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Lontano da lei, un film che commuove e fa sorridere

Sarah Polley debutta come regista, con un appassionante film drammatico.
di Claudia Resta

Il film

lunedì 11 febbraio 2008 - News

Il film
L'attrice ha fatto una scelta coraggiosa: due anni senza recitare, pur di portare sul grande schermo l'adattamento del racconto "L'orso attraversò la montagna" di Alice Munro, una commovente storia su una coppia sposata che affronta la terribile esperienza dell'Alzheimer. "Mi ha spaventato molto non recitare, perché è in ogni modo un lato della mia carriera in cui ho messo molto impegno, e due anni fuori dagli schermi possono tagliarti le gambe, ma sono stata ottimista e ho pensato che si potessero fare entrambe le cose in modo paritario". Animata da uno spirito combattivo e positivista, Sarah racconta le difficoltà maggiori della sua esperienza.

Comprendere un'età diversa
Il racconto della Munro mi affascinava perché narra di un amore incondizionato. Penso sia davvero qualcosa di più di una storia d'amore, quasi una specie di ordalia umana a settant'anni. I protagonisti scoprono se stessi e quello di cui sono capaci proprio alla fine della loro vita insieme. Per comprenderli meglio, dall'inizio delle riprese ho cercato di fare amicizia con persone della generazione dei miei nonni, ed è stato molto strano. Ho passato molto tempo nell'ospizio di mia nonna e ho letto tantissimi libri sull'Alzheimer, ma nulla è paragonabile ai mesi passati a parlare direttamente con le persone... Ho sempre avuto amici di età diverse, anche molto più grandi di me, come Julie Christie od Olympia Dukakis, ma comprendere davvero quello che può pensare un individuo di quell'età è stata una reale sfida.

Convincere Julie
L'amicizia con la Christie, che è anche la protagonista del film, è stata indubbiamente un passo fondamentale per Sarah Polley, che da subito aveva immaginato il personaggio con il suo volto e i suoi occhi. "Non so se sarei riuscita a girare il film senza Julie: anche solo il volerla vedere recitare in questo ruolo è stato una spinta grandissima. È sempre dura convincerla a fare qualcosa, soprattutto quando si tratta di recitare, e mi chiedo ancora perché, alla fine, mi ha detto di sì. Il primo giorno delle prove ero stravolta e intimidita, anche se ci conosciamo da tanto: tutto d'un tratto mi sono resa conto che stavo facendo un film con lei e Olympia Dukakis... una follia per una principiante!".

Far sorridere nonostante tutto
Il film tratta, indubbiamente, un argomento molto delicato, di fronte al quale difficilmente si riesce a non commuoversi. Ciò nonostante, Polley riteneva fosse necessario aggiungere un minimo di humour, per alleggerire le situazioni: "Mi sento a disagio quando vedo un film dove la tragedia è al centro di tutta la storia e non ci sono mai vie d'uscita... Oliver Stone in questo, a mio parere, ha fatto un sacco di danni. Nei suoi film sembra che il mondo si fermi e stia a guardare solo quello che accade nella sua storia, mentre nella realtà la vita va avanti, le persone riescono a sopravvivere anche attraverso i sorrisi inattesi... Così, ho pensato che il mio pubblico avrebbe avuto bisogno di un momento di gioia per sopravvivere mentalmente alle emozioni forti della storia e per percepire che il mondo continua, nonostante tutto".

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