Advertisement
Oxford Murders: un teorema per scoprire l'assassino

De la Iglesia traduce le logiche matematiche in un mystery thriller tratto dal romanzo di Guillermo Martínez "La serie di Oxford".
di Tirza Bonifazi Tognazzi

La setta dei pitagorici e la verità assoluta

mercoledì 2 aprile 2008 - Incontri

La setta dei pitagorici e la verità assoluta
È la ragione per la quale Álex de la Iglesia ha voluto fare Oxford Murders. Poter arrivare alla scoperta dell'assassino attraverso concetti matematici. Non c'è maniera di scoprire chi sia l'omicida se non si conosce (e si applica) il teorema delle proposizioni infinite. "Tutto parte dalla domanda iniziale" ha spiegato il regista di fronte a un'attentissima platea di giornalisti che si è riunita al suo cospetto questa mattina a Roma. "Si può conoscere la verità? È possibile avere una certezza assoluta riguardo a qualcosa? E ancora, la realtà ha un'essenza matematica? Esiste una logica occulta che ordina e spiega il nostro modo di agire? La sfida era di riuscire a esplicare questi concetti in maniera semplice". Dopo La comunidad - Intrigo all'ultimo piano e Crimen perfecto - Finché morte non li separi il regista spagnolo torna a mettere in scena una storia di crimine, genere che ammette di amare perché è il riflesso del mondo. "Puoi parlare di quello che vuoi senza necessariamente macchiarti della realtà". E in quanto alla verità assoluta, ammette di non essere mai riuscito a risolvere la questione. "Per questo i miei film non finiscono mai bene. Penso che se mai sia esistita la verità assoluta, l'abbiamo macchiata con le nostre mani sporche. La verità esiste, ma noi non la conosciamo".

Un giallo privo di humour nero
Álex de la Iglesia: Generalmente le sceneggiature le scriviamo io e Jorge Guerricaechevarría, mentre in questo caso ci siamo basati sul romanzo di Guillermo Martínez "La serie di Oxford". Avevamo in mano una storia concreta che non aveva senso alterare con uno sguardo cinico. Ci siamo divertiti tantissimo a seguire la storia dall'interno lasciando da parte lo humour nero che caratterizza i nostri film. Anche se come termine non mi piace perché lo humour è sempre nero, in quanto si basa sulla vita, che è nera. Ma questo non è un mio pensiero, è di Rafael Azcona.
Jorge Guerricaechevarría: Quello che ci ha attratto del romanzo è che mantiene in qualche modo gli elementi della commedia nera, nel senso che si stabilisce un gioco per risolvere gli omicidi.

Elementi comuni al cinema di de la Iglesia
Álex de la Iglesia: Trovo che i personaggi di Oxford Murders abbiano qualcosa in comune con altri personaggi dei miei film, come il professore che ha una conoscenza totale di una piccola porzione della realtà, o il giovane matematico che arriva in luogo chiuso dove non viene accettato. Anche temi come l'inganno e il tradimento sono stati largamente esplorati nei miei film. Del romanzo di Martínez mi ha attratto l'elemento del gioco che trovo sia simile al cinema. Il regista in fondo non fa che giocare con i personaggi e in questo caso viene coinvolto anche il pubblico, che è chiamato a risolvere il caso. Volevo che gli spettatori fossero attivi e il film è girato in modo da ottenere questo effetto.

Piano sequenza
Álex de la Iglesia: In realtà avevo in mente un piano sequenza diverso da quello del film. Pensavo di poterlo riprendere dall'alto, da un elicottero, per poter mostrare Oxford come se fosse un gioco da tavolo, una scacchiera. Ma non ho potuto. È quello che spesso accade al cinema: un regista chiede dieci, gli viene promesso cinque, quando si trova sul set capisce di poter avere solo due e alla fine ottiene uno. Quando ho inizialmente esposto la mia idea al direttore della fotografia mi ha detto che ero un pazzo e che non potevo ottenerla in quel modo. Io mi sono messo a piangere, Elijah Wood ha avuto compassione di me e ha detto: "Facciamo contento il ciccione". Per realizzarlo come lo avevo immaginato avevo comunque bisogno di una determinata luce, ma alla fine mi sono dovuto accontentare di otto inquadrature che sono state unite con un trucco cinematografico.

Il tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein
Álex de la Iglesia: Avendo studiato filosofia avevo imparato il nome di Wittgenstein e letto un compendio del suo libro di cui avevo capito solo l'inizio e la fine. Voglio dire, solo dopo aver letto la prima frase, "Il mondo è ciò che avviene", sono stato un mese a cercarne il significato.
Jorge Guerricaechevarría: Wittgenstein ci ossessionava, soprattutto ossessionava Alex e abbiamo voluto inserirlo nel film anche se il romanzo non ne parlava. La sua opera massima l'ha scritta in guerra, neanche le bombe potevano fermarlo. Quello che ci affascinava di Wittgenstein è che per un anno ha frequentato lo stesso college di Hitler. Una storia che ci piacerebbe molto tramutare in film.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati