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Quel che resta di mio marito: on the road dell'anima (e del dolore)

Christopher N. Rowley dirige un terzetto all stars in un viaggio verso una nuova vita.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Sulla strada (del non ritorno)
Jessica Lange (Jessica Phyllis Lange) (75 anni) 20 aprile 1949, Cloquet (Minnesota - USA) - Ariete. Interpreta Arvilla Holden nel film di Christopher N. Rowley Quel che resta di mio marito.

mercoledì 15 ottobre 2008 - Approfondimenti

Sulla strada (del non ritorno)
Il viaggio di formazione è un tema - suscettibile di sviluppo - sul quale i registi hanno sovente costruito l'intera narrazione di un film. Variabile nelle partenze, negli arrivi nelle cause e negli effetti, il road movie formativo è stato abitato da ragazzi selvaggi in procinto di diventare grandi o soldati (Fandango), da donne e uomini in fuga alla ricerca di una salvezza (Fino alla fine del mondo), da gruppi - e groupie - in tournée scandite da canzoni e tradimenti (Almost Famous), da casalinghe disperate in credito d'avventura e d'amore (Thelma & Louise) e da giovani autostoppisti sperduti decisi a ritrovare se stessi nelle terre estreme (Into The Wild). Che fossero a bordo di una Cadillac del '59, di uno sleeping bus o di una Ford Thunderbird decappottabile del '66, uomini e donne si sono lanciati in avventure straordinarie, macinando chilometri per raggiungere mete lontanissime e un punto di contatto con il sé, per scoprirsi grandi o per rendersi conto di non avere nulla da lasciarsi alle spalle se non un'auto scassata o il rombo del motore. Fuggendo hanno finito (qualche volta) per ritrovarsi, come nel caso del Drew di Orlando Bloom che in Elizabethtown inizia il suo percorso con un fallimento e lo finisce portando con sé le ceneri del padre per ricongiungersi a lui e a se stesso. Le ceneri di un uomo sono anche il motivo per il quale in Quel che resta di mio marito la vedova di Jessica Lange intraprende un viaggio con la sua Cadillac Bonneville e le due amiche del cuore. "L'ispirazione è venuta da elementi assolutamente autobiografici" spiega il regista Christopher N. Rowley, "e cioè da mia nonna Arvilla, mia zia Carol e da un'amica di famiglia, Margene Criddle. Mia nonna era molto più giovane di mio nonno. Quando lui morì fu come se avesse perso interesse verso le cose di questa vita e poco dopo morì anche lei. Quel che resta di mio marito deriva dal desiderio di dare un happy ending alla sua storia. È un film dove l'elaborazione del lutto conduce alla consapevolezza che si può iniziare una nuova vita piena di avventure e scoperte".

Donne sull'orlo di una crisi di pianto
Da Ghost ad Always, passando per i più recenti P.S. I Love You - Non è mai troppo tardi per dirlo e Noi due sconosciuti, le donne in lutto hanno trovato un modo, tramite presenze incorporee (che a loro volta per guadagnare la propria libertà devono renderle libere), lettere postume o impensabili amici - per riunirsi all'amato e pronunciare l'ultimo addio. Proprio come nel film di Richard LaGravenese, che vedeva la giovane vedova di Hilary Swank volare in Irlanda con le sue due migliori amiche per lasciarsi dietro il dolore e ritrovare il suo posto nel mondo, anche la matura sposa in nero di Jessica Lange è accompagnata nel suo personale e doloroso viaggio dalle compagne di sempre. La sua Arvilla Golden, come spiega la stessa attrice, "aveva accanto a sé un uomo che amava profondamente. Dalla sua scomparsa inizia una nuova vita che la condurrà verso un mondo completamente nuovo. Il film comincia proprio dal momento della perdita: Arvilla dovrà iniziare il processo dell'elaborazione del lutto. È interessante vedere le fasi di questo percorso e come il viaggio diventi una scoperta di se stessi". Tuttavia alla fine del difficile cammino verso la consapevolezza del sé, anche le due amiche della protagonista - interpretate con immedesimazione e autenticità da Kathy Bates e Joan Allen - si troveranno profondamente cambiate. "C'è stato un equilibrio perfetto tra noi tre, un'intesa sulla costruzione del personaggio e dell'amicizia che ci univa" rivela la Lange. "È qualcosa che non so spiegare, ma si è creata una dinamica tale che ci ha permesso di raccontare ancora meglio la storia".

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