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5x1: Scarlett Johansson, magnifica ossessione

Nei prossimi mesi tante occasioni di ammirare la brava e sexy attrice americana.
di Stefano Cocci

Tra tate e personaggi storici, Scarlett ci farà compagnia a lungo
Scarlett Johansson (Scarlett Ingrid Johansson) (39 anni) 22 novembre 1984, New York City (New York - USA) - Scorpione.

martedì 27 novembre 2007 - Celebrities

Tra tate e personaggi storici, Scarlett ci farà compagnia a lungo
Le doti di attrice di Scarlett Johansson rivelano molto più dei suoi 23 anni. Alcuni momenti della sua carriera la pongono di diritto in una ristretta cerchia, quella dei talenti che non falliranno l'appuntamento del futuro, coloro che rispetteranno in pieno le previsioni di gloria che la stampa internazionale racconta a più riprese di loro. Poi c'è l'aspetto estetico, l'apparire. Scarlett è senza dubbio di una bellezza sconvolgente, non solo perché, sempre i media, la reputano tale: basti pensare che nel 2006 l'edizione a stelle e strisce di FHM ed Esquire l'hanno definita la donna più sexy del mondo, Maxim nel 2007 l'ha classificata terza, mentre la rivista americana AskMen ha posizionato Scarlett Johansson al secondo posto nella classifica delle donne più desiderate del pianeta, preceduta solamente da Beyoncé Knowles. Dietro i riconoscimenti c'è molto di più: la Johansson rappresenta l'alternativa più competitiva al distorto concetto di bellezza in voga in questa travagliata nostra epoca ovvero il fascino filiforme delle modelle. Lei stessa, sexy e formosa, si è spesso lanciata contro questo concetto distorto e ha rivelato a tutto il mondo, oltre al nome affibbiato ai suoi seni, la passione per il formaggio e per il cibo in genere.
La paladina della bellezza "carnosa" arriva nelle sale italiane con Il diario di una tata, in cui fa innamorare di sé la "Torcia Umana" Chris Evans, e presto sarà una delle sorelle Bolena al fianco di Natalie Portman ed Eric Bana in The Other Boleyn Girl, interpreterà Silken Floss nell'adattamento di Frank Miller del fumetto di Will Eisner The Spirit; sarà ancora al fianco di Woody Allen e, infine, sarà "Maria regina degli Scozzesi".

The Prestige
Se ne è probabilmente parlato molto poco ma quella di Christopher Nolan è stata una delle migliori pellicole della stagione. Merito della storia che affronta argomenti poco battuti in questi tempi di cinema – marketing, di personaggi intensi e veri interpretati da attori di livello decisamente superiore alla media. Il risultato è un film in cui anche David Bowie fa la sua bella figura, in cui Hugh Jackman e Christian Bale danno l'ennesima prova di talento, in cui Michael Caine si rivela ancora una volta a suo agio in qualità di "supporting actor" ma in cui soprattutto Scarlett Johansson esplora e rivela il suo lato oscuro senza lasciare dubbi sulla sua innocenza acqua e sapone, il suo fascino perfettamente aderente ai canoni estetici dell'epoca e uno stile recitativo che offre quello di cui si ha perfettamente bisogno: ad altri è stato dato il compito di uscire ben al di fuori dalle righe, lei invece ha dovuto restare ben all'interno di uno stile controllato.

Match Point
È il primo momento di una partnership che sembra destinata a durare, se è vero che Woody Allen ha voluto Scarlett anche per il prossimo film che girerà in Spagna. La bella di origini ebraico-polacche è diventata la musa del regista newyorchese che la utilizza a suo piacimento... beato lui, aggiungiamo. Qui gioca a farle fare la femme fatale sfasciafamiglie. La prima scena in cui appare è da ricordare: sexy e carnosa in un abitino bianco che lascia tutto – e niente – all'immaginazione malata dei maschietti e fa sparlare le femminucce su quelle forme certo non degne di una sfilata di Armani. Lei se ne frega e, anzi, regala gli unici momenti appassionati di questo film studiato troppo a tavolino e poco col cuore - fin dalle scene per le strade dello shopping posh di Londra fino ai dialoghi affettati e freddi – riesce a tirare fuori la passione anche da quello stoccafisso senz'anima di Jonathan Rhys-Meyers e la cosa più brutta di questo film sono gli ultimi 20 minuti senza di lei.

Scoop
Il regista non cambia - Woody Allen per intenderci – e Scarlett continua a vestire i panni della musa ma i termini della sceneggiatura sono completamente diversi. Se la Nola di Match point era cosciente del suo corpo e sapeva come usarlo per rigirare gli uomini a suo piacimento, Sondra di Scoop è ingenua ai limiti della stupidità. Si incontra con un mago di quart'ordine e si mette in testa di risolvere uno dei misteri d'Inghilterra, l'identità di un serial killer che la polizia non riesce a catturare; per far ciò deve ammaliare il ricco e affascinante Peter Lyman. Per riuscirci deve dimenticare di essere una delle donne più sognate del pianeta, una che potrebbe avere qualsiasi uomo lei desiderasse nel suo letto, ma deve travestirsi nel Clark Kent delle sex symbol: goffa, timida e grassoccia il giusto, fa a gara in goffaggine con Woody Allen.

Lost in Translation
L'anno magico, per il momento, di Scarlett Johansson è il 2003, quando gira questa perla di Sofia Coppola e incontra Colin Firth per dare vita al romanzo di Tracy Chavalier "La ragazza con l'orecchino di perla". Proprio pensando a questi due titoli e alle rispettive interpretazioni, si fa fatica a riconoscere i 19 anni che l'attrice aveva all'epoca. La maturità di emozioni e di sensazioni che snocciola davanti alla cinepresa e che stimola nel cuore e nella mente dello spettatore sono degne di attrici ben più navigate di una ragazza ai primi ruoli importanti. Qui gioca all'amante, alla compagna, all'amica: è spaesata in un paese straniero ma vogliosa di comprenderlo, è una giovane che si diverte nelle pazze notti di Tokyo ma che non sa ancora cosa fare della sua vita e del suo talento. Forse solo l'incoscienza dei 19 anni ha consentito a Scarlett di entrare tanto bene nel personaggio. O forse, in effetti, non ha fatto altro che essere se stessa: non è difficile immaginarla nei panni di Charlotte.

La ragazza con l'orecchino di perla
Se nel film di Sofia Coppola la giovane Scarlett aveva tanto in comune con la Charlotte da portare sullo schermo, nel film di Peter Webber non c'è niente se non una straordinaria somiglianza fisica che echeggi in lei "la ragazza con l'orecchino di perla" del dipinto di Vermeer. Non si spaventa però nel confrontarsi con Griet, una sedicenne nata e vissuta nel XVII secolo che diventa musa ispiratrice di uno dei capolavori dell'arte pittorica olandese. Lei che musa lo è per davvero, per esuberanza fisica e talento artistico, riesce a calarsi perfettamente in una realtà lontana non solo nel tempo da quello che può essere lei, giovane donna del XXI secolo. Inoltre, sebbene circondata da attori incredibili come Colin Firth e Tom Wilkinson, Scarlett è di gran lunga la più brava e riesce a rappresentare in pieno quel tipo di ossessione che una bellezza come la sua alimenta negli uomini e nell'arte che è capace di suscitare.

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