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Prossimamente al cinema: Il sogno di un allenatore e di un cacciatore di aquiloni

Tra impegno e intrattenimento italiano, tornano Ridley Scott e Woody Allen.
di Chiara Renda

Il ritorno dell'allenatore 20 anni dopo

mercoledì 19 dicembre 2007 - Rubriche

Il ritorno dell'allenatore 20 anni dopo
Il 2008 inizierà nel segno del cinema italiano, più o meno impegnato, ma anche con il ritorno di due grandi autori internazionali come Woody Allen e Ridley Scott.
Chi sicuramente inizierà l'anno con successo sarà Lino Banfi, che grazie alla recente riscoperta cinefila dei film di serie B torna nei panni dell'allenatore Oronzo Canà indossati oltre vent'anni fa: L'allenatore nel pallone 2 sarà diretto - come il primo capitolo – dal re della commedia sexy Sergio Martino. Ad affiancare Lino Banfi nei suoi comici allenamenti molti fuoriclasse del calcio italiano, da Totti a Gattuso, da Materazzi a Del Piero.
Dal disimpegno si passa poi a titoli italiani decisamente più impegnati.
Cristina Comencini racconta infatti l'impegno contro il razzismo in un film esplicito fin dal titolo, Bianco e nero. Dopo il suo fortunato esordio cinematografico in Saturno contro, la regista ha voluto come protagonista femminile un volto fresco e nuovo per il cinema italiano come quello di Ambra Angiolini, qui affiancata da un altro "figlio del piccolo schermo" (sempre più spesso prestato al cinema) Fabio Volo. Una storia d'amore e impegno sociale contro i pregiudizi razziali.

L'impegno italiano
Nel contesto di quel cinema italiano di stampo europeo che gode di maggior fortuna all'estero che in patria (vedi Sorrentino e Garrone) si inserisce Nessuna qualità agli eroi, opera seconda presentata a settembre a Venezia tra polemiche e accuse. Dopo l'intenso e originale ritratto di dolore femminile de La spettatrice, Paolo Franchi ha scelto una storia di sofferenza maschile come soggetto per l'ambizioso Nessuna qualità agli eroi, un film psicanalitico su due uomini in crisi, il sommesso Bruno Todeschini e l'irrequieto Elio Germano.
Dal festival di Torino arriva invece il film sociale di Wilma Labate Signorina Effe, drammatica indagine sulla crisi della Fiat degli anni '80 con Filippo Timi, Valeria Solarino, Sabrina Impacciatore e Fausto Paravidino, valide personalità del giovane cinema italiano di qualità (e non solo, viste le doti letterarie e drammaturgiche di Timi e Paravidino).

Due autori sempre attesi
Il nuovo film di Ridley Scott American Gangster rappresenta l'atteso ritorno del regista, accompagnato come sempre dal suo feticcio Russell Crowe, oltre che da Denzel Washington, con un film d'intrattenimento colto, un gangster movie ambientato nel '68, che attinge a fumetto, letteratura hard-boiled e atmosfere pubblicitarie per restituire l'alienazione del Vietnam attraverso dei quadri bluastri, plumbei e raffinati, di violenza e sofferenza.
Si passa a toni più leggeri (ma non troppo) con Il sogno di Cassandra, l'ultima opera di Woody Allen presentata a Venezia: lontano da New York, questo dramma familiare rappresenta il terzo capitolo alleniano della trilogia londinese iniziata con Match Point e Scoop, e proprio ai toni morali da tragedia greca di Match Point si rifà la vicenda: una nuova scalata sociale di due ambiziosi fratelli di origine proletaria, una tragica parabola morale sul successo e i compromessi.
Ma c'è attesa in Italia anche per il ritorno sul grande schermo di Will Smith, che - dopo il dramma intimista mucciniano La ricerca della felicità – torna al genere action tipicamente hollywoodiano di Io sono leggenda. Firmato dal Francis Lawrence di Constantine, il film vede l'ex principe di Bel Air nei panni di salvatore di un'umanità infettata da un virus che sta trasformando il mondo in una spietata macchina da guerra. Accanto all'affascinante attore una nuova promessa del cinema di Hollywood, la giovane brasiliana Alice Braga, nipote d'arte della celebre star delle telenovelas Sonia Braga.

Sul fronte dell'impegno straniero
L'impegno che caratterizza le uscite italiane di inizio anno ritorna anche in due film stranieri: Il cacciatore di aquiloni, trasposizione del toccante libro dello scrittore americano di origine afgana Hosseini Khaled, è una storia - firmata dal regista di Neverland e Vero come la finzione (oltre che del prossimo James Bond) Marc Forster -, che racconta il senso di colpa di Amir, un ragazzo afgano pashtun di Kabul, per aver tradito il suo amico d'infanzia Hassan, figlio del suo servo hazara.
Dal festival di Venezia, dove fino all'ultimo si è pensato che si sarebbe aggiudicato il Leone d'Oro (ha vinto invece il Premio Speciale della Giuria), arriva l'ultimo film del regista tunisino Abdel Kechiche: dopo il toccante La schivata, Cous cous riconferma la passione di Kechiche per le parabole di vita semplici raccontando una storia di speranza e duro lavoro ambientata all'interno della comunità arabo-francese di Marsiglia. Senza pietismo o retorica, il regista racconta il desiderio di riscatto di un uomo e le sue complicate dinamiche familiari in un film corale, dal tono socialmente impegnato ma allo stesso tempo emotivamente intenso e appassionato.

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