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5x2: I fratelli Coen

Tutti gli amici e l'iconografia dei fratelli più celebri di Hollywood.
di Stefano Cocci

Joel ed Ethan hanno costruito un solido universo cinematografico
Joel Coen (69 anni) 29 novembre 1954, Minneapolis (Minnesota - USA) - Sagittario. Regista del film Burn After Reading - A prova di spia.

martedì 16 settembre 2008 - Celebrities

Joel ed Ethan hanno costruito un solido universo cinematografico
Sono un marchio di qualità per il cinema americano: Joel ed Ethan Coen hanno sbancato l'edizione 2008 degli Oscar con il meraviglioso Non è un paese per vecchi e si ripresentano al pubblico ritornando ai ritmi della commedia sofisticata di cui sono maestri. Burn after reading è la loro rilettura dei film di spionaggio, nei tempi e lo stile che li hanno resi celebri. È ancora un'occasione per ritrovare alcuni degli attori feticcio che contraddistinguono il loro metodo di lavoro. Proprio grazie ai fratelli Coen George Clooney ha iniziato la sua scalata al cinema che conta dopo gli inizi in tv; Frances McDormand (sposata con Joel) ha offerto le migliori interpretazioni nei loro film (tra cui l'Oscar per Fargo); Richard Jenkins torna dopo L'uomo che non c'era e Prima ti sposo poi ti rovino ma la lista è lunga e comprende una serie di dotatissimi attori di cui i fratelli amano circondarsi. Tra di essi Steve Buscemi, John Goodman, Jon Polito e John Turturro. Insomma, un set dei Coen è come una casa in cui tutti si conoscono, forse una casa stregata per le magie che i due riescono a creare per stupire il pubblico non rinunciando mai a farli pensare. Un po' come il primo film a cui lavorarono, insieme con un altro diventato "grande", Sam Raimi: quel film era proprio La casa, era il 1983 e da allora non hanno più smesso di costruire.

Barton Fink
I colori, i simboli, le inquadrature. Barton Fink è stato il primo film ad aggiudicarsi le palme d'oro più importanti al Festival di Cannes. Già per questo motivo – e soprattutto perché ad ottenerlo sono degli "yankees" e non un esponente di una "nouvelle nouvelle vague" - i Coen si meritano di restare nella storia del cinema. Non fosse per questo, non resterebbe da dire che ci si trova di fronte a un film sontuoso per come è pensato, per come è girato, per le intenzioni più o meno nascoste. La sua forza sono i simboli, le interpretazioni la qualità visiva, anzi, visionaria di ogni scena: il fuoco distruttore, il pacco misterioso, la carta da parati che si scolla.

L'uomo che non c'era
Un noir in cui piccoli personaggi insignificanti vivono ed agiscono ignorando le conseguenze delle proprie azioni. Per nessuno c'è una salvezza o una via di uscita dalle loro piccole vite disperate. Dopo Fargo, il delirante e trasognato Il grande Lebowski e l'onirico Fratello dove sei?, i fratelli ritornano a raccontare piccoli drammi, storie di ricatti e omicidi, amori loschi e nascosti. Come in tanti altri loro film, il cuore dell'azione è il denaro e la violenza che trascina con sé. Alla fine non c'è nessuna speranza di riscatto e tanto meno di redenzione, c'è solo un buco nero ed oscuro come la morte.

Il grande Lebowski
Nel loro tentativo di disarticolare e ricostruire i generi cinematografici, coniugandoli nel verbo del loro umorismo e visionaria ironia, i Coen si confrontano con il genere cosiddetto "hard boiled". Un'attività che li ha visti molto determinati all'inizio della loro carriera ma anche un percorso che hanno continuato e che qui ha raggiunto uno dei punti più alti. Gli stereotipi del romanzo giallo alla Chandler ci sono tutti, uniti al personaggio di Drugo, un figlio dei fiori completamente consumato dall'uso di marijuana, dedito al fumo ed al bowling, e completamente disinteressato a qualsiasi cosa che non ruoti intorno a questi due poli della sua esistenza. Fino a quando, un caso di omonimia non lo fa entrare in un giro vorticoso di film porno, artisti pazzi, potenti uomini d'affari disposti a tutto e dark lady mortifere. Colmo di riferimenti cinematografici, è uno dei film culto dell'iconografia dei Coen.

Fargo
È uno dei più "classici" tra i film dei Coen mentre non manca l'amore per lo humour nero che li contraddistingue dai loro esordi. Per far ciò e lasciar andare la mano, i Coen si nascondono dietro il cappello di "fatti realmente accaduti" anche se, alla fine, si scopre che i personaggi sono di fantasia. In verità, secondo quanto i registi hanno dichiarato, si tratti di episodi realmente accaduti ma in situazioni differenti. Loro si sono limitati a "shakerare" il tutto ed a caratterizzarlo. Ne esce fuori un film che tocca tutte le corde giuste della grammatica di genere, dando sempre l'impressione allo spettatore di sapere esattamente cosa sta accadendo ma riuscendo comunque a colpirlo alla testa con le esplosioni di violenza senza filtri. Da più è considerato come il migliore film dei fratelli Coen.

Non è un paese per vecchi
È un western ma solo di facciata. È un duello dell'animo perché questo film che ha sbancato gli Oscar 2008 ti sfianca per tutta la proiezione nel costruire l'attesa di un confronto finale, e il confronto finale non c'è. La sfida non è tra chi ha rubato i soldi (il solito malloppo di denari maledetti che non manca mai nell'iconografia coeniana) e chi i soldi li deve recuperare; lo scontro è tra due mondi, quello dello sceriffo ormai troppo vecchio per questo lavoro e trattenere i conati di vomito alla vista dell'ennesimo morto, e lo spietato assassino dallo stomaco di ferro, capace di uccidere con qualsiasi strumento perché qualsiasi cosa tocca la tramuta in morte. Così è il caso l'unica legge, l'unica linea di confine per discernere tra chi vive e chi muore, e sul pavimento resta solo una macchia di sangue mentre aspetti un duello che non ci sarà.

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