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Nessuna qualità agli eroi: Nel nome del padre e in assenza del padre

Esce il secondo film di Paolo Franchi: vicende critiche di figli di padri illustri e ingombranti.
di Marzia Gandolfi

Un film doloroso e psicanalitico

giovedì 27 marzo 2008 - Incontri

Un film doloroso e psicanalitico
Dopo La spettatrice, storia di una giovane donna che osserva la vita degli altri dietro il vetro di una finestra, Paolo Franchi torna con un'opera nevrotica e dolorosa ma soprattutto con un'idea di cinema accostato alla psicanalisi, probabilmente per quel carattere di sogno collettivo che il cinema spesso possiede o per le dinamiche di proiezione e di identificazione che sollecita. Al centro di Nessuna qualità agli eroi ci sono due padri illustri, ingombranti e (quasi) invisibili, che hanno controllato e condizionato l'esistenza dei propri figli, incapaci di vivere e di crescere se non in un rapporto di dipendenza rabbiosa dal genitore, oggetto di amore e di odio autodistruttivo. Elio Germano interpreta Luca, il figlio disadattato di un usuraio che prende a modello della sua "realizzazione" il broker assicurativo di Bruno Todeschini, figlio integrato di un artista deceduto. In mezzo a loro c'è la grazia di Irène Jacob, moglie e "spettatrice" di quel poco che resta da guardare con affetto. La solitudine, l'incomunicabilità, la pesantezza terrena dei corpi e dei desideri, l'afasia dei personaggi che diventa afasia del vivere, sono alcuni dei temi che legano La spettatrice a Nessuna qualità agli eroi, due film che si muovono sotto il segno della follia in quanto infelicità. L'opera non riconciliata di Paolo Franchi dimostra un'infaticabilità artistica, un'inesauribile voglia di capire e l'irrequietezza di porsi nuovi interrogativi.

Padri e figli
Elio Germano: È sempre molto interessante affrontare un personaggio in crisi piuttosto che uno risolto. Il mio Luca è un giovane uomo e un giovane figlio che si confronta con se se stesso, col proprio padre e genitore interiore. Il padre nel film di Paolo Franchi ha evidentemente un significato simbolico, incarna l'autorità che il mio personaggio e quello di Bruno Todeschini cercano di rovesciare. È una figura ingombrante da "uccidere", letteralmente o metaforicamente. Entrambi sono vittime di padri dominanti e carismatici, che hanno castrato in loro qualsiasi possibilità di essere felici. Il confronto con loro è perciò troppo grande e severo. Questi personaggi e questi temi sono stati affrontati anche dalla letteratura alta, mi riferisco a Dostojevski, a Kafka, a Shakespeare. Il personaggio tormentato e problematico è un'autentica benedizione per un attore e a teatro capita spesso di "incontrarlo" e di doverlo interpretare, per questa ragione sono grato a Franchi di avermi dato la possibilità di portarlo anche sullo schermo.

La moglie e la spettatrice
Irène Jacob: Leggendo la sceneggiatura di Nessuna qualità agli eroi sono rimasta subito molto colpita perché l'ho trovata profonda, conteneva un universo che non è completamente realistico e sfocia nell'inconscio, nel sogno. Quando ho cominciato a lavorare sul mio personaggio pensavo sarei stata soltanto la spettatrice passiva di un marito depresso. Poi Franchi, che ha davvero un grande talento nel dirigere gli attori, ha fatto della moglie del protagonista un collante. Mi ha presa per mano e condotta nel buio, in quella zona oscura dove ciascuno di noi prima o poi nella vita cade e si perde. Certamente è pericoloso procedere in quella direzione, ma sentivo che potevo fidarmi e lasciarmi andare a quella vertigine, arrivando a esplorare la forza del mistero.

Nichilismo fuori campo
Paolo Franchi: Nel mio film i protagonisti maschili "uccidono" i rispettivi padri ma nessuno di loro si libera veramente da nulla, ogni gesto alla fine risulta inutile. Nessuna qualità agli eroi è senza dubbio un film nichilista che prevede nell'epilogo un passaggio dalla depressione alla psicosi. Nell'interpretarlo sarebbe preferibile l'approccio psicanalitico alla lettura realistica. Personalmente trovo che l'immagine sovrapposta al dicibile sia un'immagine vuota, al contrario l'immagine che si sovrappone all'invisibile, al fuori campo, possa diventare fonte di interpretazione.

Produrre un film in Italia
Beppe Caschetto: Non è stato facile realizzare in Italia un film come Nessuna qualità agli eroi, il progetto ha avuto una gestazione complessa. Dopo aver visto La spettatrice, film d'esordio di Paolo Franchi, ed esserne rimasto oltremodo colpito, sono stato io stesso a chiedere al regista di poter leggere la sceneggiatura del suo nuovo film, poi conquistato ho deciso di produrlo. È stata un'esperienza altamente formativa perché l'orizzonte che proponeva Paolo era la ricerca. Ammiro la sua onestà intellettuale anche nei momenti in cui ci ha messo a dura prova.

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