Un processo doloroso
È stata a un passo dal prendere l'Oscar, al quale era nominata come miglior film d'animazione, ma - nonostante la delusione - il solo fatto che un'opera iraniana fosse in mezzo a una rosa di "colossi" hollywoodiani (Ratatouille e Surf's Up) è già una vittoria in sé. Tratto da un romanzo a fumetti scritto e disegnato da Marjane Satrapi (co-regista insieme a Vincent Paronnaud), Persepolis narra la vera storia dell'autrice: il passaggio dall'età dell'innocenza all'età adulta di un'iraniana in una cornice di guerra e instabilità politica. "Quando ho scritto i quattro libri del romanzo ho dovuto ripercorrere sedici anni della mia vita, comprese le cose che avrei decisamente preferito dimenticare. È stato un processo molto doloroso" ricorda la Satrapi.

Dalle pagine letterarie alla pellicola
Non deve essere stato semplice adattare il romanzo per il grande schermo. "È impossibile realizzare un'opera cinematografica che racconta sedici anni di vita vissuta se non hai una direzione. Quando ci siamo messi a lavorare sulla sceneggiatura ero molto nostalgica e credo che l'intera struttura del film ne risenta. Questa è la storia di una donna che va all'aeroporto senza avere nessun biglietto e si siede ricordando la sua vita". Un evento che è accaduto veramente a Marjane Satrapi quando è andata all'aeroporto per tornare in Iran ma non è potuta partire. "Non mi sono seduta a ricordare la mia vita, ma non potevo smettere di piangere".

Occidente Vs Oriente
Agli occhi dell'autrice, la parte più esotica della storia si svolge a Vienna, dove Marjane Satrapi ha vissuto qualche anno da adolescente. "Quando sono andata in Austria ero molto giovane e i miei genitori non erano con me. Nel mio paese c'era la guerra mentre la scuola dove studiavo, lontano da casa, era frequentata da ragazzi borghesi. È stato molto difficile vivere in quell'ambiente che mi ha portato ad avere una crisi religiosa. Da piccola pensavo che avrei dovuto scegliere se essere Occidentale o Orientale, ora non la penso più così. Sono quello che sono. Sono iraniana, ma anche francese, mio marito è svedese, viaggio molto in America... Certo, è più difficile vivere in un paese repressivo, e non parlo di est o ovest. Anche gli Stati Uniti sono diventati un paese repressivo. Ora è diverso, ma ai tempi in cui è iniziata la guerra la gente non poteva dire che era contraria perché sarebbe stata scambiata per anti-patriottica. Apparentemente il vero patriottismo distrugge la libertà di espressione".

Un film politico?
Secondo Marjane Satrapi Persepolis non è un film (d'animazione) politico. "A mio avviso, ciò che è politico è qualcosa che dà semplici risposte a domande complicate. Persepolis non dà nessuna risposta, ma ti fa riflettere. Mi è stato detto che alcuni usi e costumi dell'Iran ritratti nel film sono spaventevoli. Posso essere d'accordo, ma è anche vero che in America c'è ancora gente che manifesta contro l'aborto. George Bush secondo me è spaventevole. Apparentemente non fa paura solo perché si fa la barba e porta la cravatta. Ma è un vero fanatico. I mullah nel mio paese sono ovvi. Ma un tizio che dice di essere il presidente del più grande paese democratico del mondo e chiede alla gente di leggere la bibbia e fare crociate mi spaventa ancora di più perché è subdolo. Bush può uccidere migliaia di iracheni ogni giorno facendoli passare per nemici e non esseri umani. Se i cattivi hanno una nazionalità allora puoi sterminarli tutti? Questo è fascismo. Il male è internazionale e il fanatismo è universale. Non c'è nessuna differenza tra un fanatico musulmano e un fanatico cristiano".