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Speed Racer: il velocissimo "eletto" dei Wachowski

Ai blocchi di partenza il cartoon animato dei fratelli Wachowski, che superano i confini del filmabile.
di Marzia Gandolfi

Cinema senza limiti (di velocità)

giovedì 8 maggio 2008 - Incontri

Cinema senza limiti (di velocità)
Dopo la virtualità ludica di Matrix tocca a Speed Racer sfidare il cinema che è stato, entrando con grinta e motori rombanti nell'immaginario collettivo. Superando ogni rappresentazione precedente i fratelli Wachowski congiungono ancora una volta il reale al virtuale. Ispirandosi all'anime giapponese Mach Go Go Go, un cult (sulla carta e sul piccolo schermo) degli anni Sessanta di Tatsuo Yoshida, i Wachowski re-inventano per il grande schermo le sfolgoranti imprese di un pilota ribelle in un società e in una gara (quella della World Racing League) controllata da potenti e corrotte organizzazioni. Centoventi milioni di budget, duemilatrecento effetti speciali, tecniche di ripresa innovative, duemila inquadrature ritoccate al computer, quattordici aziende coinvolte nella realizzazione, questi sono alcuni dei numeri che hanno garantito la coerenza visiva di Speed Racer, compattando con fluidità un materiale animato straordinario. Se Matrix è un videogame, Speed Racer è di fatto un cartoon. La struttura stessa del racconto prevede le figure classiche dell'animazione giapponese: il percorso morale e formativo del protagonista, il senso del dovere e di responsabilità, il rapporto tra natura e tecnologia, il tirocinio per arrivare al dominio di sé e della propria disciplina, la relazione senpai-kohai (anziano-giovane o fratello maggiore-fratello minore) tra "colui che ha iniziato prima" e "colui che ha iniziato dopo", la famiglia come modello comportamentale. Assurdo pretendere di giudicare Speed Racer con i canoni del cinema. In perfetta sintonia con lo scenario della post-modernità e con l'immaginario pop, l'immagine del film non è mai né "bella" né "vera", è piuttosto intensa ed eccitante. Allo spettatore non viene chiesto di interpretare ma di prendersi tutto il piacere che riesce a catturare correndo dentro un gigantesco luna-park "verniciato" coi colori primari (blu, rosso e giallo). Lavorando dentro un gigantesco artificio, che ha inghiottito quella che un tempo chiamavamo "realtà", i fratelli dell'Illinois superano i confini del filmabile: i loro piloti in carne e ossa guidano vetture in grado di doppiare le 400 miglia orarie, di sfidare le leggi di gravità, di saltare e librarsi a mezz'aria, ricadendo al suolo o sulla pista senza farsi nulla. Speed Racer spinge al massimo la pratica stilistica intuita dai Wachowski, per la quale la rappresentazione della tecnologia e la messa in scena dell'azione animata devono innanzitutto poggiare sull'intensità del look (questa volta retro-futuristico) e sulla continuità di ripresa. Speed Racer, grazie al suo ritmo vertiginoso più che all'interesse del racconto, è un'esperienza da consumare tutta d'un fiato. Come l'eletto Speed Racer, lasciate il vostro corpo nell'action movie tradizionale, montate sulla Mach 5, superate la soglia della percezione e lanciatevi nelle piste "disegnate" delle nuove tecnologie.

La famiglia Racer al servizio delle famiglie
La ragione per cui abbiamo scelto di realizzare Speed Racer non è soltanto perché Go Go Match 5 fosse uno dei nostri cartoni preferiti dell'infanzia, quello che ci interessava veramente nell'adattamento era la forte dinamica familiare che si percepiva nella serie originale. Desideravamo fare un film per le famiglie pieno di personaggi eccezionali, scene d'azione entusiasmanti ed effetti visivi fantastici. Per Speed, il nostro protagonista, i due aspetti più importanti della vita sono le corse in macchina e la famiglia. I Racer respirano corse di macchine e rappresentano l'ultimo team e baluardo automobilistico indipendente contro l'aspra concorrenza degli altri piloti sostenuti da sponsor potentissimi e corrotti. Lavorano tutti insieme per raggiungere un obiettivo e ciascuno di loro partecipa ed è parte delle vittorie o delle sconfitte.

La Mach 5 e 6
La Mach 5 è probabilmente una delle macchine più riconoscibili del mondo sullo schermo. Il suo profilo aggressivo, le sue rifiniture bianche e la sua "M" rossa decorata sul cofano è impressa dagli anni Sessanta nella memoria dei fan di Speed Racer. Nonostante il design sorpassato della Mach 5 abbiamo scartato immediatamente l'idea del restyling, optando insieme allo scenografo Owen Paterson per un look semi-retrò dalle linee levigate e lucenti. In questo modo abbiamo mantenuto l'essenza iconica della vettura originale. La Mach 6, quella utilizzata per le corse in pista della World Racing League, ha al contrario un look decisamente più sfrontato che ripropone però lo schema dei colori e la forma generale ad "M" della Mach 5.

I segreti di Speed Racer
Nell'estetica del nostro film coesistono molti stili che costituiscono una sinergia perfetta. L'ispirazione al cartoon originale di Tatsuo Yoshida, agli anime di Otomo e alla pop-art hanno richiesto un lavoro di compositing mai realizzato prima. Gli elementi sono stati ripresi dal vivo o creati al computer e poi assemblati, pezzo per pezzo, nell'immagine finale. In questo modo personaggi, oggetti e ambienti sembrano tutti in primo piano, proprio come nei cartoni giapponesi. Abbiamo osservato alcuni sport estremi come lo skateboard e lo snowboard che hanno un movimento molto fluido, provando a immaginare il modo in cui avrebbero potuto essere realizzate le corse automobilistiche e quanto potessero andare veloci le vetture. Nessuna gara però avrebbe potuto essere completa senza quelle tattiche da battaglia che sfiorano il limite della legalità. Il risultato finale ottenuto è stato uno sport automobilistico estremo in stile full-contact, un miscuglio di arte marziale e di Formula 1 che abbiamo chiamato 'Car-Fu'.

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