, le persone che si sacrificano in nome della giustizia ma volevo proprio capire anche che cosa i 6 anni di inchiesta avessero lasciato in lui".

Filmare la realtà attraverso una storia di finzione
Uno dei pregi del film secondo gli autori è proprio il suo non essere un documentario senza però rinunciare all'idea di raccontare di cose realmente accadute con una profonda attenzione alle fonti, alle informazioni e al realismo. "Siamo talmente saturi di informazione che forse la fiction è il metodo migliore per riprendere la realtà, in più questo consentirà una migliore circolazione del film" ha commentato il produttore.
Mentre Battiato ha un'idea leggermente diversa e cioè che sia proprio il fatto di raccontare una storia a far passare la realtà: "La differenza tra un documentario e un film è che il primo dà un'informazione allo spettatore, toccando la sua capacità di ragionare, mentre il secondo invece va al di là, all'emozione dello spettatore, qualcosa che ovviamente coinvolge di più".
Allora come poter rendere questa storia un film dai toni dell'intrattenimento senza dimenticare la propria missione? "Il mio sforzo è stato costruire quest'emozione sui documenti. Resolution 819 è un film in cui tutto quello che vedete è vero ma passa attraverso dei volti e delle persone, esseri che parlano, così che tutto sia più coinvolgente".

Musiche per l'attualità
Molto sentita e commossa è anche la partecipazione del maestro Ennio Morricone, che nonostante il suo blasone ha subito accettato di lavorare per una produzione più modesta di quelle cui è abituato e per un film che dovrà lottare per avere una buona distribuzione. A convincerlo, sostiene, è stata la forza della verità e della necessità.
"Mi hanno chiamato da Parigi per chiedermi di comporre delle musiche per il film e mi colpì molto quello che mi disse Battiato, cioè che faceva il film per una ragione civile. Questo mi ha entusiasmato subito perchè ho sentito profondamente di essere vicino a questa storia".
Insospettabilmente poi la personalità del regista ha tenuto testa a quella del compositore, riuscendo a suggerire e migliorare il suo lavoro: "Abbiamo parlato molto e ho ascoltato certi suoi consigli importanti, anche alcune fotografie che mi ha passato sono state fondamentali".
E anche il risultato finale sembra aver soddisfatto il maestro: "Il film mi ha colpito perchè l'ho trovato vicino, come idea, a La battaglia di Algeri [altro film per cui compose lo score] perchè racconta un fatto di storia recente attraverso una storia particolare".

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