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Milano Palermo, undici anni dopo

Ritornano Nino Di Venanzio e Remo Matteotti, pronti a scortare (nuovamente) l'ex ragioniere della mafia Turi Leofonte.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il ritorno

giovedì 15 novembre 2007 - Incontri

Il ritorno
Abbandonato il tema mafioso, Claudio Fragasso riporta sul grande schermo il Vice Questore Nino Di Venanzio (Raul Bova) e l'Ispettore Superiore Remo Matteotti (Ricky Memphis) nel tentativo di esplorare il cinema di genere, confezionando un film d'azione rocambolesco che sconfina nella fiction televisiva. "Sono un difensore del cinema di genere da sempre e sono convinto che l'Italia ne abbia bisogno perché è la strada migliore per esportare i nostri film all'estero" dichiara il regista. "Fino alla fine degli anni '80 eravamo considerati i migliori nello spaghetti western, nell'horror, nei gialli, i polizieschi, le commedie in costume, i film d'azione... Poi c'è stato un calo, forse a causa della televisione. Dobbiamo cercare di adeguare il cinema d'azione alla mentalità italiana". Poi Fragasso rivela che si è ispirato a Sergio Leone e che molte scene di Milano Palermo - Il ritorno, sono un omaggio al suo cinema.

L'idea
Claudio Fragasso: Era già da un po' di tempo che avevamo iniziato a pensare di fare un sequel di Palermo - Milano solo andata, ma per diverse ragioni abbiamo dovuto aspettare. Dopo il successo di quel film tutti gli attori erano continuamente impegnati in altri progetti e, a essere sinceri, non trovavamo la chiave per iniziare a lavorare a un seguito che fosse moderno e si allontanasse dalla fiction televisiva. Nel frattempo abbiamo tutti maturato. Il film nasce da una serie di incontri che ho avuto con Raul, Ricky e Giancarlo e per molto tempo è stato un work in progress. Ci abbiamo messo due anni per venire a capo dell'idea.
Rossella Drudi, sceneggiatrice: Avevamo paura di rovinare un bellissimo film e un grande successo. Alla fine abbiamo utilizzato la figura di due bambini per traghettare il vecchio film nel nuovo.

Ritrovare Nino Di Venanzio
Raul Bova: L'idea di fare questo film è partita da Claudio e Rossella. Abbiamo lavorato alla sceneggiatura cercando di dare spessore ai personaggi e creare storie parallele. La loro passione è stata fondamentale per indurci ad accettare di tornare a vestire quei ruoli. Per molto tempo abbiamo rifiutato l'invito proprio per paura di rovinare la bellezza del primo film. Per un anno o due ci siamo detti che l'avremmo fatto solo se tutti - Giancarlo, Ricky, Romina - fossero stati d'accordo. Quanto al discorso tra fiction e cinema, credo che la fiction sia cresciuta tanto e bene negli ultimi anni, spesso viene anche prodotta meglio del cinema. Claudio ha voluto inserire elementi nuovi e innovativi nel genere, come appunto la presenza dei bambini e il rapporto tra il mio personaggio e Stefano, il figlio autistico di Chiara Leofonte (Romina Mondello). Credo che la differenza tra il primo film e il seguito stia proprio in questo.

Un cattivo bondiano
Enrico Lo Verso: Non mi sono ispirato ai rivali di James Bond per dare un volto al mio Rocco Scalia, però si era pensato con Claudio di fargli avere un respiro internazionale. L'idea era che Rocco fosse cresciuto in Svizzera e inizialmente ci eravamo persino detti di non farlo parlare con l'accento siciliano. Milano Palermo - Il ritorno non è un film di mafia, è il nostro western, come lo può essere Il Gladiatore di Ridley Scott. È un fumettone, in fondo il cinema viene dal fumetto. Sono d'accordo con Claudio e Rossella sul fatto che ci debba essere in Italia il film di genere, che sappia intrattenere e allo stesso tempo lasci qualcosa su cui riflettere al pubblico giovane. Da siciliano posso dire che mi ha molto colpito la scena in cui la gente del paese scende a valle. Mi ha fatto pensare all'arresto di questi giorni dei Lo Piccolo, della Cupola mafiosa. C'è una presa di coscienza da parte della gente.

Credibilità
Claudio Fragasso: Quando sento dire che questo tipo di cinema non è credibile vado su tutte le furie. All'epoca di Palermo - Milano solo andata ci dissero che la scena in cui la figlia (Romina Mondello) accompagna il padre pentito in tribunale non era credibile. Giustamente Giancarlo Giannini rispose che aveva appena doppiato Al Pacino in un film in cui era un non vedente che girava in Ferrari. Perché se lo fanno gli Americani sono credibili e se lo facciamo noi, no? Nessuno si è lamentato del fatto che Bruce Willis faccia esplodere una macchina contro un elicottero. È vero, in Milano Palermo - Il ritorno mettiamo in scena una sparatoria a Montecatini, una strage che se accadesse nella realtà fermerebbe l'Italia, ma il cinema è anche questo, è fatto anche di cazzate. Io voglio esagerare, altrimenti farei documentari.

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