Advertisement
Michael Cimino al Festival di Roma con il suo montaggio di scene di ballo

Il regista ha presentato un montaggio di 60 minuti delle più affascinanti scene di ballo della storia del cinema.
di Gabriele Niola

Un architetto e coreografo mancato
Michael Cimino 3 febbraio 1939, New York City (New York - USA) - 2 Luglio 2016, Los Angeles (California - USA).

mercoledì 29 ottobre 2008 - Celebrities

Un architetto e coreografo mancato
Trasfigurato, delirante, stralunato e con le corde vocali (per sua ammissione) talmente a pezzi da non consentirgli di parlare troppo a lungo, il regista di I cancelli del cielo e Il cacciatore si è presentato all'incontro che il Festival Del Film di Roma gli ha riservato quest'anno portando con sè un montaggio di un'ora da lui effettuato negli studi di Los Angeles di alcune tra le più affascinanti scene di ballo della storia del cinema. Un montaggio, dice l'autore, "fatto senza pensare, senza alcuna intellettualizzazione e alcun calcolo. È solo una selezione impulsiva fatta e assemblata velocemente con i primi film che mi venivano in mente. Non ci sono ragioni concettuali per spiegare quello che ho fatto, era solo per intrattenervi senza che doveste pensare".
Michael Cimino stesso spiega che se non avesse fatto il regista sarebbe stato o un architetto o un coreografo, mestieri simili secondo lui perchè "il coreografo fa muovere la gente nello spazio cercando di far sì che la danza trascini lo spettatore nel film facendogli dimenticare che c'è una parete [indica lo schermo] a dividerli". Tra le tante scene che ha inserito nel suo montaggio infatti ce ne sono almeno tre da suoi film.

La selezione dei film
Sono stati 60 minuti di montaggio assolutamente trascinanti che hanno spaziato in diverse epoche e diverse nazioni per mostrare "solo cose belle" senza nessuna intenzione polemica o di significato. Non a caso molti film si sono ripetuti più di una volta.
Il montaggio è iniziato e finito con Gigi di Vincente Minnelli e ha visto al suo interno parti da Cabaret, Cappello a cilindro, L'angelo azzurro, Incontriamoci a Saint Louis, Cantando sotto la pioggia, Follie d'inverno (che è tornato due volte), Lo sceicco bianco, Sfida infernale, Carmen (con ben tre scene), I cancelli del cielo (con due scene), Il gattopardo, Orfeo negro, Il cacciatore e La caduta degli dei.
La sensazione è stata quella della fascinazione del cinema, dell'incredulità infantile di fronte a corpi magnifici che si muovono in armonia all'interno di una dimensione visuale (quella appunto del cinema) che li esalta, aggiungendo alla loro arte quella del regista che di volta in volta e di film in film è un osservatore, un manipolatore, un gaudiente, un critico o a sua volta un ballerino.
Nonostante l'eloquente premessa di Cimino, l'aver inserito all'inizio e alla fine Gigi di Minnelli è sembrato comunque un modo per indirizzare chiaramente il montaggio, un modo per dargli significato incastrando tutte quelle scene, non appartenenti necessariamente al cinema hollywoodiano, in una dimensione che è quella della classicità di Hollywood, cioè quella che più di tutte si è fatta interprete del canto e del ballo al cinema.

Gli artisti più professionali e allenati di tutti
L'intento vero, dietro le parole di scherno, Cimino non esita a dichiararlo: è cercare di far percepire al pubblico l'incredibile lavoro e la grande fatica che si nasconde dietro scene simili, cioè come i ballerini siano forse "i meno pagati, i più allenati e i più professionali tra gli artisti. Di sicuro quelli che lavorano più duro di tutti".
A tal proposito racconta di Fred Astaire che non solo "ogni singola sequenza di ballo dei suoi film era il frutto di un mese di prove che gli consentiva di arrivare a quel livello di perfezione ma anche poi in fase di registrazione della colonna sonora con l'orchestra lui era presente e post sincronizzava i suoi passi. Aveva cioè una pedana di legno sulla quale batteva con i piedi per ri-registrare il suono di ogni passo cercando di arrivare alla perfezione".
Si percepisce nelle parole del regista quella che lui chiama la sua volontà di "distruggere lo spazio bidimensionale e consentire di spostarvi per vedere il tutto da un'altra angolatura", quell'angolatura cioè che non è il classico punto di vista da cui ammiriamo il ballo (quello frontale) ma uno "spostato di 45°", dal quale non si vede più il perfetto prodotto che i ballerini e i coreografi faticano a confezionare ma il vero lavoro che c'è dietro.
"Se voi vedeste Il lago dei cigni interpretato dai migliori ballerini dalla vostra posizione sembrerebbe molto astratto e perfetto ma se il vostro sedile potesse muoversi anche di soli 45° per vedere il medesimo momento da un lato, vedreste lo sforzo incredibile degli interpreti e sentireste il rumore dei piedi sul palco. Li vedreste anche fuori dal palco ansimare come cavalli. Eppure è il medesimo momento, solo da un altro angolo".

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati