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5x1: Tom Hanks, il migliore

Con due film, l'attore americano si è guadagnato altrettanti Oscar e lo status di stella di Hollywood.
di Stefano Cocci

Storia di un uomo straordinario nella sua normalità
Tom Hanks (Thomas Jeffrey Hanks) (67 anni) 9 luglio 1956, Concord (California - USA) - Cancro.

martedì 5 febbraio 2008 - Celebrities

Storia di un uomo straordinario nella sua normalità
Difficilmente finisce sulle copertine dei giornali per qualcosa che ha detto o fatto, per un'amante o per una qualche filosofia o religione che confessa di abbracciare. Non ha l'attivismo di Richard Gere, l'idealismo di Robert Redford o il fondamentalismo condito in salsa gossip di Tom Cruise. Tom Hanks è semplicemente un attore, un uomo di cinema e, la sua carriera, i suoi personaggi e il suo talento, semplicemente lo posizionano al livello più alto della sua categoria.
Oggi che torna al grande schermo con un film controverso, in cui prende di petto le anguste stanze tinte di verde dollaro della politica americana nel film La guerra di Charlie Wilson, Hanks ci ricorda semplicemente che è lui l'icona e dell'uomo americano qualunque, semplice ma non piatto, intenso e mai banale, anche quando racconta la storia di un insegnante costretto dalla Storia a fare la guerra e a salvare il soldato Ryan, o di un giovane gay che non smette di lottare contro i pregiudizi e contro l'AIDS, o di un astronauta che non riuscirà mai a toccare il suolo della Luna ma che ci colpisce al cuore raccontando di un sogno mai avverato.

The Terminal
Da una storia vera, Steven Spielberg vuole narrare una favola fatta di esclusione e di lotta, incomprensione e umanità. Una critica aspra al suo paese sempre più chiuso e ostile ma come sempre interpretata nella sua ottica da Peter Pan del cinema. Viktor Navorski non ha il visto per entrare negli States ma invece di infrangere la legge per realizzare il sogno di suo padre (l'ultimo autografo di un grande jazzista), preferisce battersi per conquistare legalmente questo diritto. Da una parte i cattivi – la burocrazia - vogliono farlo tornare a casa; dall'altra i buoni - inservienti, hostess e gente comune - si battono con lui. Hanks è sempre strepitoso, col suo accento dell'Est perfettamente delineato, le sfumature degli sguardi e dei gesti capaci di cambiarci e commuoverci anche in luogo freddo e disumanizzato come il terminal di un grande aeroporto.

Era mio padre
Dopo American Beauty, Sam Mendes ci regala un altro film intenso e straordinario e che sarà ricordato per il primo ruolo da cattivo di Tom Hanks. In un percorso tortuoso che lo porta dalla dannazione alla salvezza a costo della propria vita, Hanks è un killer della mala a cui è stata sterminata la famiglia perchè il figlio più grande assiste a un regolamento di conti. Per salvarlo, Hanks ingaggia un duello con i suoi ex compagni di merende per offrire al figlio un futuro dall'orizzonte limpido di fronte a sé. È la conferma di un attore qualunque dalla tecnica straordinaria nel raccontarci - nel bene e nel male e, più spesso, in bilico in entrambe le situazioni – le profonde dicotomie del nostro animo.

Philadelphia
Il cinema civile in stile Hollywood. Attori famosi perché bravi e non perché glassati dalla iconografia mediatica e dal marketing; impegno ma senza dimenticare che il pubblico paga il biglietto per vedere uno spettacolo e non per dormire. Ancora una volta a Jonathan Demme è riuscito un grande momento di cinema, impegnato ma digeribile, con attori straordinari. Washington mette tutta la sua esuberanza; Hanks disegna un uomo delicato nei modi quanto determinato, nella vita e nel lavoro, a non arrendersi alla malattia e al pregiudizio.

Salvate il soldato Ryan
È una sorpresa il Tom Hanks soldato insanguinato. Spielberg lo conosce bene e sa cosa può chiedere e cosa no. Tom lo ripaga, tratteggiando un personaggio che entra di diritto nell'Olimpo dei grandi ruoli della storia del cinema: un uomo delicato e sensibile, costretto a battersi per il proprio paese, un insegnante che deve condurre un gruppo di uomini in una missione suicida ma altamente simbolica, per vincere la guerra contro se stessi e anche quella contro il nemico. Hanks è a suo agio nella parte di uomo d'azione e magistrale quando si tratta di tirare fuori le sfumature del personaggio, quando deve stimolare i suoi uomini o quando vuole commuoverci. Anche nello scontato finale in punto di morte, è convincente e unico.

Forrest Gump
Ancora una prova da istrione, ancora una volta un personaggio eccentrico e unico. Mai lo stesso ruolo, mai le stesse emozioni ma sempre la medesima magia. Hanks ci dona la storia di un ragazzo, prima, e di un uomo, poi, non molto dotato dal punto di vista intellettivo ma che può insegnarci molto dal punto di vista emotivo, dimostrando che il cervello è il più sopravvalutato degli organi. Forrest Gump prende alla pancia e al cuore. Tante le scene indimenticabili che Hanks attraversa apparentemente sempre con la stessa espressione inebetita, capace però di raccontare molto di noi stessi. Per Tom sarà Oscar, oltre ai premi quale Miglior Film, Regia, Sceneggiatura, Effetti speciali e Montaggio.

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