Mickey Rourke vince a Venezia.
di Giancarlo Zappoli
A Venezia è ritornato l'eroe
A Venezia è ritornato l'eroe. Quello ormai apparentemente vinto dalla vita e dal nemico che porta in sé e che va ad affrontare l'ultima sfida per completare il suo ritrovarsi Uomo. Il Leone d'Oro della 65^ Mostra d'arte Cinematografica di Venezia è andato a The Wrestler di Darren Aronofsky e di Mickey Rourke. Sì perché Wim Wenders, presidente della Giuria, lo ha fatto capire chiaramente annunciando il premio e poi lo ha sottolineato col discorso di chiusura invitando la Mostra a cambiare regolamento: il premio per il migliore attore era di Rourke ma non è possibile premiare il protagonista del film che vince il massimo riconoscimento. O l'uno o l'altro. Questo dispiace perché colloca la Coppa Volpi andata a Silvio Orlando nella lista dei figli di un dio minore in maniera esplicita. Ma era chiaro a tutti che fosse così: con quattro film in competizione l'Italia doveva portare a casa almeno un premio e quello all'interpretazione di Orlando in Il papà di Giovanna (simile a molte altre sue) di certo era la soluzione migliore. Per il resto possiamo constatare il lavoro di bilanciamento con ben due riconoscimenti (fotografia e Leone d'Argento) andati al film veterorusso Paper Soldier e con una Coppa Volpi al femminile scippata ad Anne Hathaway perché già si era dato un premio come miglior attrice emergente a Jennifer Lawrence di The Burning Plain e non ci si poteva allargare troppo con il cinema americano. Per il resto i due premi all'intenso Teza sono inattaccabili ma resta ancora un forte dubbio sul cinema italiano. Se il Premio alla miglior opera prima è andato al cinquantanovenne Gianni Di Gregorio c'è da chiedersi: ma i giovani cineasti italiani dove sono?