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Celentano racconta Yuppi Du

Conferenza stampa – dopo 10 anni – del molleggiato a Venezia.
di Marzia Gandolfi

La versione restaurata di Yuppi Du
Adriano Celentano (86 anni) 6 gennaio 1938, Milano (Italia) - Capricorno. Interpreta Felice della Pietà nel film di Adriano Celentano Yuppi Du.

giovedì 4 settembre 2008 - Incontri

La versione restaurata di Yuppi Du
È sempre stato "tre passi avanti", è sempre stato "rock". Cantante, attore, regista, compositore, scrittore, predicatore, ecologista e cattolico, Adriano Celentano "ne ha fatta di strada" e oggi la via Gluck è idealmente prossima a Venezia. Dopo trentatre anni viene presentato in Laguna Yuppi Du, versione restaurata nel sonoro e nell'immagine dal Clan di Celentano e da Sky Cinema. Correva il 1974 quando il barcaiolo Felice Della Pietà sposava in chiesa la remissiva Adelaide di Claudia Mori e amava in segreto, nei campi, nei giardini e sotto i ponti della Laguna la Silvia di Charlotte Rampling. Yuppi Du è una storia di amore e di "resurrezione" (quella di Silvia, la prima moglie "ritornata dal canal") ma soprattutto è un musical-drama, un'operetta morale sospesa tra Venezia e Milano per riflettere, in perfetto Celentano style, sulle morti bianche (l'incidente sul lavoro di Scognamillo), l'inquinamento (l'acqua nera di Porto Marghera), la violenza sulle donne (lo stupro scongiurato da Santercole), la divisione classista (la sequenza della cerimonia nuziale in chiesa, dove gli aristocratici si contrappongono al clan degli amici poveri di Felice) e l'arte moderna (il gatto lanciato contro il vetro). Come fu per Serafino, Celentano ci ricorda che il denaro non procura la felicità, per questa ragione lo seppellisce sotto una croce invitando lo spettatore all'amore, all'amicizia, alla fedeltà e al ritorno alle origini nella danza d'amore accompagnata dalla canzone "Yuppi Du". Scritto, diretto e montato dal Molleggiato, Yuppi Du è una parabola surreale che ripropone nello splendore del restauro i costumi naïf di Celentano e le margherite gialle tra i capelli della Rampling, i volti infantili di Rosita, Rosalinda e Giacomo Celentano e il Napoleone sfregiato di Santercole, lo stop-frame di Jack La Cayenne e le calze nere di Claudia Mori. C'è tutto questo e molto altro ancora dietro l'effige di un uomo voltato di spalle con le braccia allargate, nato in "un giorno gelido d'inverno" e cresciuto in via Gluck come Voce ineguagliabile e Corpo musicale abitato dal non-sense. Prisencolinensinainciusol, "ol rait".

Morti bianche
Adriano Celentano: In questa giornata veneziana dedicata al cinema impegnato a riflettere sulle morti bianche, vorrei ricordare il lavoratore Graziano Alonso, morto durante le riprese di Yuppi Du. Nel 1974 stavamo girando una scena sulle acque gelide del Ticino, ero a bordo di una zattera, insieme a Charlotte Rampling e alcuni tecnici, quando la chiatta si capovolse a causa di uno sbilanciamento di peso. Finimmo tutti in acqua ma venimmo soccorsi e recuperati incolumi, soltanto Graziano morì nell'incidente. A lui voglio dedicare un pensiero e un applauso.

Ritorni e restauri
Mi piace "ritornare" e quando ritorno al cinema, alla musica o alla televisione mi diverto sempre molto. Vorrei fare presto qualcosa di nuovo e ho sempre molte idee in proposito, mi diverte raccontare storie e vedere gli attori recitare. Certo il mio sogno ad oggi è girare un altro Yuppi Du, un film che a differenza degli altri non invecchia mai. È stata una grande emozione rivederlo sullo schermo e poter rimettere mano alla sequenza "dei fiammiferi e delle sigarette". Ricordo che all'epoca non ero soddisfatto di quella scena, dopo più di trent'anni sono invece riuscito a modificare l'apparizione di Charlotte agli operai Napoleone e Scognamillo. Volevo che il suo personaggio apparisse come una fantasma venuto dal passato. Yuppi Du è un grido d'amore per una donna o per un uomo ma è pure un grido di dolore per la morte di un collega sul lavoro. Prossimamente mi piacerebbe tornare a fare un film in cui non accadano disgrazie. Pensavo probabilmente a un film sulla "resurrezione di Gesù". I Vangeli non ci raccontano il dopo e io vorrei provare a immaginarlo. Ho qualche idea in proposito.

La leggenda del "santo" cantautore
Adriano Celentano: Mi piace l'idea di condividere i riflettori con Ermanno Olmi. Non è vero che siamo una strana coppia, come ci hanno definito i titoli di alcuni giornali, io ed Ermanno abbiamo più di qualcosa in comune. Io difendo i navigli e lui difende gli orti, e gli orti prosperano da sempre vicini ai navigli. Certo il suo cinema è più ermetico e penetrante del mio, ma allo stesso modo la poetica di Olmi corrisponde alla mia.

Il Cantattore
Nutro per la musica e per il cinema lo stesso amore. Quando canto recito sempre un po' e quando recito mi piace cantare, dunque il cinema è un'arte che ne compensa un'altra. Da ragazzo adoravo andare nelle sale cinematografiche, ero affascinato dalla gestualità di Clark Gable, dall'eleganza di Fred Astaire e dal tip-tap di Gene Kelly. Prima di essere "originale" ho copiato molto.

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