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Shine A Light: Martin Was a Rollin' Stone

Scorsese ritrae la leggendaria band in un live celebrativo, intimo e profondamente rock.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

I Rolling Stones, un mito da raccontare

martedì 8 aprile 2008 - Approfondimenti

I Rolling Stones, un mito da raccontare
Sono sopravissuti agli anni '60, '70, '80 e '90 e continuano a cavalcare il nuovo millennio, come dei cavalieri dell'apocalisse rock, mentre gli altri sono andati in pensione (o sono passati a miglior vita). I Rolling Stones, il più grande gruppo rock del mondo, una macchina già perfettamente oliata nel 1973 - quando Lester Bangs, in uno dei suoi illuminati articoli, innalzava Mick Jagger e soci a "Vera Religione del Puro Rhythm 'n' Blues" - e oggi praticamente unica nel suo genere. Sui Rolling Stones è già stato detto tutto. Il manager Andrew Loog Oldham ha ricostruito la genesi delle pietre rotolanti in "Stoned. Come s'inventa la più grande rock'n'roll band del mondo". Il fotografo Bent Rej li ha ritratti nel libro "The Rolling Stones gli anni magici". Godard li ha immortalati nell'intimità dello studio, filmando con la sua cinepresa la nascita di Sympathy For The Devil. E Scorsese, be' lui non ha mai resistito al fascino di Mick Jagger e soci, trovando nella settima arte un modo personale per dichiarare tutto il suo amore per la band. "Le canzoni degli Stones si adattano straordinariamente al cinema" ha rivelato il regista. "Ho utilizzato Gimme Shelter in ben due occasioni e in generale la loro musica mi ha sempre ispirato. Le sensazioni e impressioni che provenivano dalle loro canzoni hanno spesso rappresentato la chiave per riuscire a tradurre le immagini che avevo in mente in fotogrammi. Jumpin' Jack Flash, ad esempio, è diventata il marchio di fabbrica di Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno". Consapevole del fatto che i Rolling Stones fossero stati anatomizzati negli anni, Scorsese punta sul lato più pubblico della band ritraendola dal vivo, sotto i proiettori di Shine A Light.

Una band leggendaria, un regista leggendario, una troupe leggendaria
La tournée mondiale A Bigger Bang offriva un'opportunità unica alla band, quella di consegnare al pubblico i momenti più emozionanti di due anni on the road. Se inizialmente Mick Jagger voleva realizzare un film ufficiale del tour, quando si è presentata la prospettiva di suonare a Rio de Janeiro, il leader degli Stones ha avuto una folgorazione. "Sapevamo che ci saremmo esibiti su questo enorme palco a Copacabana e ho pensato che sarebbe potuta essere la location perfetta per fare qualcosa di diverso dal solito concerto. Voglio dire, sulla spiaggia ci sarebbero stati milioni di persone ad ascoltarci e avremmo avuto tantissimo materiale da utilizzare". A quel punto mancava solo un regista. "Martin Scorsese è probabilmente il regista americano di maggior talento e i Rolling Stones, be', sono una buona rock band, con un approccio vintage alle cose, e dalla combinazione dei due si sarebbe sicuramente tirato fuori qualcosa di interessante" ha dichiarato Mick. Tuttavia Scorsese, da sempre ossessionato dall'idea di poter trasferire le emozioni di un live degli Stones su pellicola, non era interessato alla grandezza di un palco come quello della spiaggia brasiliana. "Volevo realizzare qualcosa di più intimo che potesse aderire meglio a me come regista e allo stesso tempo creasse un legame ancora più personale tra la band e il pubblico. Sono felice di averli convinti a suonare in un posto più radunato, con i migliori operatori del mondo". Gente che ha vinto o è stata nominata agli Oscar come il direttore della fotografia Robert Richardson e la sua squadra di eccelsi: John Toll, Andrew Lesnie, Stuart Dryburgh, Robert Elswit, Emmanuel Lubezki ed Ellen Kuras.

I Rolling Stones, dal palco al grande schermo
Al centro di Shine A Light c'è il concerto del Beacon Theatre di New York, ripreso da ogni angolazione e ci sono Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood, Charlie Watts in tutto il loro splendore. "Il palco del Beacon Theatre era perfetto, perché era abbastanza piccolo da poter riprendere lo show, c'era spazio per piazzare tutte le telecamere, ma allo stesso tempo consentiva agli Stones di muoversi liberamente" ha spiegato il regista. "Ero interessato alla loro musica ma anche alla loro interazione, volevo che la gente, guardando il film, potesse effettivamente sentire di stare con loro sul palco. Ogni componente della band ha la sua propria personalità e il suo modo di relazionarsi all'altro e io volevo catturare questa magia". Ma non c'è solo la magia del live, c'è anche la storia della band, che Scorsese non dimentica di raccontare attraverso vecchie interviste. "Il trucco del materiale di archivio mi è servito come supporto alla musica. Abbiamo selezionato dei temi - come la longevità e il successo - e abbiamo voluto mostrare quanto fossero diventate irrilevanti le interviste che gli facevano. Le stesse domande ripetute così tante volte da perdere completamente di significato". "Martin ha fatto un lavoro straordinario inserendo quelle vecchie interviste" è stato il commento di Keith Richards. "Piccoli estratti che improvvisamente acquisivano un senso rispetto alle immagini del concerto. Voglio dire, erano tutte cose che esistevano già, ma è il modo in cui lui le ha usate che è superlativo". Qualcuno direbbe che è solo rock 'n' roll... ma qui ci troviamo di fronte a una vera e propria leggenda ritratta con passione da un maestro che nella musica - e negli Stones - ha trovato la sua musa ispiratrice. E una luce che non si spegnerà mai.

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