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Caos calmo: l'elaborazione del lutto

Antonello Grimaldi traduce con empatia l'opera letteraria di Sandro Veronesi.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

La ricerca dell'ordine

venerdì 1 febbraio 2008 - Incontri

La ricerca dell'ordine
Un percorso doloroso, quello dell'elaborazione del lutto, che porta a fare i conti con se stessi e con la vita. Ognuno sceglie come affrontare il dolore della perdita, affossandolo o semplicemente aspettando che si manifesti per poi incamminarsi verso la guarigione. Nonostante si sia parlato di una sola scena del nuovo film di Antonello Grimaldi, Caos calmo è una riflessione intimista sulla morte e sulla vita attraverso lo sguardo "distaccato" di Pietro Paladini (interpretato magistralmente da Nanni Moretti). Nel parco dove si rifugia per aspettare di essere colpito dal dolore - che non riesce a provare - crea una sorta di ordine al caos (calmo) che si porta dentro.

Caos calmo, dalle pagine al grande schermo
Antonello Grimaldi: Il romanzo di Sandro Veronesi si svolge per due terzi in una piazza. Non era semplice da gestire cinematograficamente, anche perché nel libro il protagonista è quasi sempre seduto all'interno della sua macchina. Noi abbiamo spostato Pietro Paladini dalla sua auto alla panchina del parco. Ho cercato di gestire tutti i dialoghi che avvengono nel parco in maniera diversa per evitare la ripetitività.
Francesco Piccolo, sceneggiatore: Ho amato moltissimo "Caos calmo", è pieno di riflessioni che non erano semplici da tradurre sul grande schermo. Abbiamo cercato di scavare nella spina dorsale del racconto per trovare la trama essenziale intorno alla quale costruire il personaggio e il mondo che gli gira intorno. È stato un lavoro di riduzione per rendere il film il più semplice possibile rispetto alle pagine.
Sandro Veronesi: Il dovere degli sceneggiatori è di trovare il cinema dentro il romanzo, ma spesso nel farlo si rischia di perdere il romanzo. Francesco, Laura e Nanni sono riusciti a trovare nel libro un cinema che non immaginavo ci fosse. Sono veramente toccato dal vedere come hanno lavorato sulle pagine e credo la loro sia una lezione per quelli che, come me, non sono una cima nella scrittura cinematografica: la semplicità.

La stanza del figlio e Caos Calmo: l'elaborazione del lutto
Nanni Moretti: Ne La stanza del figlio c'è un nucleo familiare che si frantuma dopo la scomparsa del ragazzo, mentre nel romanzo di Veronesi, dalla morte nasce un nuovo rapporto tra padre e figlia. Il lutto viene elaborato in maniera totalmente diversa. Nonostante la storia mi piacesse molto, quando ho letto "Caos calmo" non mi sono visto come regista ma come attore. Il personaggio di Pietro Paladini mi ha colpito molto per come cerca di mettere un ordine esteriore alla propria vita e di dare un nuovo ordine all'importanza che le cose hanno nella vita.

Morettizzazione del romanzo
Nanni Moretti: Non ho nessuna percezione di cosa sia morettiano e cosa no. Forse è un mio limite. Esiste la mia persona, che conosco molto bene, e poi esiste il personaggio di cui si parla a volte in maniera incongruente.
Antonello Grimaldi: Non credo Moretti abbia morettizzato il personaggio, credo che anzi si sia paladinizzato interpretandolo. Tuttavia è grazie al suo contributo che il film possiede una leggerezza maggiore rispetto al romanzo.

Ruoli femminili: Eleonora Simoncioni
Isabella Ferrari: Mi sono fatta un'idea del mio personaggio prima di interpretarlo. Credo sia una donna molto sola che non ha mai conosciuto l'amore. Per starle vicino ho letto le poesie di Saba. La scena che trovo più bella è quando Eleonora butta l'anello nel tombino, mentre la più difficile da girare è sicuramente quella del salvataggio. Ho rischiato anche di morire ma nessuno se n'è accorto.

Ruoli femminili: Marta
Valeria Golino: Anche Marta è una donna molto sola sebbene sia piena di figli, di ex fidanzati e di parole. Lei parla per non avere silenzi, dice tante sciocchezze ma funge anche da coscienza a Pietro. È come se fosse una "grilla parlante" quando gli suggerisce cose di una crudeltà con estrema leggerezza. Mette in atto una sorta di balletto nel quale lo abbraccia, gli dà le mazzate e se ne va.

Nanni e i suoi fratelli
Alessandro Gassman: Mi sono divertito molto a ritrarre questo personaggio un po' sopra le righe che però subisce un cambiamento durante il corso del film. Dietro la sua apparente superficialità tira fuori un grande cuore e dice delle cose al fratello, magari non tanto divertenti, che però serviranno a fargli aprire gli occhi.
Antonello Grimaldi: Rivendico con orgoglio la scelta di Alessandro per questo ruolo. Ho dovuto battermi per averlo a bordo del progetto, ma l'ho fatto perché sapevo che sarebbe stato perfetto per la parte del fratello di Nanni.

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