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5x1: Brad Pitt, il bello di Hollywood

Con L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford da icona sexy diventa attore di culto.
di Stefano Cocci

Da Gigolo a mito del cinema, bella carriera Brad!
Brad Pitt (William Bradley Pitt) (60 anni) 18 dicembre 1963, Shawnee (Oklahoma - USA) - Sagittario.

martedì 18 dicembre 2007 - Celebrities

Da Gigolo a mito del cinema, bella carriera Brad!
Ci sono momenti nella vita e nella carriera delle persone che salvificano e danno un senso a tutta una esistenza oppure, più semplicemente, gettano un colpo di spugna sul passato, e preparano a un futuro radioso. Brad Pitt, senza Ridley Scott e le sue Thelma & Louise, sarebbe presto entrato nel dimenticatoio dei tanti giovani e carini che affollano i boulevard di Los Angeles, in attesa di un'occasione. Pitt, attorucolo da piccole parti in televisione (Genitori in blue jeans ad esempio) colse l'occasione di sedurre Geena Davis nel gioiello diretto dal regista inglese, e cambiò la propria carriera. Quella manciata di minuti, fece di Pitt un'icona sexy planetaria e dimenticare il chiacchiericcio sulla sua vita fino al giorno in cui gli fu assegnato il ruolo. Oggi, molte onde hanno sciabordato sulle spiagge di Santa Monica. Brad non è più – o meglio non è solo – un'icona sexy: è diventato attore completo, premiato con la Coppa Volpi all'ultimo festival di Venezia proprio per la sua lettura del bandito Jesse James nel film di Andrew Dominik, ma già nel complesso Babel aveva dato prova di una nuova e più matura coscienza di sé e delle proprie possibilità.
Dal cowboy ladruncolo di Thelma & Louise, al bandito dai modi gentili che cerca la rivincita del Sud uscito umiliato dalla guerra civile americana, è possibile scoprire tanti differenti Brad Pitt.

L'esercito dello 12 scimmie
Pazzo e lunatico, sporco e psicopatico, apparentemente in balia degli eventi ma al tempo stesso capace di dominarli e – ahinoi – causare la più grande catastrofe della storia dell'umanità. Il Jeffrey Goines interpretato da Pitt per Terry Gilliam in questo film apocalittico è uno schizzato e schizofrenico che sarà complice dello sterminio di 5 miliardi di esseri umani. Proprio la recitazione sopra le righe sembra la dimensione più completa per il Pitt targato 1995, senza dubbio alle prese con una delle interpretazioni più convincenti della fase iniziale della sua carriera, capace di un istrionismo e una forza che fecero presto tacere le voci che lo giudicavano meramente come un bel soprammobile da esibire per la felicità delle signore al cinema e del box office.
Come più avanti per Fight Club, proprio le storie fuori dagli schemi e imprevedibili gli offrono il palcoscenico per far tracimare la sua prorompente personalità.

Thelma & Louise
Sono i quindici minuti che cambiarono la vita di Brad Pitt e di molti che da allora non hanno smesso di seguirlo. Da presunto "american gigolo", il ragazzone biondo e con gli occhi innocenti ma allo stesso tempo colpevoli, diventa un'icona, certamente sexy, ma anche in grado di dimostrare col tempo di avere sostanza da offrire al cinema e ai suoi fans. Il suo J.D. entrò d'improvviso nelle menti e nei cuori di molti e, tutt'oggi, è una delle cose che si ricordano con più piacere del film di Scott. Non è il caso di sottolineare qui quanto importante è stata questa pellicola – capace di vincere l'Oscar per la migliore sceneggiatura nell'anno de Il silenzio degli innocenti. Il fatto che, tra le tante cose da ricordare, sia sempre da sottolineare l'interpretazione di Pitt, sta a dimostrare che c'era qualcosa di più oltre agli occhi blu e la camminata sexy e ammiccante.

Mr. & Mrs. Smith
È il film dello scandalo. Tanto si è detto ma, soprattutto, tanto si è scritto sul film responsabile della nascita della love story più chiacchierata di questo inizio di millennio. Per la bella Angelina, Pitt manda definitivamente a gambe all'aria il matrimonio con Jennifer Aniston, la quale si consolerà tra le braccia di Vince Vaughn, compagno di Brad proprio in questa pellicola.
Al di là del gossip, rimane un bel pezzo di cinema degli ultimi anni: eccellente la trovata in stile La guerra dei Roses di marito e moglie che distruggono la casa per cercare di uccidersi a vicenda. Ancora meglio l'idea di farne due sicari, l'uno sulle tracce dell'altro. È quasi un peccato che a dirigerlo sia stato chiamato uno come Doug Liman, meglio conosciuto come colui che ci ha fatto il regalo di lasciare Bourne nella mani di Paul Greengrass. Due come Pitt e Jolie non hanno certo bisogno di essere diretti, anche se guardando a come è andata a finire fra i due, abbiamo una vaga idea del clima che si doveva respirare sul set.

Babel
Dopo le tonnellate di pagine di tabloid che la love story JoliePitt ha ispirato in giro per il mondo, il nostro eroe ha pensato bene di attraversare la propria personale catarsi con il film del messicano Inarritu. Dopo i 21 Grammi, l'occhio del regista si sposta ai destini del mondo, senza dimenticare le tragedie personali che questi stessi destini rischiano di trascinare con sé. Ecco due ragazzini marocchini che per giocare sparano a un pullman e scatenano una serie di eventi inimmaginabili a ogni latitudine.
La paternità acquisita insieme al "pacchetto Jolie" ha spinto Brad a ruoli più intensi. Per questo piccolo gioiello si è meritato solo una candidatura ai Golden Globe. Resta l'eccentricità di un attore i cui unici premi, a oggi, restano legati alle "dodici scimmie" di Gilliam mentre, francamente, per il ritratto di un americano che cerca di salvare il proprio matrimonio in Marocco e che rimane sconvolto quando un colpo di fucile accidentalmente quasi uccide la moglie, forse il nostro eroe meritava qualcosa di più.

Fight Club
Nelle graduatorie delle riviste specializzate sul personaggio più affascinante della storia del cinema, Tyrel Durden si piazza sempre nei primi posti, come il Don Vito di Marlon Brando ne Il Padrino o il Rico Bandello di Piccolo Cesare, con la faccia arcigna di Edward G. Robinson. È senza dubbio uno dei più importanti della storia della settima arte, e il punto più alto della carriera di Brad. Non è un caso che a pensarlo e scriverlo sia stato uno degli autori che meglio raffigurano il nostro tempo disordinato, Chuck Palahniuk. Luddista, nichilista o semplicemente terrorista: Tyrel cerca di rompere le catene della nostra mente e dei nostri corpi, liberandoci dalla schiavitù del consumismo e del possedere cose, per riuscire a conquistare un'anima. Per far questo, poco importa se devono saltare in aria i palazzi delle multinazionali. Il libro è del '97 e il film del 1999, in piena ansia da bug di fine millennio e due anni prima che Osama combinasse quel gran guaio delle Torri Gemelle. Da allora Tyrel Durden non ha più smesso di abitare le nostre menti, ripetendoci "Le cose che possiedi alla fine ti possiedono". Tanti attori sono ricordati per molto meno, a questo punto della sua vita Brad Pitt sa già che per questo capolavoro sarà ricordato per sempre e da molti.

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