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La mia dieta speciale per Cous Cous

Hafsia Herzi racconta, intimidita, il percorso che l'ha portata al premio di Venezia.
di Claudia Resta

Il film

giovedì 3 gennaio 2008 - Incontri

Il film
Sète. Beiji (Habib Boufares) si trascina sul cantiere navale del porto per un lavoro che, con l'età, è diventato insostenibile, perché vuole restare vicino alla sua ex moglie e ai figli, nonostante una storia familiare fatta di rotture e tensioni che le difficoltà finanziarie non fanno che acuire. Si sente inutile e fallito e vorrebbe riscattarsi realizzando un sogno: metter su un ristorante di sua proprietà. La sua famiglia che pian piano si unisce intorno al progetto, diventato il simbolo della ricerca di una vita migliore, e il sogno si avvia verso la realizzazione. O quasi...

Come sei arrivata a questo film?
Direi per caso, o per fortuna: un giorno, una direttrice di casting con cui ero in contatto per dei ruoli come comparsa, mi ha chiamato per Cous cous. Era quasi il mio compleanno, ero molto depressa e il casting mi è sembrato quasi un regalo, perché dovevo scegliere se continuare a tentare la via della recitazione o proseguire con i miei studi di diritto. Mi sono presentata con molta grinta, improvvisando per venti minuti una piccola parte. Per fortuna mi hanno richiamato e cercando di fare buona impressione ho detto che facevo anche danza orientale anche se non era vero. Quando poi mi hanno chiesto di danzare, il risultato è stato pessimo, ma Abdellatif Kechiche, per fortuna, mi ha voluto lo stesso.

È più dura ingrassare o dimagrire?
Quando Abdel mi ha chiesto di ingrassare avevo un po' paura, perchè dovevo mettere su almeno quindici chili e sono tantissimi! Però ero così felice che mi avesse scelto per la parte, nonostante non fossi un'attrice professionista e nemmeno una ballerina, che ho pensato che anche se dovevo ingrassare parecchio l'opportunità era unica. Dopo ho fatto tanto sport e molta danza, mi sono rimessa a dieta e sono tornata al mio peso forma! E poi, ingrassare serviva per la danza del ventre: nessuna danzatrice che si rispetti è magra, perché deve esprimere sensualità.

Quanto sei simile a Rym?
Pochissimo: siamo persone molto diverse, anche se molti amici mi hanno detto che c'è molto di me in lei. Quello che ci avvicina è forse la sua ingenuità, questo idealismo proprio dell'adolescenza, in particolar modo quando aiuta Slimane nel suo percorso burocratico. C'è anche la sua capacità di sapersela sbrogliare, e questo desiderio di andare fino in fondo alle cose. Comunque, interpretandola ho cercato di dimenticare me stessa, perché quando recito è fondamentale perdermi completamente nella scena.

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