Vampiri: un mito senza tempo
Da tempi immemorabili esiste una produzione orale mitologica, diffusa in tutto il mondo, sui vampiri. Prima ancora che la letteratura riempisse pagine intere sul mito, per i popoli di tutti continenti ha rappresentato una tradizione secolare. Che si chiami Dracula, Lestat, Miriam o Nosferatu, il vampiro ha preso vita attraverso il folklore per divenire una figura che ha profondamente influenzato le arti. Se il primo film dell'orrore - il cortometraggio di due minuti di Georges Méliès, Le manoir du diable - inizia con un enorme pipistrello che vola all'interno di un castello medioevale, negli anni il cinema (come la letteratura) ha trasformato la leggenda, rielaborandola e riadattandola ai tempi. Abbiamo imparato che i vampiri hanno poteri quali l'immortalità (anche quando vengono feriti possono rigenerarsi) e sono capaci di mutarsi in qualsiasi cosa vogliano. Che sono in grado di ipnotizzare le vittime e assoggettare al loro volere, che temono la luce, le croci, l'aglio e il fuoco e possono essere sconfitti con un paletto piazzato nel cuore. Tuttavia, nel film di Sebastian Gutierrez non viene mai pronunciata la parola 'vampiro'. La setta delle tenebre infatti non contiene elementi tradizionali sui vampiri ma li presenta come persone normali, fisicamente mescolate tra la gente comune, cinematograficamente prive di quel pallore che li contraddistingue in altre opere. "È un film atipico perché non ci sono denti aguzzi, né l'aglio intorno al collo o le croci" ha dichiarato la protagonista di La setta delle tenebre, Lucy Liu.

Un noir ambientato nel mondo dei vampiri
Sebastian Gutierrez: Il mito dei vampiri esiste in ogni cultura, ma non amo i clichè dei denti canini e delle corone d'aglio, quando vengono utilizzati il film diventa kitsch e non fa più paura. La nostra idea, invece, era di fare un noir ambientato nel mondo dei vampiri. Il risultato è un thriller molto inquietante. La storia ruota intorno a una vicenda molto triste. Sadie è stata uccisa ma vive ancora in un limbo fra la vita e la morte e avvalendosi di questa nuova, incredibile condizione, decide di venire a capo degli eventi, eliminando i responsabili del suo e degli altri omicidi, per riuscire a trovare la pace in una morte vera. Il film è permeato da un senso di terrore, di ingiustizia, di una fatalità che non si può modificare, che si può solo accettare o vendicare.

Sadie, una donna guerriero
Lucy Liu: La prima volta che ho letto il copione erano le tre di notte e mi sono totalmente calata in quella atmosfera. Ma non si tratta esattamente di un horror: il film possiede una forte corrente emotiva, lo definirei piuttosto un noir. Qualche giorno dopo aver ricevuto lo script ho incontrato Sebastian e abbiamo preso accordi. Qualche volta, al di là della validità di un lavoro, bisogna anche entrare in sintonia con le persone coinvolte nel progetto e in questo senso io e Sebastian abbiamo trovato subito una grande affinità. Il personaggio che interpreto è una persona normale che è rimasta coinvolta in una situazione assurda. È una persona forte che nel corso degli eventi diventa addirittura una specie di soldato, una donna guerriero.

Giochi di luce e ombra
Michael Chiklis: Sebastian Gutierrez è un artista che vanta una grande conoscenza del cinema. Mi aveva già convinto la sceneggiatura, ma lui mi ha infuso la certezza che avrebbe realizzato un film bellissimo. Mi ha colpito il fatto che la parola 'vampiro' non venisse mai pronunciata nel film. Sebastian ha chiarito subito che non ci sarebbero stati morsi sul collo, né altre scene tipiche dei film sui vampiri più convenzionali. Sarebbe stato un film particolare, un noir, e la sua idea mi ha conquistato totalmente. Il fascino di un noir è accentuato dall'utilizzo delle ombre. In questo film non ci sono effetti speciali. Il regista ha lavorato con gli attori e le macchine da presa, creando incredibili effetti di luce e ombra, e inquietanti scene ambientate nell'oscurità. I veri appassionati di cinema apprezzeranno molto questo stile di regia.