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5x1: Il fattore Del Toro

L'affascinante attore portoricano colleziona belle donne e ruoli cupi e intensi.
di Stefano Cocci

Un'altra prova maiuscola in Noi due sconosciuti
Benicio Del Toro (Benicio Monserrate Rafael Del Toro Sanchez) (57 anni) 19 febbraio 1967, San German (Portorico - USA) - Acquario.

martedì 10 giugno 2008 - Celebrities

Un'altra prova maiuscola in Noi due sconosciuti
Valeria Golino, Claire Forlani, Sara Foster, Alicia Silverstone, Chiara Mastroianni, Charlize Theron, Heather Graham e Scarlett Johansson. Sono alcuni dei flirt, veri e presunti, che, negli ultimi 20 anni, sono stati accreditati all'attore Benicio Del Toro. L'attore portoricano, però, non pensa solo al gentil sesso. Sempre nello stesso arco di tempo è stato Fred Fenster, Benny Dalmau, Óscar Zeta Acosta, Javier Rodriguez, Jack Jordan, Jerry Sunborne, alcuni dei personaggi più intensi scritti per il grande schermo negli ultimi anni. I soliti sospetti, Basquiat, Paura e delirio a Las Vegas, Traffic, 21 Grammi e il prossimo Noi due sconosciuti sono le tappe della bella carriera di Del Toro che, con questa carrellata di pezzi epici, ha dimostrato di essere non solo uno sciupafemmine ma soprattutto un volto ed una espressività eccelsa. Oggi, mentre lo incontriamo nelle sale con l'ultimo lavoro della regista danese Susanne Bier, si attende con ansia l'ultimo nome di questa importante carrellata, un volto che arriva direttamente dall'iconografia ufficiale dei miti del XX secolo: quell'Ernesto Che Guevara che gli è valso il premio come miglior interprete all'ultimo Festival di Cannes.

21 Grammi
Intenso e assoluto come i suoi protagonisti. Il film di Inarritu si muove su più snodi narrativi dove lanciare pennellate impressionistiche su un film ricco di temi ed argomenti, anche se alla fine, al centro c'è sempre l'individuo. Del Toro è nell'ambiente in cui si sente più a suo agio: vite disperate ed in bilico, tra dannazione e salvezza, tra santità e perdizione, anche se sempre più vicino al lato oscuro. Qui, stupisce la chimica con gli altri protagonisti, quel particolare stato di grazia che dà un tocco di magia al tutto.

Noi due sconosciuti
Jerry Sunborne lo possiamo considerare un classico del repertorio di Del Toro: tossicodipendente con una storia professionale importante alle spalle ma che getta tutto nella tazza del cesso come l'eroina da nascondere ad un blitz della polizia. Grazie alla morte dell'unico amico che credeva ancora nella sua redenzione, Jerry/Del Toro inizia un difficile percorso nel tentativo di liberarsi dalla propria dipendenza. In ciò troverà sostegno dalla moglie del suo migliore amico che, allo stesso modo, cerca di liberarsi dalla dipendenza della persona amata e che non c'è più.

Traffic
È Soderbergh, uno dei registi in assoluto preferiti da Del Toro, ad offrire all'attore portoricano il ruolo di Javier Rodriguez che gli varrà l'Oscar, come del resto, sempre Soderbergh lo dirige in Che, che è valso il premio come miglior attore al Festival di Cannes 2008.
Anche qui un personaggio al limite, ma non come Del Toro ci ha abituato: è un poliziotto che vive sul confine tra Messico e Stati Uniti, cercando di frenare il traffico di droghe tra i due lati della sottile linea geopolitica. È una missione impossibile come quelle per vincere le paure dentro noi stessi.

Sin city
Tra la dannazione e la salvezza dell'anima, Benicio Del Toro trova il tempo di confrontarsi con il fumetto di Miller trasposto sullo schermo dallo stesso autore con l'aiuto di Robert Rodriguez. Il poliziotto Jack Rafferty è corrotto e corruttore, il vero boss di Sin City dove, nascondendosi dietro un distintivo, ha messo su una banda di tutto rispetto che taglieggia i criminali con la tutela di quella legge che rappresenta. È l'occasione per Del Toro di confrontarsi con una cifra stilistica che va al di là del dramma e della ragione: tutto è surreale e fuori misura, come quando la testa di Rafferty colpita a morte con una pistola incastrata nel cranio alimenta gli incubi ad occhi aperti di Owen/Dwight.

Che
Bisogna esser duri senza perdere la tenerezza". In queste parole del comandante Ernesto Che Guevara si nasconde, ovviamente in parte, la cifra stilista che il regista Steven Soderbergh e Benicio Del Toro hanno voluto dare al loro Che. Un'opera importante, che in oltre 4 ore ripercorre la parabola della vita politica e soprattutto combattente di Guevara. Se I diari della motocicletta – con un attore che in futuro potrà raccogliere da Del Toro il testimone della rappresentanza ispanica al cinema, Gael Garcìa Bernal – esploravano la nascita della passione politica nel cuore del giovane medico, questo Che comprende completamente la sua parabola da rivoluzionario. Benicio è la perfetta rappresentazione, fisica ma soprattutto ideale, della forza a disposizione del sogno di un mondo migliore e della determinazione a combattere per esso. Anche a costa della vita propria e di chi vi si oppone.

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